Ma perché non fai un corso per diventare consulente d’immagine?
Questa domanda mi è stata fatta per molti anni.
Fino a che non mi sono sentita pronta non ho mai pensato di proporre questo corso.
È giunto il momento quando mi sono sentita di insegnare agli altri il mio lavoro, in modo efficace e credibile con:
ESPERIENZA
Non credo al detto “chi non sa fare insegna”, secondo me una persona è in grado di insegnare solo quando sa fare e quando ha sperimentato in prima persona tutte le dinamiche che i suoi allievi andranno ad affrontare.
“Quali sono le domande più frequenti da parte dei clienti?”
“Quanto vale il mio lavoro?”
“E se non riesco a capire quali sono i colori più donanti per una persona o la sua forma?”
“Ma come faccio a sapere se questa è la strada giusta per me e se riuscirò a viverci?”
Io, come ti raccontavo qui, ho lasciato il tempo indeterminato, ho stravolto la mia vita, mi sono formata e ho iniziato a fare il lavoro dei miei sogni, sono stata per un po’ nel regime agevolato dei minimi fino a diventare ditta individuale.
Adesso posso spiegare agli altri quali sono i passi da compiere, gli errori da evitare e tutte le eccezioni alle regole che impari quando un mestiere lo fai davvero e non solo sulla carta.
Farlo prima sarebbe stato superbo e inutile, per me e per gli altri.
SICUREZZA
Negli anni mi sono formata un metodo, mi sono cucita addosso un lavoro che mi consente di mettere in campo tutte le mie caratteristiche personali, i miei studi, la mia formazione e le mie esperienza professionali.
Non ho mai guardato quello che facevano i miei competitor se non per proporre qualcosa di diverso, qualcosa che somigliasse a me e al mio cliente ideale.
Per questo soffro molto quando qualcuno copia le mie idee (anche se ho deciso di ascoltare i saggi consigli di Coco Chanel).
Ho sempre cercato di interpretare la mia professione a modo mio e sulla base della volontà di offrire un servizio che fosse davvero utile a chi si rivolge a me e sempre su misura.
Ho fatto tentativi, ho avuto dei successi, alcuni pianificati altri inaspettati e ho commesso anche qualche errore.
E ancora continuo a sperimentare con entusiasmo e ansia insieme.
Sì ansia perché essere consulente d’immagine significa essere libera professionista e, se stai pensando di compiere il salto, la prima cosa con cui farai i conti, specialmente se come me hai un passato di dipendente alle spalle, sarà la libertà che da una parte ti fa respirare l’idea di poter fare quello che vuoi, dall’altra però porta con sé la responsabilità di dover far funzionare una cosa che dipende solo da te e di cui devi curare ogni aspetto, anche quelli che ti piacciono meno (da preparare le fatture a sistemare la stampante).
Per questo da anni non mi perdo un Freelance Camp, una bellissima occasione di confronto e relazione con altri freelance alle prese con gli stessi tuoi dubbi e spesso gli stessi problemi (lavoro 20 ore al giorno e non so quanto guadagno, faccio un preventivo e poi finisce che ci impiego il doppio del tempo preventivato, non riesco mai a dire di no ai clienti perché adoro quello che faccio).
La prima cartina tornasole della libertà è il fatto che con il tuo lavoro ci devi pagare l’affitto, le bollette e beni essenziali come il cibo e i vestiti 😉
E quando sei agli inizi la tua percezione è: più persone faranno la mia professione meno probabilità avrò di venire scelta.
Una percezione molto sbagliata ma anche molto comprensibile.
Solo con il tempo e l’esperienza (e qui torniamo al punto uno) capisci che i competitors sono addirittura delle risorse per te.
Il loro modo di porsi, le parole che usano, lo stile nella professione, la tipologia di documenti che inviano (o che non inviano), tutto spiegherà, a quelli che saranno i clienti giusti per te, in cosa tu ti differenzi e attrarranno invece le persone che non sarebbero state in sintonia con il tuo modo di portare avanti la professione.
Vuoi sapere in 5 minuti tutte le regole per il look perfetto e non hai voglia di raccontarmi qualcosa di te?
Leggi il mio questionario e non capisci il senso delle mie domande perché vuoi “solo” sapere cosa devi cambiare per sembrare più giovane?
Non sarò mai la consulente d’immagine adatta a te.
Però magari qualche altra lo sarà e tu sarai un cliente felice.
