Ci siamo! Oggi esce ufficialmente il mio e-book dal titolo “Le Ragazze Rivoluzionarie della Moda”.
Ho scelto l’8 Marzo, il giorno della Festa della Donna, come data di lancio sebbene io (come spiego in questo post) non sia mai stata una fan di questa ricorrenza.
Le ragazze rivoluzionarie del mio ebook non hanno avuto bisogno di un giorno particolare per ricordarsi temi come la parità o l’emancipazione femminile.
Di fatto però è grazie a loro se noi adesso abbiamo la possibilità, che non dobbiamo mai dare per scontata, di alzare la testa e affermare con sicurezza che nessuno può disporre del nostro corpo al di fuori di noi o che il nostro salario deve essere uguale a quello dei nostri colleghi maschi.
È grazie a loro se alla mattina possiamo decidere liberamente se indossare una minigonna o un paio di pantaloni, a seconda del nostro sentire e del nostro modo di essere; è in virtù delle loro lotte se abbiamo, per esempio, il congedo di maternità.
Quindi credo che oggi sia proprio il giorno giusto per celebrare e rendere omaggio a donne forti e promotrici di un cambiamento non solo nella moda ma anche da un punto di vista sociale e politico; esempi da prendere a modello per noi e le nostre figlie al fine di comprendere l’importanza del ruolo femminile nella storia.
“Ragazze rivoluzionarie” che hanno combattuto, ognuna a modo suo, perché noi potessimo essere libere nel nostro corpo, nei nostri pensieri e nella nostra realizzazione personale.
Eccole qui:
Di cosa si tratta?
Nel mio ebook “Le Ragazze Rivoluzionarie della Moda” ti racconterò la storia di “ragazze rivoluzionarie” che hanno contribuito al cambiamento del costume femminile e all’evoluzione della società.
Non (solo) icone ma fautrici, non spettatrici ma attrici, pronte a svelarsi in modo inedito e inaspettato attraverso le loro parole e i loro pensieri “rivoluzionari”. Donne fragili e fortissime insieme di cui seguiremo i pensieri e le emozioni come se fossimo lì vicino a loro, ad ascoltarle.
Stiliste, creatrici o semplicemente ispiratrici, le ragazze rivoluzionarie dei miei racconti sono state protagoniste della moda con originalità, intelligenza e un piglio autentico e innovativo.
Le loro rivoluzioni sono state le rivoluzioni che hanno accompagnato le donne e ne hanno scandito i passi verso l’emancipazione.
Dal ‘700 ai giorni nostri, le meravigliose “ragazze” del mio e-book ti daranno le coordinate di un’epoca e delle sue trasformazioni.
Ti presenterò queste donne in un momento particolare della loro vita. Un momento che diventerà punto di partenza privilegiato per conoscerle e capire come la loro storia si sia intrecciata a doppio filo con quella della moda.
Incontreremo una Coco Chanel giovane e disperata, dopo aver perso il suo più grande amore e scopriremo quale è il luogo del cuore e della creatività di Vivienne Westwood. Entreremo nel laboratorio di Madeleine Vionnet e varcheremo le porte del MET insieme a Diana Vreeland. Danzeremo al ritmo del jazz con Nancy Cunard e la sua moda etnica e ringrazieremo Rosa Genoni per le sue battaglie di indipendenza. Ci sentiremo un po’ artiste insieme a Elsa Schiaparelli e Henriette Fortuny. Vestiremo Maria Antonietta e Grace Kelly attraverso le sapienti mani di Rose Bertin e Edith Head.
Com’è nata l’idea?
Io, come forse sai, insegno ormai da 4 anni Storia della Moda allo IED.
I miei studenti sono ragazze e ragazzi appena usciti dalla scuola superiore e hanno, quindi, intorno ai vent’anni.
Insegnare ai giovani è una grande opportunità perché ti consente di non rimanere chiusa nella tua bolla ma di capire che il mondo continua ad andare avanti: i punti di riferimento cambiano e le modalità di comunicazione pure.
