Amo Salvatore Ferragamo.
Un creativo, un appassionato, un lavoratore indefesso, un uomo con una visione e che questa visione fece diventare realtà, fece diventare MODA.
Come spiego e racconto ai miei studenti di Storia della Moda allo IED.
Io che un po’ mi rivedo nella sua frase:
” Ho avuto la sfortuna, o la fortuna – dipende dai punti di vista- di essere un uomo perennemente insoddisfatto, sempre alla ricerca di qualcosa e dotato di una grande capacità di lavorare sodo“.
Ho letto molti libri su Salvatore Ferragamo, compresa la sua autobiografia “Il calzolaio dei sogni”, e ho visitato più volte il museo Ferragamo a Firenze.
Così, quando alla 77esima Mostra del Cinema di Venezia, è stato presentato il documentario a lui dedicato, con la regia di Luca Guadagnino ho subito prenotato il mio posto in sala.
Naturalmente conoscevo la maggior parte delle cose raccontate dal film (in particolare ho apprezzato la parte relativa alla “storia di famiglia”) ma, mentre guardavo la pellicola, mi sono resa conto di una cosa che non avevo mai realizzato prima: io da Salvatore Ferragamo ho imparato un sacco di cose che, adesso, vorrei condividere con te.
Ecco, quindi, cosa mi ha insegnato Salvatore Ferragamo.
1) Segui la tua vocazione!
Fin da piccolo Salvatore Ferragamo sa che vuole fare il ciabattino, sente proprio la vocazione.
E questo, nonostante si tratti di una professione ancora più umile rispetto a quella dei suoi genitori che facevano i braccianti.
“Voglio fare il calzolaio!”: pronuncia a gran voce, ancora bambino.
La madre non è d’accordo ma lui non demorde e riesce a farsi prendere a bottega dal ciabattino di Bonito, il piccolo paese del sud Italia dove viveva, per poi aprire un suo “negozio” letteralmente sulla porta di casa.
Io non sono Salvatore Ferragamo ma da quando nel 2012 ho seguito la mia di vocazione e cioè fare la consulente d’immagine ho smesso di vivere una vita che non sentivo completamente mia ed ho iniziato a vivere la mia vita (ma c’è voluto un incidente stradale per darmi il coraggio, come racconto qui).
2) Impara, impara, impara!
Salvatore Ferragamo non si accontenta, vuole diventare un maestro nel suo mestiere e per questo sa che deve continuare ad imparare.
Così da Bonito si trasferisce prima a Napoli, giovanissimo povero e inesperto, e poi in America con l’obiettivo di apprendere nuove tecniche e affinare le sue idee.
Una volta negli Stati Uniti, di giorno lavorerà e di sera studierà Anatomia (oltre che ingegneria, chimica e matematica) all’Università per conoscere sempre di più “la materia” della sua professione: i piedi.
3) Segui le tue idee uniche e autentiche, non quello che funziona!
Per Salvatore Ferragamo, fin da subito, una cosa è chiara: i piedi devono stare comodi.
Devono essere in grado di appoggiarsi bene e non dolere dentro ad un paio di scarpe.
Per questo motivo crea un suo metodo, grazie anche agli studi fatti, e in un periodo in cui importa solo che le scarpe siano belle lui punta sulla comodità: e fa la differenza!
Così lo spiega nella sua autobiografia:
“Sente i piedi abbastanza liberi?” chiesi alla mia cliente.
“Liberi?” rispose: “Con queste scarpe ho l’impressione che le mie dita nuotino e questa è una libertà che nessuno potrà portarmi via!”.
E su questa scoperta, sul comfort delle centinaia e migliaia di persone per cui ho fatto le scarpe che ho fondato la mia fortuna.
Adoro i piedi, ho la sensazione che mi parlino. Quando li tocco posso avvertirne la forza e la debolezza, la vitalità e i difetti.
Un piede in buona salute è un piacere tenerlo in mano…invece un piede deformato è una sofferenza. Quando lo tocco ho un senso di rabbia e di compassione. Rabbia per non poter calzare tutti i piedi del mondo. Compassione per tutti coloro che soffrono camminando.
Compassione e passione per il suo lavoro!
4) La vita fa il giro!
In America, ad un certo punto, Salvatore si trova a lavorare per il cinema.
Prima a Santa Barbara, dove si era trasferito insieme ai suoi fratelli, e poi a Hollywood.
Non lo aveva immaginato, non lo aveva desiderato ma capisce l’opportunità e si impegna tantissimo.
In poco tempo diventa super richiesto e amato dalle star che indossano le sue scarpe, belle e comode, sia sul set che nella loro vita privata. Attrici e attori diventano persino suoi amici.
Crea scarpe per film interpretati da divi e divine come Rodolfo Valentino e Mary Pickford.
“Con Rodolfo Valentino avevo in comune le origini italiane. Era solito venire a casa mia per mangiare un piatto di spaghetti come si deve”.
Scrive Ferragamo nella sua autobiografia.
