La Storia della Moda è una mia grande passione, una passione che è anche il mio lavoro, considerato che mi occupo di moda da 15 anni (prima come dipendente e poi come freelance) e che dal 2015 insegno Storia della Moda allo IED e in varie Accademie di Moda.
Una passione che da un bel po’ di tempo condivido con te che mi leggi.
Lo faccio sul blog in articoli, come questo riguardo al bikini o questo a tema borsetta.
Lo faccio in newsletter da tre anni con il “Dizionario di Moda a Modo” mio, dedicando ogni “puntata” ad una parola di moda, ai suoi significati e alla sua storia (ho parlato di animalier, sneakers, baschina, gilet, tailleur, vichy e di tanti, tantissimi altri “termini di moda”)
Lo faccio su Instagram e su Facebook con le #pilloledistoriadellamoda.
L’ho fatto scrivendo “Le Ragazze Rivoluzionarie della Moda” che sono diventate anche un audio serie su Storytel, letta da me per te.
Una passione, quella per la Storia della Moda, che arriva da lontano e cioè dai tempi dell’università.
Ricordo benissimo il momento in cui è “iniziato tutto”: avevo 21 anni, ero seduta in un aula dai banchi scuri e osservavo un vecchio proiettore mostrare delle immagini sulla parete.
Il corso che stavo frequentando si chiamava “Iconografia e Iconologia“: studio dell’immagine e dei suoi significati.
La materia che avrei scelto per la mia tesi di laurea, anche se ancora non lo sapevo.
“Il vaso di Pandora” era il nome del film da cui era tratto lo spezzone che l’insegnante aveva deciso di farci vedere.
Protagonista lei,
Louise Brooks.
Di cui, fino ad un instante prima, non conoscevo né il nome né il volto.
Non avevo mai visto la sua pelle chiara, gli occhi profondi ed espressivi, quel caschetto che da allora è divenuto anche il mio (come ti ho raccontato in questo post).
È stato amore al primo sguardo.
Mi sono innamorata, come ci si innamora a vent’anni di un’icona.
Per anni, in cameretta, ho avuto appeso alla parete un piccolo poster di Louise Brooks.
Donna dal fascino irrequieto e indipendente che sentivo così vicina a me.
Con lei ho scoperto una nuova femminilità.
Fiera, profonda, leggera.
Con lei ho scoperto la Storia della Moda.
Con lei ho scoperto i ruggenti anni Venti.
Tanto da decidere di dedicare a questo periodo storico la mia tesi di laurea.
“Il copricapo nella moda tra le due guerre: fogge, usi e intenzioni“, questo il titolo dell’elaborato.
Il mio obiettivo era quello di spiegare come il cappello fosse stato simbolo visivo di un cambiamento sociale e dell’evoluzione femminile (ma non solo), proprio negli anni tra le due guerre mondiali.
Un cappello ben calcato sul capo e che, con la sua forma “a campana” (cloche in francese), metteva in primo piano la testa delle donne e con essa, per la prima volta, anche i loro pensieri.
La moda è lo specchio visivo della società, in ogni suo elemento. Osservando e analizzando l’uso di ogni suo accessorio si può comprendere tantissimo.
E così ho fatto, attingendo il materiale dalle riviste d’epoca come “Vogue” ma anche da “La Domenica del Corriere” (l’inserto domenicale del “Corriere della Sera” dal 1899 al 1989) che ho avuto il privilegio di poter “spulciare”, ospitata direttamente nell’archivio del giornale (che emozione grandissima è stata quell’esperienza!).
Guardando con attenzione le immagini e leggendo frasi come:
“Cosa c’è di più bello di una gita fuori porta, a bordo della vostra automobile? Calcate sul capo il vostro cappellino da viaggio e sarete deliziosamente pronte ad ogni eventualità“.
L’esistenza del cappello da viaggio, compatto ma decorato, racconta quindi, per esempio, che in quel tempo si cominciava a intendere “il viaggio” in un modo nuovo.
Fino a quel momento, la vacanza era una cosa che poco aveva a che fare con la concezione moderna di viaggio. D’estate i nobili prendevano armi e bagagli (e molte carrozze) e se ne andavano nella casa in campagna. Trasferendosi per mesi e con un viaggio che corrispondeva di fatto alle numerose ore di “trasferta”.
Negli anni Venti il viaggio diventa simile a quello che oggi intendiamo. Il viaggio diventa parte della vacanza. Il viaggio si fa scoperta.
E cosa meglio di un solido ma decorato cappellino, posato sulla testa, per accompagnare questa scoperta, anche al femminile?
