Altre due serate del festival se ne sono andate e in attesa della finale domani sera vi aggiorno sugli outfit sfoggiati.
Bar Rafaeli lascia il tempo che trova con abiti da gran sera che volevano stupire ma hanno fatto solo sbadigliare.
Tra gli outfits più indovinati sottolineo gli abiti neri indossati da Malyka Ayane, il primo scollato dietro ad incorniciare il tatuaggio della cantante che prende tutta la schiena, e il secondo con un grande fiocco davanti ad altezza del collo. Peccato per i capelli biondissimi che però hanno un loro senso nella scelta anni Quaranta generale dei looks.
Bocciate invece Simona Molinari, sempre sopra troppo le righe solo per far parlare di sé (obbiettivo raggiunto cara e complimenti per le scarpe davvero belle), Annalisa Scarrone che sfoggia due abiti pigiamino in colori pastello che bene si armonizzano con il colore dei suoi capelli ma sono poco adatti alla serata e, ancora, Chiara Galiazzo che si presenta con un completo pantalone e mini abito in chiffon del tutto simile a quello della prima serata (sempre di Alberta Ferretti), solo in nero; certo il nero sfina sempre ma ho visto il tutto tirare in più punti ed enfatizzare le forme non proprio longilinee della cantante. Ora il segreto non è essere perfette ma valorizzare il fisico che si ha e Chiara con i suoi colori e la sua altezza è un palese esempio di: “potrebbe dare di più, ha le pontenzialità ma non si applica”. Dai Alberta sù, riprovaci a darle una mano, speriamo stasera vada meglio.
Un discorso a parte merita Carla Bruni che si presenta con un completo grigio da finanziere con il solo intento di sottolineare il suo essere radical chic e fuori dal baraccone mediatico..ma chi ti crede Carlà che di lustrini e pailettes non ti interessa niente…facevi la modella, hai sposato il presidente francese..a Carlà mica abbiamo la memoria di una formica.
Tra gli uomini super promossi Max Gazze con due completi di Etrò e Marco Mengoni con un abito burgundy: divertenti, stravaganti ma comunque molto eleganti, esempio perfetto del tipo di uomo che ci aspetta per le prossime stagioni estiva e invernale, curatissimo ma che non si prende mai troppo sul serio.
Un applauso finale alla regina della manifestazione canora: la conduttrice Luciana Littizzetto.
Coraggiosa e interessante la scelta di affidare la cura dei suoi outfits sanremesi a giovani stilisti italiani dando una spinta e molta visibilità al vero made in Italy.E dopo Aquilano e Rimondi, che in passato sono stati i direttori creativi di Gianfranco Ferrè, è stata la volta di Gianluca Capannolo, designer abruzzese che ha diretto per tre stagioni Krizia, e Gabriele Colangelo, giovane designer dalla vocazione couture che oggi è direttore creativo anche di Genny e Borbonese (che per ora ha firmato gli abiti che ho trovato meno interessanti); stasera starà la volta di Kristina Ti, al secolo Cristina Tardito, torinese doc come la comica. L’ultima sera, invece, Luciana Littizzetto indosserà le creazioni di Albino: romano, classe 1974, Albino d’Amato ha aperto la sua maison nel 2004. Nel frattempo è stato direttore creativo di altri marchi, tra cui Les Copains.
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