Dopo il matrimonio alle donne viene voglia di tagliarsi i capelli.
La credevo una diceria, motivata anche dal fatto che le povere sposine, una volta messo l’anello al dito, si potevano liberare di quei lunghi capelli virginali, fatti crescere per venire posti, il giorno fatidico, in complesse acconciature complete di trecce, applicazioni, perline e persino fiori veri.
Eppure anche io, io che a dire sì ci mi sono presentata con il mio caschetto liscio di ordinanza ornato da un cerchietto sobrio in tema con il matrimonio (i pois), creato appositamente per me da Barbara Guidi (piccolo collage spoiler matrimonio, foto Paolo Castagnedi).
Io, dicevo, non sono stata l’eccezione alla regola e, poco dopo il matrimonio, su Facebook, colta da improvvisa malinconia, ho enunciato il seguente desiderio:
Ho ricevuto tantissimi commenti e molti complimenti (troppo buoni).
La maggior parte mi diceva di farlo, di tagliare i capelli.
Bello sì, per un momento ci ho pensato seriamente.
E ho ripensato anche alla mia personale relazione con i capelli.
All’asilo mia madre per comodità decise che il caschetto corto (proprio come quello che porto adesso) fosse la cosa più facile per mantenere puliti e ordinati i capelli liscissimi. D’altra parte lei, che dentro è un vero maschiaccio (sì salta una generazione lo so), mai si è dilettata a fare trecce, code e codine a me e mia sorella.
Per protesta alle elementari ho tenuto i capelli lunghi fino al sedere come la Panicucci dei tempi d’oro. Tipo così:
Alle medie l’ennesima rivoluzione: i capelli corti ,e siccome erano gli anni 90, pure con una treccina dietro (Noemi levati sono arrivata prima io).
Da lì “if you try capello corto you never go back” e alle superiori sono persino arrivata a rasarli.
Un ricordo indelebile di quel periodo: io che scendo le scale perché la mia amica Silvia è venuta a prendermi per uscire il sabato sera, la saluto e lei, a cui non avevo detto nulla del taglio, scoppia a ridermi in faccia. Bei momenti.
Ad un certo punto all’Università ho ritrovato lui: il caschetto o meglio lei: Louise Brooks.
Mia icona di stile assoluta.
Aggiungici poi che il caschetto è la forma in cui i miei capelli si acconciano naturalmente e senza bisogno di piega (regola numero uno per trovare il taglio giusto).
Insomma la storia (interrotta all’asilo) è ricominciata.
Ci siamo lasciati per brevi periodi (come testimonia anche la foto dello status su Facebook) ma alla fine sono sempre tornata da lui. Da caschetto.
Tanto che il grafico che aveva curato la prima versione del mio sito lo ha inserito anche nel mio logo:
Infatti molti commenti si sono focalizzati su questo:
I miei capelli sono legati al mio personal brand e cambiare pettinatura è un fatto di rebranding.
Certo io li ho inseriti nel logo, ma cosa raccontano di me agli altri?
Il mio taglio rigoroso e perfettino che promessa di valore sottende all’interno del mio personal brand e come si uniforma con il resto della mia comunicazione. Per esempio con il mio stile di abbigliamento invece poco rigoroso e abbastanza sopra le righe?
A una delle mie frasi preferite: vestirsi è una scelta consapevole (una delle cose che mi senti ripetere più spesso qui, ai corsi, durante gli eventi e quando faccio consulenza) dovrei quindi aggiungere “e anche acconciarsi i capelli”.
E di fatto nostri capelli sono parte integrante del nostro look, raccontano le nostre intenzioni, parlano di chi siamo.
Cambiano la percezione che gli altri hanno di noi
O come vediamo noi stessi.
E la domanda finale è questa (mi rende molto felice che venga da Fabiana che ha partecipato alla data veneziana del mio corso su immagine e stile)
Come per l’abbigliamento il mio suggerimento in fatto di capelli è proprio quello di seguire la loro forma naturale (più facile da manutenere) o di scegliere un tipo di taglio e colore che sentiamo così nostro che non ci pesa replicare e si sposa con il nostro modo di essere, con la nostra quotidianità, con il nostro personal brand.
