Lo dico spesso ai miei clienti: il segreto nello studio della consulente d’immagine è come quello nello studio di un medico (o se ti piace di più nel confessionale del prete).
Eh sì perché con il consulente d’immagine ci si mette a nudo, fisicamente e emotivamente.
È un fatto: vedere una persona in mutande e reggiseno ti mette in una posizione di forzata intimità, che necessita di una buona dose di tatto per non diventare invasione.
D’altra parte come potrei lavorare bene su una persona senza sapere chi è?
Qual è la sua storia?
Così da poter abbinare a questa storia una immagine coerente e luminosa.
Così da capire il suo rapporto con lo stile, con i vestiti che sceglie di indossare.
La percezione che ha del suo fisico.
Della sua bellezza e dei suoi pregiudizi , specialmente se è donna.
Lavorare sulla immagine di una persona è una cosa serissima.
La tua immagine è la prima cosa che gli altri vedono di te, in maniera silente e prepotente insieme definisce il tuo posto nel mondo agli altri, e lo fa senza filtro, ad una prima occhiata.
Quasi brutalmente e con un processo automatico, impossibile da fermare: è il cervello che funziona così.
Vede, apprende, posiziona, schematizza, deduce.
L’immagine è uno strumento che può nascondere insidie e difficoltà ma che, padroneggiato, aiuta a sentirsi consapevoli e collabora con te per farti sentire più sicuro.
Se io so quello che la mia immagine dirà di me, ne sono consapevole e mi piace perché racconta in maniera coerente chi sono davvero, posso lasciarla parlare e arrivare dopo, con calma superando un po’ di mia timidezza.
Quando incontro qualcuno di nuovo, ad un colloquio di lavoro, ad un evento, se devo salire su un palco.
E questa consapevolezza passa anche dall’aspetto fisico.
Se io so che i vestiti che ho scelto valorizzano il mio fisico, mostrando i miei punti di forza e minimizzando i miei difetti, mi sento meglio.
Non sono impegnata a sistemarmi continuamente la gonna perché, se sale, poi si vedono le cosce grosse, non mi tiro la maglietta affinché non aderisca sulla pancetta gonfia a causa della pizza che ho mangiato la sera prima.
Non controllo ossessivamente che la scollatura faccia intravedere le smagliature sul seno.
Eh sì ho le smagliature sul seno da molto tempo ormai.
Per gli ultimi anni di scuola elementare e alle medie sono stata una bambina cicciottella, mia madre diceva robusta (mamma ti voglio un bene dell’anima ma quanti complessi legati a questa parola).
Con conseguenti prese per i fondelli dei compagni e delle compagne che mi davano anche della “tettona”.
Mi si era ingrossato infatti anche molto il seno.
Così terza media ho preso due decisioni fondamentali: mi sarei tagliata i capelli corti e sarei dimagrita.
Ho fatto tutte e due, la prima con più agio la seconda con molta fatica.
Mangiavo molto molto poco, facevo esercizio e ogni sera a letto misuravo con le mani la pancia dicendomi “domani sarà ancora più piatta”.
Purtroppo la mia pelle è poco elastica.
E il dimagrimento netto ha portato con sé anche le smagliature.
Da lì passare da un complesso all’altro è stato breve.
E per quante creme io abbia usato, le smagliature lì dal seno non se ne vanno e ora so che mi faranno compagnia per sempre.
Per molti anni ho tentato di nasconderle, facendo della maglia a collo alto la mia migliore amica.
Poi il primo fidanzato serio e duraturo che mi voleva femminile e mi impediva di mettere i pantaloni, mi ha fatto scoprire le maglie scollate.
Nella devianza mentale di questa situazione (l’insicurezza porta nella giovane età a desiderare compagni che la fomentino anziché eliminarla) ho almeno abbandonato il fidato lupetto.
E capito che il mio seno anche con un po’ di smagliature non è così male.