I ventenni non sanno chi sia Dylan di Beverly Hills 902010 (e se va bene ti dicono – cosa realmente successa in classe- “ah sì quella serie la guardava sempre mio padre”) e, per informarsi sugli argomenti degli esami, viene loro naturale scriverti un messaggio privato su Instagram (dandoti comunque del lei e chiamandoti “prof.” esattamente come farebbero via mail).
Insegnare ai giovani è anche una bella sfida: la parte più stimolante del tuo lavoro di insegnante sta nel trovare sempre modi nuovi per coinvolgerli.
La loro capacità di attenzione è limitata, sono abituati ad un apprendimento a crocette e a fare poca ricerca: a loro è sempre bastato andare su Google per conoscere la versione (più o meno veritiera) dei fatti.
Si tratta di ragazzi senza passato a cui, spesso, nessuno ha mai spiegato il valore della storia.
Ragazzi che, negli anni, mi hanno insegnato che non serve a nulla fare lezioni piene solo di date e numeri ma che l’apprendimento sta proprio nella capacità di appassionare ad un argomento.
Nella capacità di raccontare storie, storie vere e non verisimili come quelle che trovano su Internet, storie capaci di emozionarli e di far comprendere loro, nel mio caso, come la moda abbia scandito i cambiamenti e le evoluzioni degli esseri umani, attraverso i secoli e gli anni, in virtù della sua capacità di adattamento e di farsi megafono visivo ogni cambiamento.
Così è stato bellissimo assistere alla meraviglia e all’innamoramento di fronte al racconto delle “gesta” di donne e uomini che, con il loro lavoro e le loro intuizioni, hanno creato tutto quello che “i miei ragazzi” hanno sempre dato per scontato, senza farsi domande.
Fantastico scoprire insieme come nasce il concetto di marca e logo, perché le donne hanno cominciato ad usare la borsetta o i pantaloni, chi ha inventato il concetto di sfilata o in che modo la moda è diventata un fatto di espressione del sé.
I miei studenti mi hanno insegnato a spiegare in un modo chiaro, anche se approfondito, e con un linguaggio che fosse loro accessibile e non li allontanasse con i suoi accademici solfeggi ma mi consentisse, una volta attirata la loro attenzione, di spiegare concetti alti e difficili come il rapporto tra moda e arte o la liberazione del corpo attraverso un vestito “da abitare”.
Nel tempo ho pensato che mi sarebbe piaciuto “raccontare le mie storie di moda” anche a te, con leggerezza e profondità insieme e nello stile introspettivo che mi è più congeniale, in un viaggio attraverso i pensieri e le opinioni dei protagonisti di queste storie (allo stesso modo in cui ho descritto le cinque donne ritratte in questo post).
E così mi sono messa a pensare….
Quando è nata l’idea?
Te lo confesso: lavoro da quasi un anno a questo progetto e non vedevo l’ora di presentartelo.
Ci ho messo davvero molto a scrivere ogni “racconto di donna” perché volevo che fosse accurato nei minimi dettagli storici e narrativi. Mi sono immersa nelle diverse vicende per potermi immedesimare al 100% in ognuna di queste ragazze e poterle narrare nel modo migliore e più coerente, anche dal punto di vista del tipo di scrittura utilizzato.
Io e “le ragazze” siamo diventate amiche intime e loro sono state la mia ancora di salvezza anche in alcuni momenti difficili.
Ricordo per esempio di quando, in una stanza di ospedale, mentre le altre pazienti leggevano giornaletti o guardavano il cellulare, io mi immergevo nella biografia inglese di Mary Quant e annuivo forte nel leggere parole come:
“Le regole sono state inventate per le persone pigre che non vogliono pensare per loro stesse“.
O anche:
“Adesso, dopo anni passati a stressarmi per ogni cosa, niente mi preoccupa perché so che preoccuparsi è un processo abortivo. Adesso posso riflettere e pianificare, concentrandomi sui problemi più difficili e riconoscendo quello che è davvero impossibile senza provare panico.
