Cosa c’è dentro la tua borsetta?
Io sono una di quelle che nella borsetta ci tiene di tutto: trucchi, chiavi, fazzoletti, soldi, occhiali da sole, salviettine umidificate, una bottiglietta d’acqua, un piccolo pettine…
La mia borsa pesa ogni volta tantissimo, e nonostante la riempia a dismisura c’è sempre qualcosa che dimentico di metterci dentro e, molto spesso, finisce che poi uso un quarto delle cose che si trovano al suo interno.
La borsa è considerata un accessorio femminile; nel tempo gli uomini hanno ripiegato su zainetti, marsupi e borselli di vario genere ma la borsetta è un affare da donne.
E, in effetti, la borsetta è stato uno degli elementi dello stile che maggiormente hanno aiutato signore e signorine a percorrere la strada della loro emancipazione.
“La moda non esiste solo negli abiti, la moda è nel cielo, nella strada, la moda ha a che fare con le idee e con quello che succede”, diceva Coco Chanel.
La moda segue i nostri movimenti e quelli della società in cui stiamo vivendo. La moda è uno strumento attraverso il quale possiamo avere una visione nuova della storia, analizzando le sue forme e i suoi colori.
La moda è fatta di dettagli e ogni suo elemento, anche quello all’apparenza più futile (come per esempio l’altezza di un tacco o una tipologia di acconciatura), svela un mondo di intenzioni e definizioni. La moda ha la capacità di registrare l’umore della società e di riprodurlo modulato secondo la sua visione, come ti raccontavo qui.
I nostri abiti, la loro struttura, i loro colori si trasformano e cambiano con il mutare del tempo, raccontandone l’evoluzione. La moda si muove e, muovendosi ha la capacità di registrare l’umore della società e di riprodurlo, modulato secondo la sua visione
A metà dell’Ottocento avviene quella che viene chiamata “la grande rinuncia” alla moda da parte dell’uomo: il gentiluomo, non si occupava di tali frivolezze e per l’abbigliamento sapeva attenersi a delle regole ben precise, come la lunghezza del gilet e la larghezza del bavero. Regole che definivano anche il suo status sociale.
“Se John Bull (alias l’uomo medio) per strada si gira a guardarti non sei ben vestito, sei troppo rigido o troppo sobrio o troppo alla moda” diceva Beau Brummel, il primo dandy.
La grande rinuncia durerà quasi un secolo e dovremo aspettare la liberazione sessuale degli anni 60 per un risveglio della moda maschile che partirà dall’uso di colori accesi e tessuti nuovi e unisex come il jeans e il sintetico, aderente, Crimplene.
Se l’uomo vi aveva rinunciato, per la donna la moda è stata, per moltissimo tempo, l’unico strumento con cui esprimersi.
La donna per secoli non ha avuto libertà di giudizio, di parola, di movimento. Neppure la regina poteva dare il proprio parere liberamente, se non sul numero di merletti che avrebbero adornato il suo corpetto o sull’altezza delle decorazioni sopra la sua testa.
Così da una parte i vestiti delle donne hanno definito visivamente il ruolo minoritario del “gentil sesso”, ricostruendo il corpo femminile e riempiendo il vuoto dell’emancipazione con busti costretti, vite sottili e fianchi resi ampi da pesanti architetture, costruzioni complesse in grado di limitare la capacità di azione femminile.
Dall’altra parte però l’abbigliamento è stato, anche, il primo strumento grazie al quale le donne hanno potuto comunicarsi e prendere atto di avere dei gusti, una personalità, un’identità.
Con la nostra immagine possiamo affermare o smentire gli stereotipi con una velocità maggiore e più efficiente rispetto a quella delle nostre parole. L’immagine arriva prima del pensiero senziente e lo influenza senza che ce ne rendiamo conto, attingendo ai pre-giudizi presenti nel nostro cervello, quelli che ci consentono di interpretare la realtà.
Così se la crinolina e il panier rendevano visivamente immediata la condizione di inferiorità della donna, usare consapevolmente il linguaggio dei colori e degli accessori per specificare la propria identità è stato, per il genere femminile, un mezzo attraverso il quale realizzare e sperimentare la propria abilità di scelta.
La borsetta ha un ruolo molto importante nel percorso verso questa liberazione.
Una donna non possedeva nulla, nemmeno se stessa, non aveva bisogno, quindi, di un contenitore per i suoi possedimenti: infilava semplicemente dentro alle ampie gonne tutto quello che le era necessario. Stava tutto in qualche taschina interna o agganciato alla crinolina, grazie a lacci o ad apposite catenelle.
Se ti capita di visitare Amsterdam non perdere il Tassen Museum, il museo della borsetta. Credo che troverai molto interessante vedere l’evoluzione di questo accessorio e osservare le catenelle pesanti che le donne tenevano sotto le ampie gonne per appendere il set da cucito o le chiavi delle stanze e appesantivano, ancora di più, i loro movimenti.
