Palazzo Mocenigo è per tradizione il luogo della cultura della moda a Venezia, sede del Centro Studi di Storia del Tessuto e del Costume.
Il primo Novembre riapre dopo un lungo restauro e io ne sono molto felice. Nella biblioteca di Palazzo Mocenigo ci ho consultato libri e Vogue della prima metà del secolo scorso, osservando attentamente le fotografie per la mia tesi in Iconologia e Iconografia dal pomposo titolo “Il copricapo nella moda tra le due guerre: fogge, usi e intenzioni” che in genere io traduco con “Il cappello nella moda degli anni Venti e Trenta”.
Un progetto lungo tre anni con cui la città ritrova uno dei pezzi del suo racconto.
Un palazzo che si presenta in tutto il suo antico splendore in seguito ad un restauro che ha permesso di recuperare non solo i principali elementi architettonici e strutturali, ma anche gli antichi arredi, i fastosi affreschi, gli stucchi, i marmorini e i pavimenti.
Il nuovo layout, concepito da Pier Luigi Pizzi, riporta alle suggestioni dell’abitazione nobile familiare che Palazzo Mocenigo era in origine. A favorire l’illusione la disposizione apparentemente casuale di manichini, vestiti perfettamente secondo la moda del Settecento, che sembrano aggirarsi per le stanze del Palazzo proprio come nel suo periodo antico.
Nota curiosa gli abiti settecenteschi erano fatti rigorosamente su misura e quindi è stato davvero difficile trovare per ogni abito il manichino giusto.
Ogni dettaglio è curato e ogni stanza riserva una sorpresa. C’è persino lo stanzino dei gilet. messi in bella vista, pronti per essere scelti ed indossati. D’altra parte Palazzo Mocenigo è anche sede dei vasti depositi di una ricchissima collezione di abiti, vesti, accessori e tessuti del Settecento e Ottocento a cui è possbile accedere una volta al mese, come ho avuto modo di scrivere in questo articolo.
Insieme al restauro di Palazzo Mocenigo di sicuro interesse è anche la creazione al suo interno del Museo del Profumo in collaborazione con MAVIVE, l’azienda veneziana della famiglia Vidal, nota per il famoso “Pino Silvestre”; degli spazi espositivi che riprendono la tradizione della città lagunare dove la leggenda vuole che sia avvenuta la prima messa in alcool di un profumo.
Un’azione di mecenatismo, questa, che sposa una nuova tendenza del fare moda e cultura in Italia
Cinque sono le sale dedicate alla storia profumo, in cui un vero e proprio percorso olfattivo guida il visitatore lungo le ammalianti e impervie Vie dell Spezie percorse dagli antichi veneziani; dalla scoperta del laboratorio quasi alchemico di un profumiere (muschiere) cinquecentesco, dove vengono svelate tutte le materie prime e i procedimenti, fino alle essenze racchiuse in boccette e flaconi antichi, gentilmente concessi dall’azienda tedesca Drom e appartenenti alla celebre “Collezione Storp”, una delle più importanti al mondo, composta da oltre 2500 oggetti risalenti fino al 3.00 a.C.
L’intervento di restyling di Palazzo Mocenigo è stato realizzato con il supporto del Comune di Venezia e della Soprintendenza ai Beni Architettonici e Paesagistici di Venezia e Laguna, con il contributo di Venice Foundation sotto la direzione scientifica di Gabriella Belli, a cura di Chiara Squarcina e, per la sezione del Profumo, di Marco Vidal.
Mi auguro che questa sia solo una start-up nell’ottica di creare a Venezia nuove zone di piacere e cultura, cercando, come in questo caso, di riportare alla luce gli antichi splendori di una città unica al mondo e caratterizzata dall’impronta pesante della storia su di sé.
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