L’anno scorso di questi tempi indossavo il mio primo (e spero unico) abito da sposa.
Sì mi sono sposata d’inverno e lo ho fatto pure il 7 dicembre, cioè il giorno dopo il mio compleanno.
L’idea è stata di quello che sarebbe diventato mio marito.
Chi ti ama ti conosce meglio di chiunque altro e lui sa che, se solo sento un accenno di caldo e comincio a sudare, mi innervosisco tutta.
Quindi “sposiamoci con il freddo” e non se ne parli più.
Inoltre così siamo sicuri di prenderci 3 giorni di ferie ogni anno, per festeggiare, complice la festa dell’Immacolata l’8 Dicembre.
Come abbiamo fatto in occasione del nostro primo anniversario la scorsa settimana: siamo andati ad Amsterdam che è una città bellissima, dove c’è anche un Museo della Borsetta molto ben strutturato e di cui ti parlerò qui prossimamente.
Il matrimonio d’inverno può spaventare ma in realtà risolve tanti problemi: primo fra tutti non è necessario domandarsi che tempo farà per decidere come vestirsi.
Farà freddo, da qui non si scappa.
La cerimonia e la festa saranno all’interno e, se proprio dovesse nevicare, sarà bello guardare i fiocchi di neve scendere dalla finestra di un salone addobbato a festa con il caminetto acceso.
Al Castello Superiore di Marostica non ha nevicato quel giorno ma direi che era suggestivo lo stesso.
La semplicità del processo decisionale è la chiave di svolta quando organizzi il tuo matrimonio.
Fidati delle tue sensazioni, del tuo intuito e assapora le sensazioni che ti da ogni scelta.
Se è quella giusta lo senti. Lo scrivevo anche qui su Medium.
Il mio consiglio per semplificare ulteriormente è: parti da un elemento.
Il colore che più ti piace.
I fiori che ami di più.
Una fantasia che prediligi.
Un tema che ti è caro.
E fatti guidare da questo elemento per creare un matrimonio che ti somigli.
Fatti ispirare dalle mood su Pinterest ma soprattutto da quello che davvero fa parte di te o meglio di voi.
Sì perché a sposarvi siete in due: non solo tu.
Se il tuo futuro marito sarà coinvolto nel processo decisionale dividerai con più equilibrio lo stress che accompagna i giorni che ti avvicinano al gran giorno e, soprattutto, il matrimonio sarà il vostro e parlerà di voi in ogni dettaglio, in ogni istante.
Noi per il colore siamo partiti da un elemento che eravamo sicuri avrebbe fatto parte della cerimonia: il maggiolino rosso degli anni 60 di Massimiliano.
Una macchina che lo racconta molto: si prende i suoi tempi, arriva sicura e stabile e non è una scelta usuale.
A mio marito piacciono le cose complesse, davanti alle quali altri si arrendono perché prevedono troppa cura e attenzione.
E difatti ha sposato me, non fa una piega.
Quindi nel nostro matrimonio ci sarebbe stato il rosso, abbinato al bianco per una combinazione cromatica che trovo molto adatta all’inverno.
Inoltre una sera, dopo aver mostrato al mio futuro marito una gonna a pois che avevo messo in un set di Polyvore e mi piaceva molto, lui mi ha detto “e se il nostro matrimonio fosse a pois?”
Avrebbe dovuto sorprendersi del mio assenso immediato.
In realtà quello stesso giorno avevo scelto il mio abito da sposa, questo, (foto esclusive, conservata gelosamente nel cellulare- make up free):
Romantico plumetis e mille bottoncini sulla schiena che culminavano in un morbido fiocco (ringraziamento pubblico a mia sorella Alice che mi ha pazientemente abbottonata e disabbotonata ogni volta che andavo in bagno).
Potevo forse dirgli di no?
Ho trovato molto romantico il fatto che, senza saperlo, mio marito stesse dando l’alibi per abbinare tutto il matrimonio al mio vestito.
A questo punto le decisioni sono state ancora più facili.
Gli inviti, le bomboniere, le piramidi porta confetti, le bellissime decorazioni floreali di Flower Store, le pochette per gli invitati fatte da mia madre, i copri sedili del maggiolino fatti da mia suocera, i libretti della liturgia, la torta nuziale: tutto sarebbe stato bianco e rosso e avrebbe ricordato i pois.
Il bouquet con i tulipani (i miei fiori preferiti).
La torta e gli omini.
Il tableau de mariage pazientemente composto da Carlotta con i pois e gli ideogrammi giapponesi dedicati ad ogni tavolo (scrivile, è bravissima e non lo dico perché è una mia amica).
Le bomboniere.
Anche i i gemelli e la sciarpa di Massimiliano sarebbero stati a pois.
Persino la mia acconciatura avrebbe ricordato i cerchi grazie ad una creazione su misura, commissionato a Barbara Guidi e realizzato a distanza, con il solo invio a Barbara delle foto del mio abito da sposa e una indicazione generica.
Le mie scarpe, fatte su misura, sarebbero state rosse.
