Il tuo stile nell’abbigliamento parla di te.
La tua immagine parla di te (sono anni che lo ribadisco e no non sono stanca di ripeterlo)
E lo fa anche se non te ne rendi conto.
In quei primi famosi 60 secondi in cui ci presentiamo a qualcuno per la prima volta.
In cui il cervello osserva, vede e crea inconsci pre-giudizi che ci vorranno 4 successivi incontri per confutare.
Che sia un rapporto dal vivo oppure filtrato attraverso la nostra foto profilo o le foto in cui siamo stati taggati sui social network.
Il modo in cui ti vesti è fondamentale per raccontare chi sei e chi vorresti essere.
Anche a te stessa/o, se ne prendi coscienza.
Il tuo look spiega la tua personalità.
E anche le tue emozioni più profonde.
Colori, forme, dettagli, persino il modo in cui ti acconci i capelli (leggi qui se non ci credi).
Ragionare sulla nostra immagine è una faccenda complessa.
Ed è questo il motivo per cui, come ti raccontavo qui, ho scelto di fare proprio la consulente d’immagine.
Il mio è un lavoro ricco di sfaccettature perché ha a che fare con l’intimo delle persone.
Mi permette di impegnarmi al massimo nel partire da fuori per raccontare il dentro.
Attraverso un vero e proprio processo maieutico.
Che porta allo svelamento prima che al cambiamento.
Leggo con avidità le storie delle persone che si rivolgono a me e, con passione e amore, le aiuto a trasmettere il meglio di sé, della loro personalità, del loro modo di essere.
Per questo mi scappano due lacrime quando scopro commenti come questi da parte delle mie clienti, a testimonianza spontanea del lavoro con me (Rosy chiedeva in un gruppo su Facebook consigli su una consulente d’immagine a cui rivolgersi):
Sono profondamente convinta che trovare il tuo stile serva a comunicarti.
Non a caso il mio corso più richiesto ha questo titolo:
“Trova il tuo stile e usa moda e immagine per comunicare”
(la prossima data è sabato a Milano, poi Bologna, segnati qui il lista d’attesa per dirmi dove ti piacerebbe fosse il prossimo incontro, in pole position Roma e Torino stando alle persone già iscritte)
E proprio le corsiste, dell’appena trascorsa data veneziana, mi hanno fatto riflettere riguardo ai due punti su cui è più facile confondersi e fermarsi in questo processo di svelamento.
Eh sì, come ti scrivevo qui ogni volta che insegno imparo anche tantissimo.
Come chi è venuto ad ascoltarmi, sente, anche nei giorni successivi, la mia vocina che gli parla mentre si prepara per vestirsi
così io sento risuonare nella mia testa le loro voci, i loro dubbi e le loro affermazioni.
E cerco di capire come dare una risposta sempre più chiara.
Due sono i falsi miti più difficili da confutare:
PRIMO: Vestirsi bene è solo una questione di forme
Coco Chanel diceva che la moda “è fatta di proporzioni e di geometrie”.
Quindi se impari a fare i conti, a capire dove aumentare e dove diminuire per ottenere la giusta proporzione, alla fine, il risultato ti viene.
Perché allora ci ritroviamo così spesso a osservare, con sguardo desolato, il nostro armadio e a dire “non ho niente da mettere”?
Perchè quella gonna, perfetta per la tua forma a pera, o quella blusa, con scollo incrociato ideale per te che sei mela, finiscono con il giacere perennemente nell’armadio?
La mia domanda è:
guardando questi capi puoi affermare : riconosco me stessa oltre che il mio fisico?
Vestirsi non è solo una questione di forme è una questione di personalità.
Ti faccio un esempio.
Il corpo di Coco Chanel, magro e solido, era certo perfetto per indossare il suo famoso “Little black dress”.
Però l’unione della stilista e dell’abito va oltre.
Trova le sue origini nell’uniforme che Coco era costretta ad indossare in orfanotrofio, dalle suore a Aubazine, dove ogni giorno sperava nel ritorno del padre Albert.
Trova il suo significato nell’essere così simile alla divisa da cameriera che la stessa Coco, per mantenersi, aveva dovuto portare.
Trova la sua realizzazione nella sua stoffa ruvida e spessa e la sua provocazione nel concetto di lusso mancato che diventa status symbol, proprio grazie alla sua contraddizione e alla sua diffusione.