Non è estremamente affascinante tutto questo?
Adesso durante le mie lezioni di Storia della Moda allo IED, faccio sempre vedere ai “miei ragazzi” lo stesso spezzone del film con Louise Brooks che mi ha conquistata tanti anni fa.
Ora che io sono “dall’altra parte” e di fronte a me, tra i banchi, ho degli studenti che hanno la stessa età di quando ho iniziato a sviluppare la mia passione per la Storia della Moda e che desidero stimolare nella medesima maniera.
Cercando di spiegare come “quello che è stato” influenza il presente e ci permette di comprendere “quello che sarà”.
Piacerebbe anche a te venire a lezione da me?
“Anna sarebbe bellissimo partecipare ad un tuo corso di Storia della Moda“: quante volte mi avete scritto queste parole.
È arrivato il momento.
È arrivato il momento di raccontarti una grande novità!
Come sempre quando devo parlarti di qualcosa di nuovo che tanto mi emoziona, (come avevo fatto per esempio con il lancio di FIORISCO) ho scelto una data importante per me e la mia famiglia: l’anniversario di matrimonio dei miei genitori che oggi sono sposati da 41 anni.
È arrivato il momento di presentarti il mio CORSO DI STORIA DELLA MODA!
E di farlo in maniera ufficiale.
Eccolo qui.
YEAH! Sono davvero emozionata!
Andiamo con ordine.
Perché vorrei insegnarti Storia della Moda.
Innanzitutto perché per me continuare a studiare è un vero piacere.
Potrei dire che ogni giorno studio Storia della Moda, ogni giorno ho in mano un libro diverso e ogni giorno leggo qualcosa in più, ingrandendo la mia già fornita libreria o passando in biblioteche specializzate.
(proprio ieri sono stata alla Mostra del Cinema di Venezia a vedere “Il calzolaio dei sogni” un documentario su Salvatore Ferragamo; e sebbene io abbia letto l’autobiografia del grande “calzolaio” e sappia già moltissime cose sulle sue opere e la sua vita, compreso un “incontro speciale” con Christian Dior di cui di parlerò al corso, non si finisce mai di imparare!)
In questi anni come docente di Storia della Moda allo IED, ma non solo, non c’è stata una lezione per cui non mi sia preparata, approfondendo l’argomento che avrei trattando anche se già lo conoscevo.
Perché c’è sempre qualcosa da scoprire e una sfaccettatura da svelare tra le pieghe degli abiti di coloro che hanno fatto la storia.
E poi per me insegnare è una delle gioie più grandi e insegnare Storia della Moda è un vero privilegio.
Soprattutto perché sono convinta di una cosa:
comprendere il passato ti permette di capire il presente e ti aiuta a costruire un futuro migliore.
“Prof da quando ho fatto lezione con lei non guardo più la televisione, i film e i social network nello stesso modo!”
Mi ha detto una volta un mio carissimo studente.
Io ci credo perché la Storia della Moda è sempre attuale, è sempre moderna.
Come quando Diana Vreeland, icona rivoluzionaria dell’editoria, decise, negli anni ’60, di pubblicare sulle pagine, prima di Harper’s Bazaar e poi di Vogue, donne poco convenzionali per “abituare lo sguardo dei lettori” a considerare un nuovo tipo di bellezza.
E rese celebri modelle e attrici come Penelope Tree, dagli occhi “troppo grandi”,
Barbra Streisand,
che Diana volle ritratta di profilo e vestita come una dea greca.
E Anjelica Huston con il suo naso adunco e “ammaccato”, immortalate da fotografi come Richard Avedon e David Bailey.
Donne uniche e particolari, donne dalle caratteristiche inaspettate e portatrici di una dote indispensabile secondo Diana Vreeland: la capacità di non passare inosservate (o venire dimenticate) e di stimolare in qualche modo l’osservatore, fosse anche con un moto di fastidio.
Ti è venuta in mente la recente polemica a proposito della modella Armine Harutyunyan, scelta da Alessandro Michele per Gucci?
“La moda è l’eterno ritorno del nuovo” diceva, non a caso, Walter Benjamin.
Noi vediamo, leggiamo e vestiamo la Storia della Moda ogni giorno!
Anche quando decidiamo di “pescare” dall’armadio quella camicia bianca con la quale, al lavoro, andiamo sul sicuro.
Senza sapere che in tempi antichi, veniva indossata come capo di abbigliamento intimo.
Perché era bianca? Perché così si poteva verificare il “grado di sporco”.
