“ I mestieri della Moda: 31 realizzazioni della stilista Agatha Ruiz de la Prada” questo il titolo della mostra inaugurata l’8 Marzo in occasione della settimana veneziana dedicata alle donne DoVe – Donne a Venezia – Creatività, economia e felicità; iniziativa promossa dall’Assessorato alla Cittadinanza delle donne e alle Attività Culturali del Comune di Venezia in collaborazione con la Fondazione Musei Civici di Venezia di cui vi ho già parlato qui.
Nello straordinario scenario del Salone da Ballo del Museo Correr in Piazza San Marco, progettato da Lorenzo Santi a partire dal 1822 e decorato da Giuseppe Borsato tra il 1837 e il 1838, sono esposti, su manichini dorati, 31 abiti, come 31 sono gli anni di carriera che festeggia la stilista spagnola la cui prima sfilata è nel avvenuta nel 1981 al centro Superior de Diseño de Moda di Madrid.
Abiti che animano una fantasiosa e colorata “festa danzante”, come spiega la stessa Agatha Ruiz de la Prada in occasione della preview per la stampa, e sono disposti proprio come si sta caoticamente durante un ballo. Perché il caos è vita. Protagoniste assolute sono le forme, le cromie e il genio di questa artista, che coniuga in modo del tutto originale glamour, fashion e design d’avanguardia.
Una testimone di eccezione per la stupenda iniziativa veneziana che è partita dall’ 8 marzo per un momento di riflessione sull’universo femminile, una donna straordinaria fortemente voluta dall’assessora alla cultura Tiziana Agostini, che confida di essere andata ad incontrare Agatha Ruiz de la Prada nel suo atelier di Madrid, indossando una sua creazione per spiegarle il progetto e convincerla a partecipare. Per una collaborazione che diventa condivisione di spirito.
Sono in mostra gli abiti che rappresentano le icone più care ad Agatha. Creazioni uniche in cui le parole chiave sono personalizzazione e reinteprezione per un concetto del fashion senza tempo.
Come mi racconta con orgoglio la stessa Agatha Ruiz de la Prada, Olivier Sayallard dice di lei che è l’unica ad indossare i propri abiti, optando per una forma di espressione colorata che bene spiega il suo modo di essere e si allontana dalla divisa nera che spesso preferiscono gli altri stilisti e gli addetti del settore.
Figlia di una famiglia architetti si definisce una architetta mancata e la forma strutturale delle sue opere spiega bene questo concetto. Tutto può diventare moda, ci dice, anche le piastrelle con cui nel 1997 adornò uno splendido vestito da sposa presentato nel Ivam di Valenza. E così via libera ad abiti-gabbia, con dentro finti uccellini colorati che nella sfilata del 1994 erano veri, abiti-ombrello con nuvola grigia e gocce di pioggia come bustier, abiti che ricordano las meninas, abiti specchio, abiti con frange riciclate dal tessuto di altri abiti, abiti fiori, abiti bocca, caramella, torta; c’è persino spazio per un autoritratto.
Un universo pop, colorato, divertente, spiritoso, che non si prende mai troppo sul serio, come la sua fautrice. Che sottolinea, però, di sempre metterci il cuore in quello che fa, cuore che non a caso è uno dei tratti ricorrenti nelle sue collezioni e parte del logo del marchio.
Un’inno alla positività che ti aiuta ad essere felice e ad andare avanti; perchè la cosa veramente importante è rimanere sempre coerenti con sé stessi e il proprio concetto di moda. E la coerenza è parte della cifra stilistica di Agatha Ruiz de la Prada nonché suo personale antidoto contro la crisi. “Se tu fai qualcosa che va oltre le mode del momento non passi mai di moda” mi dice sorridendo.
Una formula vincente considerato che il brand è ora distribuito in tutto il mondo attraverso circa 50 licenziatari e annovera 6 monomarca a Milano, Madrid, Barcellona, Parigi, New York e Porto. Una proposta di vendita sempre di successo e davvero eterogenea, andando a toccare non solo l’abbigliamento ma anche l’arredamento e la cosmesi. Punta di diamante del brand la linea, di abbigliamento ma anche accessori, dedicata alla moda bambino; un progetto iniziato nel 1995 con una distribuzione iniziale presso la catena spagnola El Corte Inglés con cui la stilista ha avuto un grande successo anche in Italia, complice la partecipazione a tutte le edizioni del Pitti Immagine Bimbo a Firenze, rimanendo per molti anni l’unica stilista non italiana ad essere invitata alla passarella di Firenze. Dal 2003 è stata creata anche una linea uomo, caratterizzata da colori generalmente riservati all’abbigliamento femminile, come l’arancione, il giallo o il fucsia. I colori preferiti dalla stessa stilista.
E’ difficile fotografare in posa la coloratissima Agatha Ruiz de la Prada (splendido il cerchietto con molla rossa), sempre impegnata a rispondere alle domande di tutti i giornalisti, spiegando i concetti con una mimica facciale ricca di espressione e una disponibilità non certo comune per un personaggio del suo calibro. D’altra parte come dice Elio Fiorucci al convegno a Palazzo Ducale (La concretezza dell’effimero: economia e moda) che segue la conferenza stampa: “Agatha è di nobili origini, ma la sua nobiltà sta nell’animo”.
Una mostra da vedere, che durerà fino al 5 Maggio e che vale un bel viaggio a Venezia, una città unica e ricca di cultura che la stessa Agatha Ruiz de la Prada mi comunica di voler eleggere a sua dimora almeno un paio di mesi l’anno.
Qui tutte le foto della preview per la stampa.I’m going to tell
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