A cosa serve davvero la formazione?
È una domanda che mi pongo spesso.
E secondo me la risposta sta tutta nel famoso proverbio cinese:
“Dai un pesce a un uomo e lo nutrirai per un giorno, insegnagli a pescare e lo nutrirai per sempre.”
Io credo davvero tantissimo in questa frase.
Imparare ogni giorno e insegnare con passione sono due capisaldi della mia vita.
Per questo ogni consulenza d’immagine con me è un percorso di formazione su misura, orientato a rendere chi si è rivolto a me proprio capace di pescare.
Il mio è un metodo maieutico, come ti spiegavo qui, che mette il cliente in grado di applicare i consigli nella sua quotidianità e nel lungo periodo.
Imparare, secondo me, significa studiare, analizzare, fare esperienza, prendere confidenza e consapevolezza e infine padroneggiare la materia.
Riservo lo stesso approccio al mio corso su come trovare il tuo stile e comunicare con moda e immagine.
Durante una giornata:
-ti consiglio su come mettere in luce i pregi del tuo corpo e ti spiego come identificare la tipologia di abbigliamento più adatto a questo scopo;
-identifico i colori che donano al tuo incarnato e al tuo racconto per immagini, insegnandoti anche come abbinarli tra di loro;
-ti consiglio sulla pettinatura, sul trucco e i gioielli che possono valorizzare il tuo volto;
-ti spiego quanto e come la tua immagine può impattare sulle tue relazioni anche professionali e come padroneggiare questo mezzo di espressione;
Ma prima di tutto inizio con te il percorso di clemenza che serve a scardinare il pregiudizio della bellezza.
E ti porta a trovare la consapevolezza necessaria per capire chi sei davvero e come mostrare il meglio di te attraverso i vestiti e gli accessori che scegli di indossare.
Una formazione che parte in aula e prosegue anche a casa, con gli esercizi da fare dopo il corso, per continuare ad allenarti, sui quali ci confrontiamo attraverso il gruppo su Facebook dedicato, così da verificare i tuoi progressi.
“Ma se partecipo a un tuo corso Anna, davvero cosa mi porto a casa?”
Perchè, giustamente, quello che interessa a te è sapere come ti sentirai e come ti aiuterà la formazione il giorno dopo, e nella tua vita di tutti i giorni.
Domani ci sarà la prima data del 2017 di questo corso e proprio mentre stavo rivedendo le slide, gli obiettivi e le dinamiche della giornata e rileggendo le aspettative delle future corsiste, ho ricevuto una mail da parte di Daria.
Mi ha colpito molto e, con il suo permesso, ho deciso di riportartela proprio per fare chiarezza.
Cara Anna,
come stai? Innanzi tutto AUGURI DI BUON ANNO e che possa essere un 2017 strepitoso!
E’ passato un pò di tempo dal quando ho fatto il corso con te; ricordo con piacere che quel giorno quando sono partita da casa ero contentissima e piena di entusiasmo per partecipare al tuo corso che avevo atteso così tanto. Avevo la convinzione che uscita di lì sarei stata un’altra persona e che quello che avrei appreso mi avrebbe permesso di trasformarmi sin da subito nella “Daria Perfetta ed impeccabile”
È un desiderio che tutti abbiamo: quello di essere perfetti e impeccabili.
Quanto però questa perfezione ci rappresenta e quanto riusciremmo davvero a mantenerla nella nostra quotidianità?
ma non è stato proprio così, non avevo fatto i conti con tutto quello che proviene dal nostro io interiore. Quella sera sono uscita dal corso stanchissima e con 1000 concetti che frullavano nella mia testa.
Le ore a nostra disposizione sono passate così velocemente che non mi sono venute in mente tutte le domande che avrei voluto farti.
Sono così felice quando mi dite che le 8 ore con me sono passate velocemente e avete voglia di continuare a rimanere insieme dopo la lezione.
Certamente un corso è diverso da una consulenza.
Da una parte il gruppo supporta, consola, diverte e aiuta a farsi forza (come raccontavo qui) ma è vero: mi devi condividere con altre persone, anche se in numero limitato, e quindi capita che rimanga qualcosa di inespresso.
Per questo ho deciso di aggiungere un ulteriore servizio per i miei corsisti:
una chiamata con me dopo il corso, per confrontarci ancora un po’ in privato.
Solo nei mesi a venire ho capito che ad alcune potevo darmi solo io una risposta.
Ecco però la svolta.
Nei giorni a seguire cercavo di mettere in pratica quello che tu ci avevi spiegato al corso ma non ci riuscivo o comunque non mi sentivo mai perfettamente a posto. Nel mio armadio escluso il nero (che è veramente tanto), pochi ma veramente pochi erano i capi del colore della mia palette!!! e così ho deciso, come prima cosa, di iniziare a fare ordine eliminando tutto quello che non indossavo da anni.
Eccolo qui il primo risultato: fare ordine e chiarezza.
Ecco il primo passo verso la consapevolezza, anche delle proprie emozioni
Lo dice anche Erica qui che, tra gli effetti collaterali di cambiare approccio verso il proprio stile, c’è un nuovo e più positivo rapporto con il proprio armadio.
Perché la strategia d’immagine inizia dal guardaroba.
E un consiglio è proprio quello di farsi guidare dai colori della propria palette.
(o da quelli che ti danno più gioia).
E’ stato un lavorone dove ho dovuto impegnarmi molto e mettere la dovuta distanza tra tutti i miei vestiti e le mie emozioni; ho fatto quattro borsoni pieni zeppi di maglie, abiti, pantaloni e T-shirt e ho mandato tutto in visione a mia nipote quasi 18enne la quale dopo accurata cernita mi ha restituito soltanto mezza borsa piena di cose che o non le piacevano o non le andavano per questione di fisicità differente. Non puoi immaginare quanto sono stata contenta! Con una mossa sono riuscita a dar via le mie cose e far felice la mia adorata nipotina.