Però ricordo ancora con dolore il mio papiro di laurea in cui insieme a me, disegnata in mutande e reggiseno (immagine tipica di un papiro di laurea di chi è uscito dall’Università di Padova, la goliardia la abbiamo inventata noi), insieme a phon, abitini e trucchi (sì sono sempre stata così) c’erano anche loro, lì, nero su bianco, sopra al mio seno: le smagliature.
Che a quanto pare erano diventate così tipiche di me e conosciute da venire pure ritratte da Anna, la compagna di corso che si era occupata del papiro.
(nota dell’autrice: questo post doveva uscire due giorni fa corredato da foto del papiro, sono due giorni che quella santa donna di mia madre -robusta a parte- lo cerca ma non è saltato fuori, quindi vi dovete accontentare di questa foto in cui le smagliature non si vedono bene, ma ci sono fidatevi, il mio cuore ancora un po’ sanguina).
Le smagliature sono sempre qui con me.
Cicatrici indelebili delle mie insicurezze.
Promemoria perenne della vulnerabilità altrui.
Del fatto che ognuno di noi ha un punto debole e che siamo tutti imperfettamente uguali in questo.
Le smagliature mi aiutano ad essere empatica quando leggo i questionario di risposta dei potenziali clienti, le mail di coloro che iscrivono ai miei corsi, le parole di chi vorrebbe fare a patti con la propria immagine e trovare uno stile che lo rappresenti a pieno.
E quando trovo scritto frasi come:
“Le mie cosce sono ENORMI”, “ ho i capelli informi”, “il mio viso non è mai stato bello” “dopo le gravidanze non mi riconosco più nel mio peso”
le mie smagliature sono lì pronte a dirmi che nessun complesso va sottovalutato e che la percezione che abbiamo del nostro corpo, per quanto sia falsata (come racconto al mio corso su come trovare il tuo stile e comunicare con moda e immagine, noi donne ci vediamo il 30% più grasse di quello che siamo), per noi è vera e condiziona le nostre scelte.
Il nostro modo di relazionarci nel mondo.
La nostra immagine e il nostro stile.
Le smagliature mi aiutano a prendermi cura delle insicurezze altrui forte delle mie.
Le smagliature hanno affinato la mia sensibilità e favoriscono il processo di intimità che si instaura con le persone con cui lavoro, quando entro, realmente o virtualmente nei loro armadi, nella loro vita.
Le smagliature mi ricordano che non importa che difetto tu abbia, basta imparare a vestirlo e a valorizzarlo e lui ti renderà unica.
E che probabilmente sarà proprio quel difetto a definire la persona che sei e che diventerai.
Come fare a rendere i tuoi difetti un punto di forza?
La strada è lunga ma intanto comincia con questi due esercizi quotidiani:
SII CLEMENTE
Ogni volta che ti verrà da criticare l’aspetto fisico di una persona ricordati di loro e del fatto che siamo tutti imperfetti.
NON NASCONDERTI
Ricorderò sempre il momento in cui, durante un evento, al momento delle domande una signora mi chiese “ecco io ho una domanda, vorrei capire come nascondermi ancora di più con i vestiti, sono ingrassata e non riesco ad accettarlo”.
I nostri vestiti sono i nostri alleati.
Però non si alleano con noi per nasconderci.
Sono invece un valido strumento per valorizzarci attraverso le loro forme, i loro colori e gli abbinamenti.
Sei ingrassata e non ti piaci più?
Usa il magico potere degli abbinamenti.
Ricorda che con un po’ di luce si risolve tutto.
Indossa una collana lunga, colorata e illumina il viso con orecchini luccicanti, saranno meglio del make-up per far risaltare la bellezza del tuo volto.
Approfitta di questa nuova condizione per dare risalto alle parti del tuo corpo che non sono ingrassate: mani e piedi. Opta per uno smalto curato, completato da un anello in tinta e divertiti ad acquistare scarpe originali.
E tu, quali sono le tue smagliature?
Mamma Shalma dice
Sono piena di smagliature: braccia, seno, pancia e fianchi. Ridendo e piangendo mi chiamo “la donna tigre”. Subito pensavo alla chirurgia per toglierle poi cerco di convincermi che sono la mia medaglia per aver fatto i miei due figli. Però non riesco più a mettere le magliette che lasciano intravedere la pancia e ho finito con l’aver paura dell’intimità. Questo post mi è piaciuto molto. Mi ha commosso.