I nostri capelli ci possono aiutare a farci notare.
I capelli possono diventare il nostro tratto distintivo.
E questo funziona nel lungo periodo se avviene con naturalezza e consapevolezza.
Anche quando la nostra scelta è un po’ inusuale.
Lo sa Miriam Bertoli che sfoggia un capello lungo rosso tinto e una frangetta corta davvero poco comuni che la fanno ricordare e influenzano immediatamente il giudizio del suo interlocutore su li dei, dando anche una idea di come sia il suo carattere e anche il suo approccio lavorativo (idea che potrebbe essere pregiudiziale o meno).
I capelli possono diventare un veicolo per il nostro messaggio.
Lo aveva ben capito Julija Tymošenko che adottò la tipica treccia ucraina per dare un messaggio politico: io sono una di voi.
I capelli possono raccontare il nostro cambiamento, anche di business.
Come nel caso della politica che, se nelle fila del PdL sfoggiava una rassicurante coda di cavallo con frangetta, una volta passata al PD ha adottato un taglio moderno, con colore e forma quasi punk.
Quindi taglierò i capelli oppure no?
Devo ancora decidere, di sicuro guarderò con occhi diversi al mestiere del hair stylist.
Hair stylist a cui lasciamo in mano quello che più vuoto e pieno allo stesso tempo possediamo: i nostri capelli, e anche i nostri pensieri.
Hair stylist che ogni tanto per forza dobbiamo visitare perché i capelli (e le unghie) continuano a crescere per tutta la vita.
A questo proposito lo scorso week- end sono stata a Bari per fare una giornata di formazione e consulenza a in un grande salone della città.
Ringrazio le tantissime donne che si sono messe in gioco e confrontate, insieme a me, su quale volevano fosse il racconto della loro immagine, partendo dalla testa. Anche le più restie a superare il pregiudizio della bellezza.
E ringrazio i professionisti che mi hanno fatto riflettere sul valore di questo lavoro.
E tu? Come porti i capelli? Hai trovato il taglio e il colore ideali per il tuo personal brand?
mara dice
ciao.. io credo di aver trovato il mio taglio..che è quello che vedi anche nella mia immagine del profilo.. non so se mi stia bene o no ma so che con i capelli dritti che ho naturalmente non mi ci vedo..non mi sento io…infatti quando penso a me stessa mi vedo riccia..per il colore invece ancora non ho trovato quello che veramente mi piace e mi fa dire..uauh che bella che sono..tu invece, come ti ho già detto non saresti tu senza il tuo caschetto ma allo stesso modo con i capelli corti sei veramente bellissima anche se io non ti “riconosco”. Baci cara e buon lavoro!!
Anna dice
Se ti vedi riccia, riccia devi essere :). Sul colore: qualcosa di caldo? Grazie mille per i complimenti. È veramente interessante e bello poter ragionare sul mio personal brand insieme a voi!
Marina dice
Io ho da poco fatto la frangetta, che anche nel mio caso è un ritorno a un lontano passato. Il bello è che sento un rinnovamento e una freschezza che vengono da lontano, ma che vanno verso il futuro. Ora mi impegno a trovare il cappello per i mesi estivi e sono a posto (così mi uniformo all’avatar…)
Forza e coraggio per la scelta (e comunque vada per fortuna i capelli ricrescono :D)
Anna dice
Il cambiamento a mio avviso dovrebbe essere proprio così: una spinta verso il futuro ma partendo da quello che abbiamo imparato, anche su di noi, nel passato :). Quoto il cappello come tratto distintivo e attendo aggiornamenti 🙂
Francesca dice
Utilissimo, come sempre 🙂
mioetuo dice
Mi piacerebbe tanto trovare il mio stile nei capelli!!! Come faccio??? :/
Anna dice
loro cosa ti dicono?