Ci vogliono impegno, tenacia e forza d’animo per fare questo.
Temi che non riusciresti ad emulare Daria?
Metti la distanza a piccoli passi.
Inizia con fare un borsone anche tu e mettici dentro i vestiti che non indossi da anni e quelli con cui non riesci ad immaginarti felice.
Non darlo via: semplicemente spostalo in una parte della casa (o in un posto come la tua cameretta di bambina dai tuoi genitori) dove sai che puoi sempre recuperarlo ma che non hai a portata di mano.
Se quello che c’è nel borsone, una volta lontano dagli occhi, non ti viene più in mente, vuol dire che ormai è anche lontano dal cuore.
Fatto il dovuto spazio ho iniziato a ri-ordinare l’armadio, come dicevi, per tipologia di capo: pantaloni, gonne, giacche, camicie … e per colore e così adesso ho tutto a portata di mano/occhio.
Prova: così ti renderai subito conto di quei 7 pantaloni neri tutti uguali.
Ho anche iniziato a seguire il tuo consiglio di creare gli abbinamenti, pensando già la sera prima cosa indossare il giorno seguente.
Di una cosa vado super fiera, la scelta del colore dei miei capelli, il taglio e la mia piega un po’ più mossa, come mi consigliavi al corso: per la prima volta della mia vita sono stata davvero protagonista di una scelta su me stessa.
La nostra immagine rende evidenti, perché immediatamente visibili, i nostri cambiamenti, fa chiare le nostre scelte e ci mette nella condizione di mostrare agli altri e a noi stessi non solo chi siamo ma anche chi possiamo diventare.
Ci aiuta a svelarci.
E ci guida sulla strada della nostra realizzazione.
Insomma sto facendo piccoli passi, piccole evoluzioni che a me personalmente richiedono molto tempo ed elaborazione; non è sufficiente applicare una formula ed in un attimo la trasformazione avviene … tutto il contrario … bisogna acquisire la consapevolezza di dover compiere un viaggio interiore, rimettere in discussione le proprie certezze o false sicurezze ed essere pronti a stravolgere anche tutto.
YUPPIE! Esattamente!
Le formule uguali per tutti non funzionano, sono come le diete che trovi in rete e che promettono di farti perdere 5 chili in 2 mesi.
Li perdi magari, ma poi se la dieta non tiene conto del tuo modo di essere, del tuo stile di vita, dei tuoi gusti e della tua capacità di mantenerla, i chili ti si ripresentano con gli interessi.
E se il piano di dimagrimento non è stato studiato sul tuo fisico, le tue intolleranze, le tue allergie, etc magari poi finisce che ti danneggia pure.
La chiave di violino, secondo me è la clemenza su noi stesse, davvero … per me è stato il primo piccolo ma grande passo che mi ha permesso di iniziare questo percorso con la serenità, sicurezza e tranquillità che ci vuole.
Certo! Per aiutarsi davvero bisogna conoscersi e per conoscersi bisogna essere disposti ad accettarsi con clemenza.
A partire dal proprio corpo.
Per aver in qualche modo smosso dentro di me quel qualcosa che mi ha fatta rimettere in discussione: GRAZIE, GRAZIE davvero!!!
Il merito non è mio ma tutto di Daria che ha saputo mettersi in gioco.
Questo è il viaggio della formazione.
Non è semplice, richiede impegno, è necessario sperimentare e mettersi in discussione ma solo così si raggiungerà la meta sicuri.
È un viaggio dentro di sé che richiede consapevolezza e amore.
E che ci vede protagonisti.
Solo così si otterranno dei risultati efficaci e duraturi.
Solo così si arriverà alla felicità.
E se avrai voglia di partire per questo viaggio con me ti aspetto qui.
Pronta a tenerti la mano, con tanti sorrisi e un pezzo di cuore.
Antonella dice
Sono passati quasi due anni dal corso con Anna e mi emoziono ancora quando vedo la foto in cui siamo in prima fila. Siamo perché al corso abbiamo partecipato in tre, io, mia sorella e mia nipote. Ci siamo capitate quasi per caso, io ho lanciato la proposta a mia sorella, per sollevarle il morale in un momento problematico per il suo negozio di abbigliamento e lei mi ha presa sul serio, coinvolgendo la nipote, allora sedicenne.
Siamo arrivate cariche di curiosità e, per me, il corso è stata la scoperta dei colori. O meglio, la riscoperta: vestivo di scuro perché ero ingrassata di parecchi chili e il nero mi sembrava aiutasse a nasconderli, ma avevo fatto anni facendo del rosso la mia bandiera e il mio scudo di forza.
Avevo iniziato da pochissimo una dieta, e il colore, insieme con la perdita di peso, è stato un modo per ritrovarmi.
Non è stato un viaggio lineare, in alcuni momenti è più naturale aggiungere collana e orecchini alla mia mise, ma guardando le foto vedo il cambiamento e la mia riscoperta del colore.
La pallette dei miei colori e il moodboard sono ancora appesi all’esterno della mia anta dell’armadio, come spunto e promemoria. Ma sono diventati molto più automatici di quello che credo: all’inizio dei saldi sono entrata in un negozio per comprare un paio di scarpe nere, sono uscita con un paio blu e uno bordeax, a riprova che il colore è tornato ad essere un modo per mostrarmi, così come il nero era un modo per nascondermi.
Grazie Anna, di avermi aiutato a ritrovarmi e ad offrirmi ogni giorno, nuovi spunti per accendere le mie giornate di colore.