Il little black dress era adatto per vestire Coco e tutte le donne come lei che, dopo la guerra, si preparavano a lottare per conquistare il mondo, con praticità, usando tutte le armi in loro possesso e nonostante la loro condizione economica.
Il little black dress divenne così famoso perché vestiva un tipo di spirito, prima che un tipo di corpo.
Così il tuo corpo può essere una base di partenza ma non la soluzione.
Come scrivevo, qui su C+B, sono 5 le domande da porsi quando si ragione sulla propria immagine e il proprio stile
- cosa mi valorizza fisicamente e cromaticamente?
- che stile mi piace?
- questo stile sta bene/si addice alla mia personalità?
- questo stile sta bene/si addice al mio stile di vita
- quello che mi valorizza, mi piace e mi si addice è in linea con la mia marca personale e professionale?
Rivolgendosi ad un consulente d’immagine, ci si dovrebbe aspettare una risposta a tutte le domande appena elencate.
E lo stesso principio vale se il percorso per trovare l’immagine giusta si intende portarlo avanti in maniera autonoma.
Se gli abiti ti donano fisicamente ma non sono inseriti nel tuo racconto per immagini non ti sentirai mai davvero a tuo agio.
Non li porterai mai con naturalezza e fierezza.
Non riusciranno a comunicarti.
Poniamo tu sia fortunata/o e che il tuo corpo sia perfetto.
Significa che puoi indossare di tutto?
Guarda queste due donne bellissime.
La prima è Cate Blanchet, una intensa attrice, ha un abito in colore pastello, con applicazioni floreali, dal tono romantico, sognante e fiabesco.
La seconda è Heidi Klum, una modella famosa per il fisico statuario, ha un abito in colore pastello, con applicazioni floreali, dal tono romantico, sognante e fiabesco.
Il primo look è riuscitissimo.
Nel secondo stona qualcosa.
Eppure l’abito Armani di Cate non è meno bello di quello Marchesa di Heidi.
I colori degli abiti sono originali e donano all’incarnato delle due star.
Perché allora l’effetto di Cate è quella di una moderna e raffinata ninfa e invece Heidi sembra una bomboniera?
Semplice!
La prima indossa un abito che le somiglia, la seconda no.
Cate con quello sguardo nostalgico e struggente, i lineamenti imperfetti e intensi può permettersi anche di abbinare un abito riccamente decorato ad accessori importanti ma sempre sinuosi.
La posa da modella di Heidi non è morbida come morbido e fluttuante è l’abito che indossa.
Il primo passo, e anche il primo scoglio (e non a caso il primo argomento che affronto durante il mio corso) è proprio venire a patti con la propria bellezza (specialmente quando si parla di una donna).
Prendere consapevolezza di quello che siamo, scardinando i pregiudizi che la bellezza porta con sé.
Proprio come fanno le signore di Advanced Style e Iris Apfel, ormai famose e di cui ti parlavo già in questo post un anno fa.
Su quello scoglio finiamo con l’arenarci per la memoria di quella frase dell’antica Grecia che recitava “καλὸς καὶ ἀγαθός (“kalos kai agathos”).
Quello che è bello è anche buono.
Ci areniamo di fronte a quelli che sono i canoni di bellezza.
Qualcosa, se ci pensi, di assolutamente relativo che cambia nel corso del tempo.
e nei luoghi.
Ricordi questo esperimento di cui avevo scritto su Donna Moderna?
Guarda bene il video qui perché merita.
Così noi ci affanniamo a capire come come mutare insieme a questi canoni.
Focalizzandoci su tutto quello che abbiamo di “troppo” o “troppo poco”
Le gambe troppo grosse o troppo magre, i fianchi troppo larghi o troppo stretti, il sedere troppo tondo o troppo piatto, il seno troppo ampio o troppo piccolo,
E studiamo il nostro corpo come fossimo un ingegnere pronto a prendere misure e fare calcoli.
Chiariamoci.
Anche io, se ti faccio una consulenza, ho bisogno di vederti, o ricevere una foto di te, in intimo, per rendermi conto della base di partenza.
E oltre alle forme osservo i tuoi colori.
Quello che sostengo è che fermarsi qui, limitarsi alle forme però, secondo me, è un vero peccato.
Il ruolo della moda non è che di coprirci nel modo giusto ma di farci esprimere attraverso il suo enorme potere comunicativo.
Il bello della moda è che ci consente di interpretarla con la nostra personalità.
La moda ci permette di comunicare quello che siamo, che siamo stati e che saremo (ti scrivevo qui che le sfilate moda sono un vero esercizio di osservazione del futuro).