E pure la mia bocca, truccata da Francesca e il mio smalto.
Questo ha semplificato la ricerca, per esempio quando abbiamo cercato inviti nozze su Google, abbiamo googolato direttamente inviti nozze pois bianchi e rossi e abbiamo trovato questi che ci hanno fatto innamorare (tra l’altro Tipografia Falisca consigliatissimi se stai per sposarti: qualità alta, prezzi buoni, ottima personalizzazione e servizio clienti ineccepibile).
Ha semplificato l’organizzazione e ha creato una immagine coerente e d’effetto che ci raccontava davvero con naturalezza.
Parentesi sull’abito da sposa.
Io amo il made in Italy, lo sai che ogni mese ho una rubrica proprio su questo tema in cui ti racconto di creazioni fatte a mano in Italia che mi colpiscono e che voglio far conoscere anche a te (senza commissioni).
Inizialmente quindi avevo pensato di farmi fare un abito disegnato per me.
Però prima volevo un po’ giocare e verificare se i modelli che pensavo mi stessero bene fossero in realtà adatti a me.
Per quanto io faccia la consulente di immagine per mestiere e aiuti altre donne (e uomini) a trovare gli abiti in grado di valorizzarli al meglio e aiuti anche delle spose a trovare il loro look perfetto per il matrimonio, quando si tratta di te è sempre diverso.
Chi fa il mio mestiere non è esente da insicurezze sulla propria di immagine.
E per quanto mi riguarda credo che questa sia la chiave per fare al meglio questa professione, ti consente di capire meglio le insicurezze altrui.
Quindi ho deciso di fissare un appuntamento in un atelier, Look Sposa, dove ero sicura mi avrebbero fatto fare un po’ di prove di abiti diversi, senza storcere il naso e soprattutto permettendomi di camminare e sentire l’abito, senza stare fissa sopra una pedana.
Tanto quelli che avrei provato sarebbero stati abiti di prova, da replicare poi su misura per me.
Consiglio a tutte questa prima prova di modelli diversi, senza pregiudizi.
Anche se fin da bambina ti sei immaginata con un tipo di vestito da sposa ben preciso (ed è successo a tutte) non è detto che sarà davvero quello giusto per te.
E così è andata che salendo le scale, accompagnata da mia mamma, lo ho visto con la coda dell’occhio, appeso tra gli altri.
E lo ho riconosciuto, proprio come mi è successo quando ho incontrato mio marito.
Così rispettando il più cliché dei cliché, ho scelto come vestito da sposa il primo che ho provato.
È una questione di connessione empatica.
Compra quello che ti somiglia vale anche per il tuo abito da sposa.
L’abito da sposa, come ogni altro vestito che indossi, ti deve raccontare.
Il vestito giusto è quello che indosseresti anche per andare a fare la spesa, se non fosse considerato fuori luogo (mi domando poi perché)
Il vestito giusto non è quello che scegli pensando “per una volta nella vita voglio sentirmi elegante, sexy, principessa”
Posto che tutti i tuoi vestiti dovrebbero farti sentire elegante, principessa, sexy e, soprattutto, meravigliosa e se questo non succede prova a chiederti cosa ti dice di te il tuo guardaroba.
Il giorno del tuo matrimonio è sicuramente un giorno speciale ma quella dentro all’abito sarai sempre tu.
Se pizzi e trasparenze non fanno parte del tuo racconto per immagini di ogni giorno, non li senti tuoi, perché mai dovrebbero accompagnarti il giorno del tuo matrimonio?
Se l’abito da sposa non ti rappresenta non ti cadrà mai bene, si avvertirà qualcosa di stonato e tu non ti sentirai mai davvero a tuo agio.
Il tuo matrimonio e il tuo abito da sposa, come la tua immagine, parlano di te.
Io mi sentivo benissimo nel mio abito romantico, con gonna in tulle, un po’ da Biancaneve.
In più sottolineava i miei pregi e minimizzava i miei difetti con il punto vita segnato, la gonna in tulle e quella manica arrotondata.
Se potessi lo userei anche nella mia vita di tutti i giorni (propongo di indire la giornata “abito da sposa libero”)
Il mio matrimonio non è stato perfetto, se tornassi indietro qualcosa lo cambierei.
Per esempio vorrei aver ballato di più con la colonna sonora che mi aveva preparato Gioia con amore (che di mestiere fa l’illustratrice ed è super).
Però si è mangiato molto bene, tutto è andato liscio senza particolari intoppi, tutti sorridevano e noi eravamo felici e contenti e al momento del sì le nostre voci si sono sentite, chiare, distinte e senza esitazioni.
E ogni volta che riguardo le foto scattate dal bravissimo Paolo Castagnedi provo la stessa gioia di quel giorno.
Direi che può bastare.
E tu, come sono stati il tuo matrimonio e il tuo abito da sposa o come li immagini?
Coachingstudio dice
Bellissimo post, molto generoso nella condivisione dei tuoi “segreti”. Il particolare che mi ha colpito di più è il cerchietto, fantastico esempio di coerenza d’immagine.