Posso sedermi con calma nel mio taxi e andare a parlare a industriali potenti sapendo che, anche se a loro sembrerò frivola e irrilevante, andrà bene perché io ci avrò messo me stessa e tutto quello in cui credo“.
Quanto ti ho sentita vicina cara Mary!
Chi sono le Ragazze Rivoluzionarie della Moda?
Le ragazze rivoluzionarie della storia della moda sono tantissime e per la maggior parte poco conosciute e, per questo, ho dovuto fare una prima selezione.
Ne ho scelte intanto 12 e ho voluto che ognuna di loro rappresentasse un periodo storico dal ‘700 ad “oggi”.
Eccole qui:
Rose Bertin
Rose è stata la “stilista” della regina Maria Antonietta, di fatto la prima donna a confrontarsi al 50% con la sua cliente (e che cliente!) in merito agli abiti che questa avrebbe indossato.
Conosceremo Rose mentre osserva fiera la vetrina del suo negozio: eh sì perché Maria Antonietta si rivolgeva solo a lei ma su di lei non aveva l’esclusiva.
Grazie a Rose impareremo cosa vogliono dire i termini Marchande de Modes e Pouf au Sentiments.
Amelia Bloomer
Amelia Bloomer è vissuta nel ‘800 e si è battuta per i diritti delle donne, lottando soprattutto per la parità di voto.
La incontreremo mentre, seduta alla sua scrivania, rilegge uno dei suoi più importanti discorsi di “liberazione”.
Grazie a lei, e alla sua bicicletta, noi donne adesso possiamo indossare i pantaloni.
Henriette Fortuny
Henriette Fortuny fu la moglie del poliedrico artista Mariano Fortuny.
Insieme lavorarono nella loro casa-studio e realizzarono creazioni sopraffine anche nel campo della moda, intesa da entrambi come una forma d’arte.
Conosceremo Henriette mentre ripensa agli amici del passato e cammina nei grandi saloni di Palazzo Pesaro Orfei (attuale sede del museo Fortuny a Venezia), muovendo sinuosa le sue meravigliose vesti plissettate.
Rosa Genoni
Rosa Genoni fu una sarta italiana dei primi del ‘900. Grande lavoratrice e sostenitrice della capacità femminile di fare moda.
La incontreremo mentre posa per un ritratto, costretta ad una stasi poco consona al suo carattere, al fine di permettere al pittore di fissare su tela i suoi lineamenti. Seguiremo i suoi pensieri determinati e volitivi, capaci di guidarci verso il Made in Italy.
Nancy Cunard
Poetessa, editrice, intellettuale, modella. Il suo volto era iconico, i suoi pensieri unici e inimitabili.
Conosceremo questa meravigliosa figura quando, alla fine degli anni Venti, si presenterà ad una festa.
Sentiremo il suo passo cadenzato risuonare, mentre cammina incontro al suo innamorato. E capiremo perché dobbiamo in parte a lei “lo stile etnico“.
Madeleine Vionnet
Sarta, modellista, stilista: le invenzioni tecniche di Madeleine Vionnet hanno cambiato per sempre la moda nella sua realizzazione più pratica e architettonica.
Tanto geniale quanto schiva la incontreremo al lavoro, in una silenziosa solitudine capace di stimolare la sua creatività.
Insieme a lei sorrideremo nei nostri vestiti.
Coco Chanel
Figura mitica e mitologica che non avrebbe neppure bisogno di presentazioni. Tanto su di lei è stato detto e commentato, tra la realtà e una finzione alimentata dalla stessa Chanel.
Per questo motivo nel mio e-book ho voluto raccontarti una versione inedita di lei e un episodio della sua vita sconosciuto ai più.
Conosceremo, così, insieme una Chanel intima, malinconica e innamorata.
(la Coco Chanel ben prima di questi famosi scatti per intenderci)
Elsa Schiaparelli
Più artista che stilista, più innovatrice che creatrice. Padrona di confrontarsi da pari a pari con Salvador Dalì e, come lui, incapace di pronunciare la parola “impossibile”.