La pulizia personale, un tempo, non era così frequente come oggi! Pensa che nel Settecento il profumo era considerato “lavante” e si credeva che bastasse spruzzarlo sulla pelle per sanificarla!
Avere una “camicia bianca” sempre immacolata significava che la si poteva cambiare e che, quindi, se ne possedevano tante
La camicia bianca era sinonimo di ricchezza e status sociale elevato.
Ecco perché la camicia bianca, quando viene indossata, trasmette sicurezza, distinzione e “signorilità”.
Ecco perché ti viene consigliato di possederne una e di metterla al lavoro.
(delle proprietà comunicative del bianco e della sua capacità di “porti in una posizione più elevata” e di spiegare la tua voglia di leadership ti avevo scritto qui)
Perché è importante studiare Storia della Moda.
Ecco perché è importante studiare la Storia della Moda, perché è intorno a noi, è addosso a noi!
La storia della moda è un racconto, un racconto bellissimo e pieno di suggestioni che indossi ogni giorno.
Quando decidi di infilare un paio di pantaloni, messi per la prima volta a metà dell’Ottocento da Amelia Bloomer, oppure opti per una minigonna alla Mary Quant.
O porti una fantasia animalier, come faceva Nancy Cunard la ragazza rivoluzionaria che inventò lo stile etnico.
Quando applichi sulle tue labbra il rossetto e lo scegli rosso, come quello regalato da Elizabeth Arden alle suffragette che passavano, in marcia, davanti alla porta del suo negozio a New York, affinché le loro parole fossero ancora più sicure e determinate.
E come quello che, sempre la Arden, realizzò per le soldatesse durante la seconda guerra mondiale, abbinato alle loro divise,
e con smalto coordinato (ti spiegherò tutto durante il corso di Storia della Moda).
Tu vesti la Storia della Moda, tu sei la Storia della Moda.
Per chi ho pensato il corso di Storia della Moda.
Per te.
Questo non è un corso solo per addetti ai lavori. Questo è un corso per appassionati e curiosi.
(se però hai una professione inerente con la moda e sei, per esempio, commessa o parrucchiera o artigiana, questo corso sarà un vero valore aggiunto nel tuo rapporto con i clienti).
Non voglio fare “pedanti lezioni di storia” ma portarti in un mondo fatto di suggestioni e interpretazioni, raccontate con levità, gioia e competenza.
Non ci annoieremo di sicuro!
Insieme capiremo come gli abiti abbiano vestito e possano raccontare il cambiamento, attraverso la modifica delle loro fogge e dei loro usi.
Ti racconterò tante, tantissime cose dei personaggi che hanno fatto la storia (non solo della moda) e a cui dobbiamo molte delle nostre abitudini quotidiane.
Ti parlerò, per esempio del grande Paul Poiret che, tra una sontuosa e magnifica festa e l’altra, tolse il corsetto alle donne o del primo vero stilista: Charles Worth che “inventò” il concetto di marca e persino quello di storytelling.
E ti presenterò figure meravigliose come la ballerina Isadora Duncan che, nella sua autobiografia affermava “danzo la verità quale io la sento”(parole potentissime secondo me) e che con i suoi abiti leggeri e succinti, ispirati a quelli delle statue classiche, cambiò per sempre l’immaginario femminile.
Eccola, immortalata a ballare sulla “mia” spiaggia del Lido di Venezia.
Isadora risvegliò gli animi delle donne che durante la Belle Epoque erano costrette nella “figura ad S” (te ne parlerò qui): grazie a lei e alla sua “danza libera”, compresero che una nuova emancipazione era possibile.
(Hai notato che le signore portano tutte un ampio cappello? Durante il corso di storia della moda ti spiegherò il motivo.)
Come si svolgerà il corso di Storia della Moda
Il corso di Storia della Moda sarà un corso “a distanza”.
Prima di ogni lezione:
ti invierò un link per accedere alle lezioni e potrai connetterti con facilità.
Durante ogni lezione:
Staremo insieme un’ora e mezza in cui io ti parlerò di un periodo storico, delle sue caratteristiche in fatto di stile e abbigliamento e dei protagonisti dell’epoca.
Incontreremo sublimi couturier, creatrici e creatori di moda, fautrici e fautori di grandi innovazioni, icone di stile, artiste e artisti, donne e uomini ribelli, ragazze rivoluzionarie…
Affronteremo il cambio di canoni di bellezza e capiremo come il racconto della moda segua da sempre le evoluzioni sociali e culturali.
Ti farò vedere delle immagini ma anche dei video selezionati con cura da me per te: spezzoni di pellicole inedite o parti di film che, magari, conosci benissimo ma che osserverai con occhi nuovi.
