L’animalier è di tendenza!
Lo avevi notato? Forse perché abbiamo bisogno di forza e decisione! (e la moda risponde sempre ai nostri desideri, anche a quelli che non sappiamo di avere)
Che ne pensi di questa stampa? Ti piace o non ti convince?
Vorresti capire come abbinarla proprio a te?
Eh sì perché, lo sai: è così che mi piace interpretare le tendenze moda. Aiutandoti a capire come indossarle in una maniera che ti somigli e si intoni sia alla tua personalità che alla tua quotidianità.
Ma andiamo con ordine: partiamo dalle origini, partiamo dalla storia.
La storia dell’animalier!
L’animalier fa parte del nostro abbigliamento da sempre, direi da quando non avevamo altro che le pellicce degli animali che cacciavamo nella Preistoria per vestirci.
Fino a che la pelliccia di un certo tipo di animali, come per esempio il leopardo, è diventata simbolo di distinzione, perché difficile da reperire.
Così nel Settecento bordi leopardati facevano capolino sia sui capi d’abbigliamento femminili che su quelli maschili (che in quel periodo erano oggetto di particolare cura, specialmente nei dettagli).
Elemento di lusso ed estro: così come lo intendeva, nel periodo della Belle Epoque, la Marchesa Luisa Casati, di cui ti avevo parlato qui, che non solo aveva una passione per la stampa animalier ma possedeva anche dei leopardi da tenere al guinzaglio come animali domestici.
Dovranno arrivare i ruggenti anni Venti per dare una diversa connotazione alla stampa animalier.
In quel periodo si assiste, infatti, a una nuova fascinazione per l’Africa e a un “Rinascimento” (proprio così viene chiamato) della cultura afro-americana.
Gli uomini di colore che suonano il jazz affascinano con il ritmo sincopato della loro melodia.
E i balli sfrenati di Josephin Baker, definita la “Venere Nera”, pur se con un attitudine comica e scanzonata, portano l’Africa in Occidente e conducono verso un’esotica dimensione lontana.
(capitava che Josephine si esibisse anche con dei leopardi al suo fianco).
E poi c’è lei, Nancy Cunard…
Una ragazza rivoluzionaria: poetessa, scrittrice, musa e icona di un periodo.
Nancy che, nel 1928, si innamorò di un jazzista afro-americano e, con lui, della sua cultura.
Lei che viaggiò verso l’Africa e lì acquistò dei bracciali in legno e avorio che portava a lunghe file sulle sue braccia, come feticcio e tratto distintivo.
Nancy che curò il libro “Negro an Anthology” con l’idea di “far parlare per la prima volta i neri dei neri”.
Lei che decise di “portare l’Africa sul suo corpo”!
E indossò abiti dal tessuto maculato, combinando le stoffe africane ai suoi capi più europei, come il giubbino in pelle usato dai piloti dell’areonautica inglese.
Nancy a cui dobbiamo la moderna concezione dello stile etnico e che, per questo, ho scelto di raccontarti tra le mie “Ragazze Rivoluzionarie della Moda“.
Negli anni ’50 le cose cambiano di nuovo!
Christian Dior, l’astro nascente della moda che il 12 Febbraio 1947 aveva conquistato il mondo con il suo “New Look”, decide di far sfilare l’animalier in passerella.
Tributandogli nuovamente il merito di farsi “indicatore del benessere“.
L’idea è di Mitzah Bricard, musa, amica e consulente artistica del grande couturier.
Mitzah aveva capito quanto le donne avessero il desiderio di mostrare con chiarezza, attraverso la propria immagine, che la miseria della guerra era davvero finita.
L’animalier, dopo i rigori del secondo conflitto Mondiale, conquistò le signore della buona società che sfoggiarono, con femminile orgoglio, questa fantasia sui loro abiti.
Sia di giorno che nella versione serale.
Optando per un “total look“, oppure, facendo intravedere l’amata fantasia animalier attraverso alcuni dettagli delle mise, sapientemente posizionati.
La fantasia animalier diventò, negli anni ’50, la prediletta dalle signore tese a cercare uno stile bon-ton che bene si accordasse alle loro sfarzose abitudini di vita.
Ma si combinò bene anche allo spirito sensuale e indipendente delle pin-up, come Ava Gardner e Bettie Page (che vedi nelle immagini sotto).