Assisteremo insieme ad una intervista fatta a Elsa Schiaparelli in cui la donna svelerà il suo animo sdoppiato e spiegherà che per lei la vita (e così la moda) è solo un fatto di interpretazione.
Edith Head
Celebre costumista e vincitrice di numerosi premi Oscar, incontreremo Edith Head prima delle riprese del film “La Finestra sul Cortile” di Alfred Hitchcock del 1954.
La donna aspetta, ad un appuntamento, sia il famoso regista che la futura protagonista del film (Grace Kelly).
La sua attesa sarà una occasione per riflettere sulla stretta connessione tra cinema e moda.
Mary Quant
Stilista inglese, famosa per aver “inventato la minigonna” negli anni ’60.
Seguiremo insieme i pensieri di Mary mentre si prepara per ricevere una importante onorificenza da parte della regina Elisabetta e ci proietteremo insieme a lei nella Swinging London con i suoi colori accesi e i “giovani al comando”, anche in fatto di moda.
Vivienne Westwood
Stilista inglese, madre putativa del Punk che nel racconto a lei dedicato ho voluto presentarti in una veste diversa: più riflessiva che aggressiva.
Incontreremo Vivienne nel suo luogo del cuore e lo faremo in tre momenti differenti della sua vita.
Capiremo che per riuscire a fare moda davvero ci vogliono idee e passione e non solo la voglia di “rompere le regole”.
Diana Vreeland
Scrittrice, giornalista, editrice e infine curatrice. Nessuno come Diana Vreeland ha saputo comprendere un’ immagine, nessuno come lei ha saputo tradurla in brevi e ficcanti parole.
Ascolteremo la sua voce risuonare nei corridoi del Metropolitan Museum of Art e ripercorremmo insieme a lei una carriera brillante e mai banale.
Perché la cosa davvero importante è non smettere mai di ballare.
Mi sembra quasi di immaginare Diana mentre ci invita a danzare, guardandoci così…

Diana Vreeland fotografata il 4 luglio del 1980.
(Evening Standard/Getty Images)
Perché le illustrazioni di Enrica Mannari?
Ho deciso fin da subito che le mie “ragazze rivoluzionarie della moda” sarebbero state anche illustrate.
Io penso per immagini e questo è uno dei motivi per cui ho scelto di diventare consulente d’immagine e stile.
Desideravo molto che tu avessi anche un’idea visiva di queste meravigliose donne e volevo che questa idea fosse piena, vibrante e profonda come è stata la vita di ognuna di loro.
Per questo scegliere come illustratrice Enrica Mannari, con il suo tratto potente e acceso, è stato per me naturale.
Quando abbiamo iniziato a lavorare insieme ho capito che si trattava anche di una professionista molto affine a me: colta, preparata, precisa ma anche lirica. Entrambe appassionate, passionali e allo stesso tempo rigorose e perfezioniste ci siamo proprio divertite a confrontarci!
Enrica è riuscita in una impresa impossibile: farmi registrare (e ascoltare) minuti e minuti di messaggi vocali in cui ci scambiavamo sensazioni e idee su come realizzare le illustrazioni.
A partire dai colori: la sfumatura blu intensa di un cielo stellato per Elsa Schiaparelli e le sue idee innovative, il viola a ricordare la capacità di leadership di Rosa Genoni, il prezioso turchese intonato alla personalità riservata e luminosa di Madeleine Vionnet, i colori accesi e vivaci amati da Mary Quant, il rosso fremente come le parole di Diana Vreeland.
E i dettagli come il museo Victoria and Albert Museum dietro a Diana Vreeland o il libro posto sul grembo di Coco Chanel.
Una delle mie illustrazioni preferite?
Quella che ritrae Henriette Fortuny, una donna “nascosta” dietro la fama del marito, compagna di vita e di arte di Mariano Fortuny e che mi è particolarmente piaciuto svelare attraverso questo progetto, disegnata da Enrica nel giardino della sua fabbrica alla Giudecca.