Grazie all’esperienza e alla sicurezza maturata nel tempo, capisci anche che insegnare agli altri a fare il tuo mestiere non significa insegnare agli altri a fare esattamente quello che fai tu, ma accompagnare nel percorso di scoperta di quello che sarà lo stile professionale di ognuno dei tuoi allievi.
Certo spiegherai loro le basi e fornirai il bagaglio formativo necessario per essere forti nell’iniziare un nuovo percorso di vita, ma l’interpretazione starà tutta nelle persone che ti ascolteranno.
Ognuno di loro percepirà diversamente quello che tu racconterai.
E tu ti arricchirai a tua volta delle loro diverse percezioni.
Si perché fare formazione significa imparare, corso dopo corso, persona dopo persona.
Lo avevo già scritto qui a proposito del mio corso su come trovare il tuo stile e imparare a comunicare con moda e immagine.
L’ho sperimentato quando, forte di esperienza e sicurezza, ho deciso di accettare la proposta di MoodArt di tenere un corso per future consulenti d’immagine.
Ecco quindi le 5 cose che ho imparato, insegnando a chi vuole fare il mio lavoro di consulente d’immagine.
1) Ogni partecipante al corso parteciperà a un corso diverso
Una delle rivelazioni che ho imparato in tanti anni di formazione è che non è detto che quello che tu dirai arriverà allo stesso modo a tutti.
Un po’ come quando due persone leggono un libro e poi te lo raccontano in maniera completamente differente.
In una versione Sara, la protagonista del libro, è una stronzetta con la puzza sotto il naso mentre in un’altra è solo una ragazza insicura che cerca di sopperire alle sue insicurezze dandosi un tono, ma è sempre sull’orlo di una crisi di nervi.
Ognuno di noi interpreta la realtà sulla base del suo vissuto e delle sue emozioni, succede anche con l’immagine.
La prima rivelazione con cui impari a fare a patti quando sei un formatore è che il tuo corso non sarà uguale per tutti e il tuo impegno più grande dovrà essere far sì che ogni versione, anche se differente dalle altre, sia accomunata dal fatto che tu hai motivato curiosità e passione e hai fatto conoscere qualcosa di nuovo e interessante.
Quando insegno Storia della Moda allo IED non importa se Dalila è stata colpita in particolar modo dalla storia delle sorelle Fontana e Ester da quella della Schiaparelli, se Claudia si è entusiasmata con le creazioni di Rosa Genoni e Anna con quelle di Dior. Quello che davvero importa è che tutte siano uscite dal corso con passione, una nuova consapevolezza per la materia e un bagaglio di ispirazioni per le loro future creazioni moda.
Allo stesso modo dopo il corso su come trovare il proprio stile e comunicare con moda e immagine, Cristina, che ha appena iniziato un nuovo percorso professionale, si focalizzerà su come la sua immagine potrà essere utile per comunicare il suo personal brand e modificherà le foto del suo sito, Barbara inizierà a sperimentare dai colori uscendo piano piano dalla sua confort zone del total black e mi sorprenderà acquistando una collana gialla che parli del suo spirito creativo e della sua intelligenza arguta, Paola troverà l’abito anima gemella che le somiglia e che diventerà anche la sua divisa, Ambra porterà a casa il valore della clemenza e inizierà a sorridersi allo specchio ogni giorno, iniziando a fare pace con il suo corpo modificato dall’età.
Così, in occasione del corso per future consulenti d’immagine di MoodArt, è stato bellissimo guidare ogni partecipante verso la consapevolezza dei propri reali interessi e comprendere, insieme, quali potevano essere le caratteristiche personali da usare per differenziarsi e comunicarsi, oltre che per costruire un business felice.
2) La bellezza della freschezza batte la superbia
Chi si iscrive ad un corso per diventare consulente d’immagine?
Ragazze giovani appassionate di moda che fotografano i loro outfit su Instagram.
Proprietarie di negozi di abbigliamento che vogliono dare un nome e un valore professionale al servizio che già svolgono da anni per i loro clienti.
Persone che si sono occupate a vario titolo di bellezza e stile e intendono implementare le loro competenze.
Donne che hanno un lavoro e una strada già tracciata davanti ma vogliono dare una chance al desiderio di seguire il loro sogno più grande.
Età, stili di vita, stili nell’abbigliamento, sicurezza, timidezza, voglia di riscatto, curiosità, passione: tutto si mescola in una classe eterogenea.
Ogni persona con il suo bagaglio, ogni bagaglio con il suo peso.
In comune due cose:
- la volontà di imparare qualcosa e capirne di più sugli altri e su sé stesse.