(qui un bel video che ti spiega come avveniva la vestizione, rigorosamente non autonoma, della donna benestante).
Come nasce quindi l’uso della borsetta così come noi lo intendiamo oggi?
Alla fine del Settecento con il Direttorio e poi in epoca napoleonica, c’è un cambiamento nella foggia degli abiti femminili.
È il periodo delle grandi scoperte archeologiche: le statue greche, portatrici di una bellezza ideale fatta di “nobile semplicità e quieta grandezza” (Winckelmannn), influenzano l’immaginario collettivo. Nasce un tipo di abito, più dritto sui fianchi e tagliato sotto al seno.
Un modello che ancora adesso viene definito “impero,” proprio perché indossato con frequenza dall’imperatrice Giuseppina, moglie di Napoleone Bonaparte e arrivato a noi grazie alla sua iconografia.
Il nuovo abito non consentiva di stipare sotto la gonna tutto quello di cui si abbisognava. La donna fu così messa nelle condizioni di:
-realizzare di possedere delle cose,
-maturare l’esigenza di portare con sé i propri averi.
Nacque quindi il moderno concetto di borsetta, chiamata reticule o indispensable.
Per l’imperatrice Giuseppina ne viene creata una a forma di ananas, in omaggio alle sue origini (era nata, infatti, in Martinica, isola delle Antille).
La borsetta si configura fin dalle sue origini come estensione del sé e al sé offre definizione e spessore.
E più la donna si emanciperà più la borsa diventerà grande, atta a contenere il peso della sua liberazione.
Io la trovo una storia meravigliosa. E tu?
Gli abiti sono sempre con noi, sono la nostra seconda pelle e ci accompagnano nel nostro quotidiano, ogni giorno decidiamo in maniera, più o meno consapevole, quali saranno i vestiti che indosseremo. Possiamo scegliere se esercitare un esercizio di libertà, seguendo i nostri gusti e mettendo in luce la nostra personalità oltre che la nostra bellezza unica, oppure possiamo ripiegare su uno stile uniformato in cui la sacrosanta ricerca di comodità finisce con il farci abdicare quella che, di fatto, è una opportunità comunicativa.
Gli abiti nel nostro armadio raccontano il nostro passato, ci dicono chi siamo stati e ci mostrano attraverso le loro fogge e i loro colori come ci siamo presentati al mondo e il cambiamento che non abbiamo osato vestire, come quella gonna gialla che tanto ti piace e che ti fa sorridere ogni volta che lo prendi in mano ma che non hai mai messo per non sentirti troppo esposta e visibile (adesso che siamo in periodo di cambio armadi, ti consiglio di leggere questo articolo).
Gli abiti ci aiutano ad indossare la nostra felicità futura e ci dimostrano, ogni volta che li mettiamo, che possiamo essere protagonisti della nostra vita così come delle nostre scelte di stile.
Cosa racconta di te la borsetta che hai scelto di indossare oggi?
Parla dei tuoi sogni e dei tuoi desideri?
Quante sono le borsette che hai acquistato negli anni perché ti sei innamorata di forma e colore ma che in realtà non hai mai usato preferendo “qualcosa che sta bene con tutto”?
So già cosa mi stai per dire:
1.”La mia difficoltà è che non riesco a cambiare borsetta ogni giorno.”
Marie Kondo, nel “Magico potere del Riordino” ti consiglia di svuotare tutte le sere la borsetta che hai usato e di lasciare tutto il suo contenuto in una scatolina posta all’ingresso, così da poter “ricomporre” tutto più facilmente il mattino dopo nella borsa che userai.
Esistono anche degli astucci ampi in cui mettere tutto quello che è indispensabile avere con te, da passare di volta in volta nelle diverse borsette.
Sia il metodo di Marie che il trucco dell’astuccio prevedono però che tu:
- abbia il tempo di farlo,
- sia predisposta per carattere a metodo e organizzazione.
Ho fatto formazione e consulenza a tantissime donne e sono consapevole che nella quotidianità di ogni giorno, anche quando si parte con le migliori intenzioni, è molto difficile attenersi a regole precise e fisse.
Io però mi chiedo: chi te lo fa fare?
È forse quella voglia di perfezione, tanto comprensibile quanto irreale?
Io ti propongo questa soluzione: alla domenica, quando hai un po’ più di tempo da dedicare a te stessa, scegli già i look che indosserai nei prossimi sette giorni e preparali appesi nell’armadio completi di accessori.
Osserva tutte le borse che hai, e di cui spesso ti dimentichi, individua quella che potrebbe stare bene con tutti i look scelti e cerca di usarne una diversa ogni settimana.
2:”Ma la borsa non va dello stesso colore delle scarpe?”
Sfatiamo questo falso mito: sarà molto più divertente abbinare la borsa alla cintura e le scarpe alla giacca. La tua capacità di prestare attenzione alle cose in modo originale sarà spiegata con questa scelta di stile, facile da realizzare anche nella tua quotidianità.