Donne pronte a farsi notare e “cambiare gli schemi” con le loro forme prorompenti e scandalose.
Sensualità e desiderio di ostentare benessere.
In una parola: Marilyn Monroe nei panni di Lorelei Lee nel film “Gli uomini preferiscono le bionde” del 1953.
Negli anni ’60 l’animalier continuerà ad essere proposto sulle riviste.
Splendidamente interpretato dalla bellezza statuaria e fuori dai canoni convenzionali dell’esplosiva modella Veruschka.
Fino a tornare davvero in auge negli anni ’70: era la stampa perfetta per “rompere le regole”!
La pensava così anche Sid Vicious la figura più controversa della band punk “Sex Pistols”.
Lo sapevi che fu Vivienne Westwood, una delle mie Ragazze Rivoluzionarie della Moda, a disegnare e realizzare gli abiti per questo gruppo musicale, in collaborazione con il compagno Malcom Mc Laren?
Inventando così il punk!
Camicia animalier, giacca in pelle e pantaloni rosa: shockare per trasformare!
Perché nulla deve tornare come è stato ed è ora che anche l’abbigliamento maschile torni a liberarsi!
Con l’arrivo degli anni ’80 e del “power dressing” l’animalier si intonerà perfettamente alla voglia di farsi notare e di darsi tono e spessore tipica di quel periodo.
Negli anni ’90 sarà lo stilista Azzedine Alaïa a a consacrare nuovamente l’animalier all’altare della moda, facendolo indossare alle sue super-modelle.
L’animalier si intona a tutte?
Certo! Dipende da come lo indossi!
Osserva come un cappottino animalier può assumere un aspetto chic portato da regine, first lady e attrici divine.
Oppure essere declinato in modo sensuale e audace.
Tutto dipende dalle tue scelte!
E dal tuo modo di essere!
Accorda l’animalier alla tua personalità!
Ti somiglierà una tuta animalier come quella che sfoggia Meryl Streep in queste bellissime immagini?
O preferirai declinare questa stampa in altro modo?
Magari optando per un paio di pantaloni, un vestito o anche, solo, un costume animalier.
L’eleganza sta nei particolari!
L’idea di provare l’animalier ti intriga ma non sai se te la sentiresti di osare?
Inizia con i dettagli!
O con gli accessori!
Che ne dici di un cappello maculato come quello indossato da Audrey Hepburn nel film Sciarada?
O questo portato da una giovanissima Sophia Loren?
E se poi prendi confidenza, accorda due dettagli con la stessa fantasia: sarai elegantissima e armoniosa.
(lo spiego anche in Fiorisco).
Questo consiglio vale a tutte le età!
Il segreto dell’animalier!
L’animalier custodisce anche un segreto speciale: ti permetterà di accompagnare con grazia le forme del tuo corpo per via fantasia continua, capace di creare un effetto “camuffamento”.
Nessuno noterà quelli che tu ritieni essere i tuoi difetti!
E questo segreto renderà l’animalier adatto a tutti i tipi di fisico.
Ti ho fatto venire voglia dell’animalier?
Tentenni perché pensi che possa fare un po’ “signora” e non riesci ad immaginarlo in chiave moderna?
Osserva questa combinazione per ricrederti:
(trovi questo look in questo numero di PollyAnna)
Tutto è possibile nello stile se si intona proprio a noi!
Sei più tipa da gonna?
(trovi questo look in questo numero di PollyAnna)
O da pantaloni?
(trovi questo look in questo numero di PollyAnna)
La stampa maculata può assumere tante forme e colori:
(trovi questo look in questo numero di PollyAnna)
Trasformarsi in un accessorio:
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Adattandosi a qualsiasi occasione:
(trovi questo look in questo numero di PollyAnna)
Ti piacciono i miei look e ti ho ispirata?
E vorresti tanti altri miei consigli di stile e abbinamento per portare l’animalier nel tuo armadio e nella tua vita?
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PollyAnna è la mia rivista di look che ti aiuta a scoprire come illuminare i tuoi look e scoprire gli alleati della tua bellezza e della tua personalità.
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Sarebbe bellissimo continuare a raccontarti le mie storie di moda!
Intanto io ti abbraccio e ti auguro buone sperimentazioni!
Che l’animalier sia con te!
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