Ho sempre avuto un rapporto un po’ conflittuale con le fashion blogger.
Quasi snob.
Quando capita che qualcuno mi presenti come fashion blogger, arriccio il naso, alzo il sopracciglio e correggo la qualifica.
È successo anche ieri. Io scrivo di moda ma sono una consulente d’immagine.
Mi ha sempre lasciata perplessa la loro ricerca compulsiva della tendenza, di quello che è bello perché è di moda e lo mettono tutti gli altri.
Le fashion blogger, poi, scrivono di moda ma spesso non conoscono quasi nulla della sua storia.
Non sanno che la prima borsa è stata inventata alla fine del 1700, quando le gonne ampie, sostenute dai panieri, lasciarono il posto a morbide vesti dall’ispirazione neoclassica, con l’intento di riproporre la semplice ma perfetta bellezza teorizzata da Winckelman e propria delle statue romane e greche. E le donne dovettero trovare un alternativa alle tasche nascoste nelle ampie gonne.
Non sanno che la tuta fu proposta da Tayhat per rispondere con l’abbigliamento alle esigenze di velocità e pronto intervento teorizzate dalle dinamiche teorie futuriste, identificando in questo capo la loro perfetta divisa come ti spiegavo qui.
E se quelli che ho appena scritto fossero solo pregiudizi?
Nell’ultimo periodo leggo tanti post su Facebook o sui blog in cui si inneggia alla selezione all’entrata: segui solo chi ti piace, elimina (virtualmente) chi non la pensa come te, vivrai meglio in un mondo in cui leggi solo quello che ti va di leggere.
Io sono sempre stata contraria allo snobismo tout court, credo che dal confronto nasca il cambiamento e anche l’evoluzione.
E non mi piace l’idea di un mondo fatto a mia immagine e somiglianza, anche sui social network, sai che noia.
Così ho cominciato a pensare:
E se il mio snobismo verso le fashion blogger fosse in parte dovuto dall’invidia per queste donne che sanno sempre quale è l’inquadratura giusta per far risaltare gli occhioni da cerbiatto e rendere i brufoletti sul mento impercettibili?
In grado di prendersi sul serio?
Diciamolo: io sono capace di insegnarti ad usare la tua immagine per comunicarti e ti aiuto a superare le tue insicurezze grazie ad un uso consapevole della moda e dello stile, atto a raccontarti e valorizzarti, proprio perché lo ho imparato a fare per prima sulla mia pelle.
Ho insegnato alla mia immagine e ai miei vestiti a parlare di me perché così mi tolgono dall’imbarazzo di presentarmi da sola.
Il mio telefono è pieno di selfie andati a male, non ci riesco a mettermi in posa dicendo al mondo “Anvedi come sono figa?” e se lo faccio mi prendo in giro o c’è sempre un dettaglio imperfetto (il cerottino da bambina o il capello che indica a destra per via dell’umidità).
In realtà la figura della fashion blogger non è assolutamente da sottovalutare.
Una fashion blogger è infatti la cartina tornasole delle tendenze.
La fashion blogger le mette in atto, le espone, le mescola, le interpreta e alla fine crea nuove tendenze a cui gli stessi stilisti andranno a guardare.
In una sorta di circolo virtuoso della moda.
La fashion blogger, infatti, riporta sulla strada quello che dalla strada in origine ha trovato la sua ispirazione e lo trasforma in qualcosa di nuovo.
Te lo ho già detto qui: la moda è un mezzo espressivo in grado di registrare sia il mio umore che quello del mio periodo storico.
E, come osservare le sfilate è un ottimo esercizio per capire chi siamo e chi saremo, così osservare le fashion blogger ti aiuta a capire dove ti muovi.
Le fashion blogger sono sul pezzo e mostrano, in maniera consapevole o no, piccoli pezzi di realtà che, se analizzati e messi insieme,e compongono il quadro del mondo in cui vivi.
I fashion blog sono archivi moda, pieni di immagini da osservare e conservare anche per i posteri.
Quando fra qualche decennio ci si chiederà “come si vestiva nel 2015” sarà alle foto raccolte nei blog fashion che si guarderà.
In questo momento le fashion blogger ci raccontano forte e chiaro il cambiamento della donna, stanca di pretendere troppo da sé stessa e del pregiudizio della bellezza con cui deve fare costantemente i conti e di cui ti parlavo qui.
Se non ami le tue imperfezioni qualcuno lo farà dice l’ultima pubblicità di Meetic.
E se quel qualcuno, quell’anima gemella di cui siamo alla ricerca fossimo noi stesse?
Così oggi ho deciso di raccontarti quali sono le mie tre fashion blogger preferite e spiegarti il perché attraverso tre loro articoli che parlano proprio di perfetta imperfezione.
Lucia del Pasqua/ The Fashion Politan.
Io non so che voce abbia Lucia eppure il suo tono è bene chiaro nella mia testa.
Quando un suo articolo mi capita sotto gli occhi c’è sempre qualcosa che mi colpisce e finisco con l’aprirlo e il leggerlo.