E ci mette nella condizione di sperimentare e giocare.
Seguendo le nostre naturali inclinazioni.
Così se io sono una persona morbida, che lavora sul movimento fluido per mestiere, che ha bisogno di un abbigliamento che segua questi movimenti e valorizzi il mio modo di essere sciolto.
Se non sopporto nulla che mi costringa e mi sento un po’ figlia dei fiori e della Natura.
Anche se il mio fisico è a pera non le metterò mai quelle gonne rigide e strutturate che tanto mi donerebbero.
Sarebbe come se scegliessi la persona giusta per una serie di calcoli e proporzioni ma non perché mi fa battere il cuore.
Quella che si adatta perfettamente al mio modo di essere.
L’anima gemella che somiglia al mio io più profondo.
Te lo dicevo anche in questo articolo invitandoti a comprare quello che ti somiglia, per non sbagliare mai gli acquisti.
E in questo la consulenza d’immagine può e deve diventare il tuo cerotto della bellezza, come scrivevo qui.
SECONDO FALSO MITO:
Trovare il tuo stile NON significa trovare UNO stile.
“Io non mi sento uguale tutti i giorni: oggi indosso volentieri il pantalone a zampa d’elefante con il gilet con le frange e domani magari vorrò mettere l’abitino da signorina per bene”.
Ottimo!
Trovare il tuo stile significa parlare sempre di te attraverso le tue scelte di abbigliamento.
Non indossare sempre la stessa divisa.
Certo, come ti scrivevo qui, optare sempre per la stessa divisa può rivelarsi un scelta comoda ma certo non una scelta facile.
Devi trovare davvero un capo, o un insieme di vestiti, che ti rappresenti in tutto e per tutto.
Quello che davvero è il tuo stile passa per i dettagli.
E si esprime attraverso il magico potere degli abbinamenti.
Ti è mai capitato di vedere due persone indossare lo stesso vestito in modo così diverso, da renderlo quasi un capo differente?
A me sì:
Così, va benissimo che tu ti senta un giorno super casual e il giorno dopo bon ton ed bello assecondare il cambiamento, che racconta proprio le diverse anime di te.
Quegli abiti li porterai diversamente da chiunque altro perché sarai tu a portarli.
Trovare il tuo stile non significa “avere sempre lo stesso stile”.
Ma modularlo in base alle tue emozioni e anche alle tue occasioni.
Guarda questi look di Michelle Obama.
Sono molto diversi no?
Eppure c’è sempre qualcosa di lei in ognuno.
Riesce sempre ad interpretare la moda con la sua personalità.
Innanzitutto perché Michelle è una che ha capito che la felicità è a colori.
Il tuo look ti assomiglierà proprio grazie alle tue scelte di abbinamento.
Grazie agli accessori che sceglierai.
I colori che indosserai.
Se sei iscritta/o alla mia newsletter sai che ogni inizio mese ti racconto un colore e le sue proprietà comunicative (altrimenti puoi farlo qui).
Sei più da equilibrato blu, ottimista arancione o delicato rosa finora?
Ami i tessuti etnici?
Le fantasie?
Gli elementi luccicanti?
I tocchi irriverenti e inaspettati?
Se non riesci a capirlo chiedi aiuto ai vestiti nel tuo armadio e, approfitta del cambio di stagione, per ragionare insieme a loro, che ti conoscono meglio di chiunque altro e ti accompagnano sempre, su chi sei.
Fai loro queste domande.
E quando vai a fare acquisti prova questo esercizio.
È una cosa che richiede impegno, non posso negarlo.
Ma porta con sé consapevolezza, autostima e anche un risparmio economico.
Così ogni giorno, anche tu come Iris, potrai dire:
All’inizio ti sembrerà difficile ma, con il tempo, sarà tutto naturale.
E sorriderai sempre di più guardandoti allo specchio.
Perché ti riconoscerai.
E chi ti incontrerà potrà conoscere il meglio di te fin dal primo sguardo.
Provaci, io sono qui a farti da supporter e a tenerti virtualmente la mano.
E non aver timore di scrivermi i tuoi dubbi di stile.
Magari non subitissimo, ma ti prometto che rispondo.
Inoltre, se stai pensando ad una consulenza sappi che io lavoro in modo sempre personalizzato e per questo prevedo un incontro gratuito via skype, prima di iniziare, così da capire se sono proprio io la persona giusta per te.
Un abbraccio!
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