Non vedo l’ora di immergermi con te nella visione, osservando e spiegandoti ogni dettaglio.
Come la presenza di un make-up marcato o di un paio di spalline, la scelta di un determinato colore o la storia dietro ad un look.
Come “tutti i segreti” di questa mise, sfoggiata da Grace Kelly nel film “La finestra di fronte” di Alfred Hitchcock.
Non voglio darti solo delle nozioni, ma permetterti di avere una visione d’insieme.
Proprio come piace a me!
Inoltre, come in ogni aula che si rispetti, tu potrai farmi domande e sottopormi le tue curiosità: io sarò ben felice di rispondere.
Insomma ti sentirai proprio come uno dei miei studenti!
Non potrai frequentare una lezione?
Avrai diritto alla registrazione! E potrai scrivere le tue domande nel gruppo Facebook che creerò e che sarà dedicato al corso: io ti risponderò sempre!
Quando ci vedremo?
Come ti ho detto tu avrai a disposizione le lezioni registrate, per vederle e rivederle quando più desideri e ti fa comodo.
Io, però, ho voluto fare in modo che per te fosse fattibile anche “frequentare” le lezioni in presenza: mi piace l’idea di averti in aula con me!
Per questo motivo, ci connetteremo ogni martedì sera.
Ho pensato di fare le lezioni di sera per due motivi:
1) per molte persone è più facile da gestire come orario. Dopo aver finito tutte le “pratiche” della giornata, ecco che arriva il momento in cui si è pronti a dedicarsi del tempo: una coccola serale!
2) sarà bellissimo terminare la giornata insieme e raccontarti le mie “storie di moda” come se fossero “storie della buona notte”. Tutte per te!
Immaginami così:
Quali saranno gli argomenti delle lezioni?
Le lezioni saranno 9 e ognuna avrà un tema diverso, così che per te sarà più facile assorbire i concetti con chiarezza, profondità ma anche leggerezza.
PRIMA LEZIONE
La prima lezione sarà dedicata al Settecento.
Scopriremo insieme l’epoca del fasto e del lusso, “del vedere e dell’essere visti”. Capiremo come ci si vestiva e come era composto ogni look (eh sì perché c’erano tanti elementi diversi e tutti “obbligatori”).
Il Settecento è anche l’epoca delle “novità” della moda: negozi, vetrine, giornali, marche. Si assiste alla nascita del “sistema moda” che oggi conosciamo.
Parleremo di Maria Antonietta e delle rivoluzioni compiute dalla Regina di Francia con la sua marchande de mode: Rose Bertin.
Insieme scopriremo anche il linguaggio del ventaglio: ad ogni “posa” corrispondeva un messaggio.
SECONDA LEZIONE
La seconda lezione sarà dedicata all’Ottocento.
Parleremo di “grandi rinunce”, crinoline, strutture e di moda che costringe ma che anela a liberarsi, anche grazie allo sport.
Come quando Amelia Bloomer vuole andare in bicicletta come suo marito e si mette i pantaloni!
Ma anche il nuoto, il tennis e il ballo faranno la loro parte!
In questa lezione conosceremo Charles Frederick Worth: il primo couturier della storia (e il primo anche a definirsi tale).
Ho tantissime cose da raccontarti su di lui, sulle sue sfilate e sulla sua “moda d’artista”, per la prima volta, firmata: gli dobbiamo tantissimo!
TERZA LEZIONE
In questa lezione celebreremo la Belle Epoque e affronteremo il legame strettissimo tra moda e arte nei primi del Novecento e incontreremo personaggi come Mariano Fortuny e sua moglie Henriette, Gustav Klimt e Emilie Flöge e molti altri.
E soprattutto faremo la conoscenza con Paul Poiret, colui che liberò le donne dal corsetto e inventò una nuova maniera di fare e soprattutto presentare la moda.
Sarà bellissimo partecipare insieme alle sue sontuose feste e andare a teatro per farci ispirare dai Balletti Russi.
QUARTA LEZIONE
In questa lezione affronteremo gli albori del Made in Italy, agli inizi del secolo scorso ad opera dei Futuristi e di Rosa Genoni.
Fino ad arrivare ai Ruggenti anni Venti!
Archiviata la prima guerra mondiale, è tempo di cambiamento: è tempo di divertirsi e di rinnovarsi!
È tempo per le donne di prendere coscienza delle loro possibilità. E, calcando in testa un delizioso cappellino a campana, camminare per la strada, a passo spedito e reso comodo dalle gonne finalmente accorciate.