Anna dice
La chirurgia purtroppo non riesce a molto, ovviamente se il disagio è tanto sono la prima a dirti di fare una visita e farti fare un preventivo (così ti chiarisci un po’ le idee in base a quello che ti dice il medico sul risultato effettivo). Però “medaglia” è un bel concetto. <3
Maria dice
Che bello questo topic, brava Anna!
Le mie smagliature sono i miei polpacci muscolosi, che derivano sia dalla struttura fisica ereditata dai miei genitori, sia dalla tanta attività sportiva che ho fatto in gioventù (e continuo a fare).
Combatto da sempre con lo stereotipo che vuole i muscoli come “mascolini”, anche se la logica mi dice che non è così anzi.. i muscoli ben sviluppati proteggono le articolazioni dalle patologie e dai rischi.
Tantè, in queste cose i ragionamenti vanno a farsi friggere, e se ci mettiamo in più un fidanzato (poi marito, ora ex) che mi ha martellato per anni che dovevo coprirmi, evitare di mettere le gonne, insomma “vergognarmi”.. ecco il gioco è fatto: il mio guardaroba contempla solo pantaloni!
Cambierò?
Anna dice
I fidanzati (mariti, ex) sbagliati servono a farci capire che forse è ora di cambiare strada nell’atteggiamento verso noi stesse! Vogliamo gente che ci ami non che ci faccia vergognare. Chiaro? <3
CHIARA dice
La nonna, la mamma, la zia: tutte a dirmi che avevo sedere e fianchi grossi e ad inventare di tutto per nasconderlo, ci si sono adoperate con tanto “affetto”, ma facendomi sentire “un elefante”. Dalla loro parte c’era la moda di allora, quella delle taglie over size di quando ero adolescente. E lui che stava sempre lì, sta ancora lì, abbondante ed evidente!
Adesso mi piace così. Ci ho fatto pace, negli anni, imparando a credere che i complimenti a lui diretti, potevano essere veri. Fino ad ascoltare chi, intorno a me diceva “Va bene! Hai le curve al posto giusto!”. Primo tra tutti, mio marito e…anche tu, Anna, l’hai detto, nella giornata di giro shopping. Mi sei stata subito simpatica: avevi sciolto il ghiaccio così, sulle mie forme, facendo capolino nello spogliatoio, professionale e serissima, per il primo step: l’osservazione e l’ascolto della cliente 😉
Anna dice
Grazie <3
Lo dico, lo faccio dice
tu mi hai rubato il cuore, lunedì esce il mio post su di te :))
Carmen Pelaia
Anna dice
Grazie <3 E mandami il link del post così lo leggo di sicuro!
Lo dico, lo faccio dice
cara ecco il link!!
http://www.lodicolofaccio.it/2016/02/il-personal-look-di-noi-creative.html
Carmen
Elisabetta dice
Mi viene da piangere, sai? Perché mi guardo allo specchio e mi odio, perché non ho più voglia di prendermi cura di me. Delle mie coscione, del mio culone, della panza che dopo la gravidanza è rimasta tutta lì. Delle mani e dei piedi, che solo quelli mostro e neanche quelli son più curati. E mi viene da piangere ma neanche questo serve. Mi leggo e mi rileggo il tuo post, intanto…
Anna dice
Non piangere! Sei bellissima. Prova a guardarti allo specchio come se guardassi il viso di un’altra e focalizzati sui pregi. Che sicuramente ci sono!
Elena dice
Dopo i 40 ho pensato che le imperfezioni fossero solo un segno del fatto che ho vissuto e bene e, accettandole, mi sono sentita meglio!
Chiara dice
Sono vittima del mio viso serio, del mio corpo a caffettiera e del mio tentare di passare inosservata. Grazie, tenterò di prendermi cura di me, non avere un viso così serio e di valorizzarmi.
Anna dice
Un abbraccio!