- il pensiero che il mondo sarebbe un posto migliore se tutti potessero mostrare la loro bellezza unica, quella che parte da dentro e illumina il fuori.
Non c’è errore più facile da fare di quello di arrivare ad insegnare ad un gruppo di persone che vorrebbe fare il tuo lavoro con un atteggiamento di superbia.
Tu sei anni che lo fai, loro devono ancora iniziare.
Tu hai un background di tutto rispetto, loro magari non sanno nulla.
Nulla di più sbagliato!
Io te lo dico le soddisfazioni migliori te le darà quasi sempre chi parte da zero: ti sorprenderà con un punto di vista fresco e nuovo, in grado di farti riconsiderare il tuo approccio alle cose e anche di far crollare alcune tue certezze.
Per una persona che non sa nulla è tutto nuovo, è tutto emozionante, non ha sovrastrutture, non ha schemi da seguire, pensa fuori dalla scatola e aiuta te e a scostare il coperchio della tua.
E a questo proposito arriviamo al punto 3:
3) Vedere la passione negli altri aumenta la tua passione
“Anna capita anche a te di osservare le persone per strada e di immaginare i colori e le forme giuste per valorizzarle? Mi sento una stalker ma è tutto bellissimo!”
“Sono tesissima per l’esame, ho pensato di creare un video della consulenza di prova”.
“Ho scoperto un mondo che non conoscevo e mi appassiona”.
“Ho capito davvero quale è il lavoro che fa per me e come voglio portarlo a termine”
Quando fai lo stesso lavoro da anni, anche se è il più bello del mondo e ti entusiasmi ogni volta e per ogni cliente, è facile entrare nella routine e stancarsi per gli intoppi e i fastidi quotidiani.
Vedere la luce negli occhi delle mie corsiste ha reso ancora più vivida quella nei miei.
Vedere la passione negli altri aumenta e rinvigorisce la tua passione.
La passione non cura la lombosciatalgia e non ti aiuta quando qualcuno di molto caro è in ospedale ma ti fa affrontare tutto con uno spirito diverso, lo spirito di chi lotta ogni giorno per la sua felicità.
La passione funzione come motore solo se capisci che:
4) La passione non è un hobby
“Ma con questo lavoro ci si vive?”
Eccola la domanda che tutte le partecipanti al corso prima o poi mi hanno fatto.
Con questo lavoro ci vivi se ti dedichi a questo lavoro.
Se fare la consulente d’immagine è il tuo piano B, perché hai visto che lo fanno in tanti, ti sembra che funzioni e “che ci vorrà mai per abbinare due vestiti” mi dispiace per te, probabilmente non ci vivrai.
Se lo fai perché ti rappresenta e ti appassiona sarai più predisposta a fare i sacrifici necessari, soprattutto in termini di investimento di tempo, per aiutare la tua attività a decollare.
Su questo sono categorica:
Quello della consulente d’immagine non è un lavoro che si può fare per hobby.
Le persone si rivolgono a te perchè tu li aiuti a raccontare la loro storia con la loro immagine, si espongono davanti a te e danno fiducia alla tua professionalità: non puoi lavorare per loro nei ritagli di tempo.
(e tu cliente diffida da chi ha un altro lavoro e fa anche la consulente d’immagine).
Quando trovi qualcuno d’accordo con te su questo, punto può accadere che:
5) I competitor possono diventare collaboratori
Ogni tanto Nicole mi fa da assistente, mi aiuta con le cose pratiche come le liste Excel importate da Mailchimp, l’editing delle foto dei post etc però per lei non è un bel vivere perché io ancora sto imparando a delegare.
Sono stata educata da capi stronzi e non è facile stare al passo con la mia mania di perfezione e le mie altissime aspettative (e se collaboro con Nicole da mesi vuol dire che è brava e anche un po’ santa).
Sì sono un po’ come lei.
Osservando però la passione e la voglia di fare delle corsiste di MoodArt, mi è venuta voglia di continuare a formare chi vorrebbe fare il mio lavoro.
Ti piacerebbe lavorare con me?
Contattami, ma prima di fare di me la tua Miranda potresti fare un pensiero su questo corso online o su questa giornata di formazione.
Ti formerò sulle basi della professione e capiremo insieme se tu sei adatta a fare la consulente d’immagine e se noi siamo compatibili l’una con l’altra.
Non vedo l’ora di capire cosa mi puoi insegnare.
[…] ho pensato a questo corso e mi sono sentita pronta per proporlo, come spiegavo qui, ho subito avuto chiaro in mente cosa volevo succedesse alla fine per le sue partecipanti: volevo […]