Conosceremo molte icone del periodo e donne promotrici dell’emancipazione femminile come, per esempio, Elizabeth Arden.
Sarà bellissimo assistere insieme alla nascita dell’abito moderno!
QUINTA LEZIONE
La moda tra le due guerre è una moda AL FEMMINILE.
Le donne prendono il comando e desiderano, finalmente, avere l’ultima parola in merito agli abiti che indosseranno e che le accompagneranno nelle loro attività quotidiane.
Comodità e praticità ecco le parole chiave per due “ragazze rivoluzionarie della moda” che conosceremo in questa lezione: Madeleine Vionnet e Coco Chanel.
Parleremo della storia e della vita di queste due importantissime stiliste, così simili e così diverse e a cui dobbiamo così tanto in termini di LIBERAZIONE
SESTA LEZIONE
La moda è immagine visiva del periodo sociale.
Così, quando le nubi fosche della seconda guerra mondiale si presentano all’orizzonte, cambia anche il modo di vestirsi.
Lo comprese benissimo Elsa Schiaparelli che, in quel periodo, inventò la “divisa estrosa” e interpretò il cambiamento del pensiero femminile, anche in fatto di moda.
In questa lezione conosceremo la storia della spumeggiante stilista che aiutò le donne ad interpretare la moda con la loro personalità.
Fino ad arrivare allo stile anni ’40, quando indossando un turbante e una giacca con le spalline andremo al cinema insieme!
SETTIMA LEZIONE
Pin-up o signorina bon-ton? Lo decide Christian Dior.
In questa lezione ci immergeremo nei favolosi anni ’50, dalle sfumature sofisticate ma anche provocanti.
Dal bikini al Tailleur Bar di Dior, comprenderemo l’evoluzione della moda nel periodo.
Anche grazie alle pellicole cinematografiche e agli splendidi costumi ideati da Edith Head.
Conosceremo il couturier più famoso di tutti i tempi che “voleva solo rendere le donne bellissime”, parleremo della sua vita e delle sue magnifiche creazioni in grado di offrire ispirazioni senza tempo.
OTTAVA LEZIONE
“Largo ai giovani”! Ecco lo slogan degli anni ’60.
In questa lezione comprenderemo come il cambiamento nello stile e nell’abbigliamento segua l’evoluzione sociale e culturale del periodo.
Cambierà tutto! A partire dai canoni di bellezza, anche quelli maschili!
Incontreremo Mary Quant, ne ammireremo la storia e lo stile e, indossando una minigonna e calze colorate, ci proietteremo verso uno spazio lontano e luminoso.
E insieme agli stilisti della “Space Age” arriveremo fino alla luna!
NONA LEZIONE e DECIMA LEZIONE
“E se il brutto diventasse bello”?
Magari a suon di musica!
In questa lezione affronteremo la “rivoluzione del punk” ad opera di Vivienne Westwood, ma non solo, negli anni ’70.
Conosceremo la stilista inglese dalle mille sfaccettature, parleremo della sua vita e della grande passione per la storia della moda.
Andremo, infine, a conoscere gli anni ’80 e il power dressing: vestirsi per dimostrare sicurezza, personale e lavorativa.
Negli anni ’80 capiremo anche
Come ho deciso di affrontare gli argomenti
A modo mio!
Con chiarezza, semplicità, precisione e profondità insieme: come faccio sempre!
Il mio sarà un racconto coeso ed emozionante con l’obiettivo di aiutarti a capire:
-che la Storia della Moda ha molto a che fare con la tua vita quotidiana e con tutto quello che c’è intorno a te.
-quanto devi ogni giorno a coloro che sono stati protagonisti delle rivoluzioni di “immagine e stile”;
– come attraverso lo studio del passato possiamo capire il presente e, persino, anticipare il futuro.
Ogni lezione dura più di 2 ore per un totale di più di 20 ore!
Sarà bellissimo fare questo viaggio, ancora una volta insieme!
Io sono pronta e tu?
E poi sono molto curiosa di scoprire quale sarà il tuo periodo storico preferito.
Il mio lo hai già capito vero?
Un abbraccio: io e Louise ti aspettiamo qui!
Ps: ormai lo sai, non mi piace fare “come fanno tutti” e imbocco sempre nuove strade, sulla base del mio pensiero e della mia visione, inventandomi nuovi modi di fare le cose.
Elettrizzante, ma c’è sempre un pizzico di paura e di ansia quando si inizia il viaggio.
Il bello è che, ancora una volta (spero), viaggeremo insieme.
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