Io te lo dico: le illustrazioni sono una più bella dell’altra!
E il titolo?
Il titolo è stata l’ultimo tassello del puzzle e l’ispirazione mi è arrivata, ancora una volta, dai miei studenti o meglio dalle mie studentesse.
Alla fine dell’anno ho raccontato loro per sommi capi il progetto e ho chiesto di darmi una definizione per queste donne e ad un certo punto ecco questa esclamazione “Secondo me queste sono ragazze rivoluzionarie prof!”. Così è andata!
E adesso?
Le ragazze adesso non aspettano altro che farsi leggere e conoscere da te. E presto arriveranno tante altre novità che le riguardano (spoiler: c’entra la mia voce).
Le puoi trovare cliccando qui.
Quale storia sarà più vicina alla tua?
Io non so proprio dire quale sia la mia “ragazza” preferita: ho amato profondamente ognuna di loro.
Forse potrei dirti che Nancy Cunard ha da sempre un posto speciale nel mio cuore, ecco un piccolo estratto del capitolo che la riguarda e che ti farà capire perché:
Gli anni Venti stanno per finire, siamo a New York, in una di quelle case dove sembra poter succedere ogni cosa.
Capita qui che donne danzino tra loro al ritmo sfrenato del jazz, muovendo in modo sincopato le frange dei loro abiti.
Capita qui che si mescolino i colori, gli accenti e le intenzioni.
Capita qui che dalla porta principale entri una persona e l’intero salone si ammutolisca, rapito dal suo incedere.
Capita che quella persona sia Nancy Cunard.
Sarebbe impossibile non riconoscerla.In testa un turbante con veletta, i capelli tenuti fermi dalla brillantina, kajal nero a incorniciare i vividi occhi blu sempre indagatori, la bocca sottile dipinta di un rossetto scuro e deciso. Il suo viso è in primo piano e, con esso, il suo pensiero.
È una donna del suo tempo Nancy Cunard: dirompente, mai posa, povera (di fatto anche se non di origine), orgogliosa e che si prepara, ballando, ad una crisi che sa per certo verrà.
Una donna che usa la propria testa in modo consapevole ed è per questo desiderosa di metterla in rilievo con quei belletti ormai concessi a suo uso esclusivo. Una donna che non vede contrasto tra la cura del suo arbitrio e la cura del suo fascino e che si impegna, allo stesso modo e per sé stessa, in entrambe le cose.
E ringrazia Florence Nightingale Graham, in arte e in commercio Elizabeth Arden, per aver inventato un “total look” cosmetico, coordinando occhi vigili, bocche pronte a discorrere di libertà, e mani in movimento.
Icona di eleganza, rappresentazione di modernità, testimonianza visiva di un periodo: tutto questo è Nancy Cunard.
Chissà come continua….
E proprio Nancy è stata protagonista anche di uno dei look di PollyAnna, la mia rivista settimanale di outfit in abbonamento, di domenica scorsa (PollyAnna arriva nella tua casella di posta ogni domenica), eccolo:
Eh sì il maculato ha proprio a che fare con Nancy Cunard e con la sua idea di stile, un’idea memorabile come il tintinnio dei suoi bracciali e che ha molto a che fare anche con la moda etnica così come noi oggi la intendiamo e per cui dobbiamo dire grazie proprio a Nancy.
(per le abbonate a PollyAnna ogni look è cliccabile per capire dove acquistare i vari capi ed è corredato da una descrizione al fine di rendere ogni vestito e accessorio un alleato del proprio fisico e della propria personalità).
Sei curiosa e vorresti leggere “Le Ragazze Rivoluzionarie della Moda”?
Per festeggiare la Festa della Donna regalati o regala questo ebook alle “ragazze rivoluzionarie” che conosci (scrivimi in questo secondo caso!).
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Scrivimi! Sono proprio curiosa del tuo parere.
Questo progetto è un pezzo del mio cuore e io sono molto molto molto emozionata in questo momento!
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