Lucia è bellissima ma la sua è una bellezza costantemente imperfetta.
Come me, crede nel potere comunicativo del colore e si spinge fino all’abusarne, con tanta consapevolezza da risultare sempre armonica.
Indossa abbinamenti improbabili e accosta fantasie e stili con grazia, sicurezza ed ironia.
Lucia si mette in posa, si veste di brand noti ma non scompare dietro all’ultima tendenza.
È sempre inesorabilmente sé stessa.
Non si prende sul serio.
Si fotografa senza trucco ( e mannaggia a lei è sempre comunque splendida) e con il balsamo nelle orecchie.
Il suo stile è sempre riconoscibile così come la sua scrittura, divertente e graffiante ma mai volgare.
Forte proprio delle sue imperfette unicità.
Credo che il suo libro “Quella certa dipendenza dal tasto invio” sarà tra i prossimi che acquisterò.
Arianna Chieli
Arianna è l’unica di questa triade che conosco davvero personalmente. E che stimo anche personalmente oltre che professionalmente.
Arianna è la persona che, senza saperlo, ha smontato molti dei miei pregiudizi sulle fashion blogger.
Mi ha insegnato che fashion blogger non è una parolaccia.
Giornalista di moda, scrive su FashionBlaBla, si occupa di digital fashion, contenuti fashion e ha creato il Fashion Camp, un magico luogo di incontro tra addetti ai lavori e chiunque ami la moda.
Per lei la moda è una passione trascinante, che ti scuote le viscere.
Quando parla di vestiti si illumina tutta e ne fa una questione di racconto.
Ditemi voi se posso non amarla.
Ad Arianna il marito ha regalo una borsa Louis Vuitton che lei usa per andare a fare la spesa, non per posato snobismo, ma perché per lei la moda è altro da una semplice esibizione del brand e del suo costo, entra nella nostra vita e ci accompagna in ogni situazione, anche la più comune.
Arianna ha bellezza, cuore e cervello.
A 40 anni non ha paura di mettersi a nudo, di darsi della sfigata con ironia.
E di mettere a nudo il suo corpo e le sue insicurezze (che sono quelle di tutte le donne).
Io non mi perdo uno dei suoi video in cui indossa le ultime tendenze e racconta come le abbina.
Sono super cool ma non se la tirano, un po’ come Arianna.
Perché la moda fa sognare e si adatta alla tua quotidianità.
Justine Romano
Ho un debole speciale per Justine. Per lei e la sua “partner in crime” Zelda. Tanto che quando le ho conosciute fuori dai social network ero così imbarazzata che non ho spiaccicato parola e avranno pure pensato io sia una che fa la sostenuta.
Justine mi fa riflettere sempre e mi fa venire voglia di commentare e di discutere con lei. Come è scritto ne “Il Giovane Holden” di Salinger “quando hai finito di leggere un libro che ti è piaciuto tanto hai voglia di scrivere all’autore per fare due chiacchiere”.
A me succede con lei quando scrive cose come queste:
Perché se bella vuoi apparire, un po’ devi soffrire, con me non funziona. Se sto soffrendo mi sento impalata, se mi sento impalata, mi incattivisco, se ho caldo, divento tutta rossa, se ho freddo, mi irrigidisco e nel disagio, mi si storta l’occhio.
Quando ho letto questo suo post sull’immagine avevo appena terminato questo corso a Milano, insegnando come trovare il proprio stile e imparare a comunicare con moda e immagine e la ho trovata una splendida coincidenza.
Per il 90% dei casi le mie corsiste sono donne (come Manuela) e per noi donne il percorso che porta alla consapevolezza necessaria per un percorso di valorizzazione, anche estetico, passa inevitabilmente dall’accettazione del sé. Lo raccontavo anche qui tra le cose che mi piacciono di più della mia professione di consulente d’immagine.
Donne che spesso hanno un rapporto conflittuale con la propria immagine e, come dice Justine, preferiscono non mostrare le fotografie in cui si vedono i loro difetti ma anche quelle in cui sembra che ci credano troppo.
Io stessa non ho mai pubblicato questa foto che mi ha fatto la bravissima Beatrice Mancini proprio per i motivi di cui sopra.
Donne che solo quando si riguardano in fotografia a distanza di anni riescono finalmente a vedersi belle perché osservano, grazie al tempo, le foto come se fossero quelle di un’altra persona, quindi con maggiore clemenza (un po’ come succede nell’esperimento che citavo qui parlando della bellezza di una donna).
Ma come dice Alicia Keys, che viene citata da Justine nell’articolo, ti è permesso essere bella, sexy, elegante, forte (e pure debole aggiungo io) e di mostrarlo con la tua immagine.
E in fondo sono “…zzi miei” come il nome della nuova linea di borse ideata da Justine (di cui magari parlerò nella mia rubrica I love Made in Italy quando saranno pronte).
E tu hai una fashion blogger preferita?
Se hai voglia di conoscermi scrivimi magari dopo aver letto quello che dicono di me. E ricorda ci vediamo a Roma e a Venezia.
Rispondi