Abbina la borsa ad un accessorio come la cintura, gli orecchini o persino lo smalto e usa le calze colorate, come ti spiego qui, che con un tocco poco costoso rinnovano il tuo outfit per creare un effetto armonioso.
Intona la borsetta ai colori della fantasia della tua gonna o al tuo rossetto.
Puoi anche uscire dal vincolo dell’abbinamento: indossa la borsetta di un colore che parla di te e usala come tono di rottura all’interno del tuo look per raccontare in modo autentico la tua personalità.
Vuoi essere sicura di scegliere il colore giusto?
Chiudi gli occhi e immaginati felice mentre muovi allegramente una borsetta, di che colore è questa borsetta?
Oppure fatti guidare dai colori della tua palette: potremo scoprire insieme quali sono le tonalità che donano al tuo incarnato e al tuo modo di essere.
Vuoi qualche altro suggerimento?
Potresti ispirarti ad Elsa Schiaparelli, colei che io ho definito “la prima consulente d’immagine” e la cui storia ti ho raccontato in questo articolo e osare con il rosa shocking.
Oppure farti guidare dai colori in tendenza secondo Pantone: li trovi qui, il mio preferito è il verde intenso Shaded Spruce:
O che ne dici di un rosso intenso da declinare in un look in cui bilanciare le ispirazioni maschili e femminili?
3:”Io ho tutte borse nere.”
Vanno benissimo e certamente non ti chiedo di buttarle via, ti suggerisco però come rinnovarle.
Inseriscile in un look bilanciato in cui la presenza del nero non venga percepita come un ripiego ma sia nobilitata grazie al magico potere degli abbinamenti, come in questo moodboard:
O usa un foulard da annodare ai manici e far ricadere sulla borsetta, per dare un tocco di luce e colore all’insieme. Questa sarà una soluzione economica e veloce al tempo stesso.
Attenzione: non c’è combinazione di colori più difficile di due neri dal tono leggermente diverso messi insieme. Usa l’escamotage del foulard anche in un look “total black” per spezzare l’insieme e inserire una nota accesa da riprendere nei dettagli del trucco e con gli altri accessori. Poco importa se il foulard ha i fiori e il tuo vestito i pois: imperfetto è bello se è anche autentico e originale.
Un colore più facile del nero da abbinare e che si presta davvero a molte combinazioni è il grigio.
Sceglilo in una tonalità morbida e intensa, starà benissimo anche con il blu e si intonerà a te che ami sentirti sempre elegante.
4: “A me piacciono proprio le borse neutre.”
Benissimo! Ispirati alle tendenze e scegli il morbido Butterrum di cui ti parlo anche in questo post (spoiler: nella newsletter che arriva la prossima settimana ti insegno come abbinarlo in base ai colori del tuo viso). Morbido e delicato si presterà ad accompagnare tutti i capi nel tuo guardaroba.
5: “Vorrei osare ma non so come iniziare.”
Gli accessori sono un ottimo strumento per cominciare a sperimentare con il tuo stile. Tu che ami sentirti sempre tranquilla nelle tue scelte di stile ma non vuoi mai perdere la tua luce potresti optare per una borsa metallizzata.
Sarà più facile da abbinare di quello che pensi, anche molto più del nero e poterà con sé tutta la tua originalità.
Sceglila in argento, magari indossando un bello zainetto comodo, e abbinala al nero e al rosso se sei una donna che non teme i contrasti e apprezza le emozioni intense.
Preferiscila dorata se ti senti ottimista e vuoi conservare tutta la tua energia anche quando la stagione si fa meno calda.
6: “E la forma”
Attenzione a non sbilanciare le naturali proporzioni del tuo corpo e usa la borsa per attirare l’attenzione sui tuoi pregi e non per nascondere i tuoi difetti.
Quante volte hai acquistato, per esempio, un modello con tracolla lunga pensando che la borsa, appoggiando sul sedere, ti avrebbe aiutato a minimizzare le tue curve?
È proprio il contrario! Sarà come dire:
Ricorda: l’occhio guarda dove noi indichiamo.
Scongiura l’effetto freccia luminosa, accorciando la tracolla o optando, invece, per un un modello da portare a mano.
Hai un po’ di pancetta e il busto largo? Evita una borsa da portare a spalla e con i manici corti: allargherà otticamente la parte.
Vorresti capire quale è la borsa più giusta per te?
Vieni a parlarne a questo corso o dedichiamo a questo argomento specifico una consulenza via Skype.
Ti piacerebbe approfondire il tema Storia della Moda?
nadia oliver dice
Ciao Anna. Ho partecipato ad un tuo corso e ne sono rimasta entusiasta. La borsa per me è indispensabile, pesa tantissimo ma ogni volta che mi occorre qualcosa la trovo, in misura mignon ma c’è. Cerco sempre di abbinarla a qualcosa che indosso e mi fa sentire bene con me stessa e il mondo se è quella che dico io, altrimenti mi sento in disordine come quando si hanno i capelli spettinati!!!