5) Tutto serve!
Il cinema per cui, inizialmente, lavora Salvatore Ferragamo è il cinema muto.
Le parole non ci sono e quindi sono le immagini a dover parlare.
Dall’esperienza con il cinema Salvatore impara che le scarpe devono intonarsi ad un racconto: il racconto della personalità di chi le indossa.
Accordandosi anche alla sua perfetta imperfezione.
Così per Gloria Swanson, per esempio,disegna delle scarpe con un fiocco apparentemente “troppo grande”, necessario però a spiegare il carattere spumeggiante dell’attrice e soprattutto del personaggio che lei stava interpretando sullo schermo.
Una donna ingombrante e indimenticabile, proprio come quel grande e sproporzionato fiocco “bianco su nero”.
6) Mira all’obiettivo!
Poteva rimanere negli Stati Uniti Salvatore Ferragamo ma il suo obiettivo è sempre stato quello di tornare in Italia.
Contro ogni apparente logica di business, decide di lasciare l’America all’apice del successo e non solo si trasferisce a Firenze, ma compra anche Palazzo Feroni Spini, indebitandosi, perché lui sa che è lì che costruirà il suo futuro.
“Per me pensare ha sempre significato agire“, d’altronde scrive.
E aveva ragione!
L’azienda Salvatore Ferragamo è ancora a Palazzo Spini Feroni (e lì c’è anche il museo che ti consiglio di visitare).
Le star hanno sempre continuato ad essere sue clienti, recandosi in Italia per incontrarlo e farsi preparare delle meravigliose calzature.
Come Carmen Miranda che aveva una grande passione per le scarpe e a cui Salvatore Ferragamo dedicò le Mosaic Mirror: zeppe adornate da mille specchietti, luminosi quanto l’attrice e ballerina.
O Judy Garland per cui “il calzolaio dei sogni” creerà nel 1938 questo sandalo Rainbow .
Ecco Salvatore Ferragamo con una giovanissima Audrey Hepburn. L’avevi riconosciuta?
7) Da ogni crisi nasce un’opportunità/Non arrenderti!
Non va tutto sempre bene a Salvatore Ferragamo.
In America un incidente stradale gli porta via il fratello e lo costringe a letto per mesi con il rischio di perdere una gamba.
Poi in Italia ci sarà la guerra con i conseguenti dissesti finanziari.
Ad un certo punto l’azienda di Salvatore Ferragamo chiude pure per bancarotta.
Ma lui sa sempre rialzarsi con forza, la forza della sua missione, la forza dei suoi obiettivi e la forza della sua inventiva.
In ospedale, ragionando sulla sua gamba malandata, non solo riesce a dare ai suoi stessi medici l’ispirazione per curarlo meglio ma mette a punto anche alcune idee che gli saranno utili a livello professionale in merito al tema “peso della gamba sul piede” (argomento che gli era particolarmente caro).
In tempi di guerra non c’è più materiale per fare le scarpe?
Usiamo i tappi di sughero per i tacchi e creiamo meraviglie come questa!
8) Il cliente è importante!
Per Salvatore Ferragamo il cliente è importantissimo!
Lui pensa sempre al suo cliente e il suo sogno più grande è quello che il cliente si senta bene nelle sue scarpe.
Comodo ma anche rappresentato.
È questa la sua soddisfazione più importante e mantiene lo stesso spirito di dedizione verso il cliente per tutta la sua carriera. Dal periodo in cui è solo un ciabattino a Bonito fino a quando diventa uno stilista di fama internazionale.
Come racconta lui stesso:
Un giorno una signora entrò nel negozio. Da tempo i piedi le facevano talmente male che era in grado di percorrere solo il tratto tra la camera da letto e il salotto, tra il salotto e la macchina, tra la macchina e i negozi o il parrucchiere.
I suoi piccoli piedi apparivano sproporzionati rispetto all’enorme mole.
La sua prima richiesta furono un paio di scarpe belle.
“Signora innanzitutto la farò camminare” le dissi. Era scettica.
“Nessuno ci riuscirà mai. Sono anni che non riesco a fare che pochi passi. Ho consultato vari medici che mi hanno prescritto ogni sorta di cura ma non è servito a nulla. Sono venuta da lei perché vorrei delle belle scarpe”.
“A lei non servono belle scarpe per stare seduta a giocare a carte o ricevere ospiti. A lei servono scarpe per camminare. Le farò scarpe da passeggio bellissime ma che anzitutto le permetteranno di muoversi”.
Avevo sempre tanto da fare, il mio negozio era pieno e la signora era così enorme che decidemmo sarebbe venuta da me ogni giorno all’ora di pranzo per diverse settimane. Potrei forse dire che in quei giorni mi rovinò la pausa dedicata al pranzo ma in realtà quella sfida alla mia abilità professionale mi piaceva moltissimo.
Liberai i suoi piedi dagli effetti invalidanti di scarpe sbagliate e riuscii a farla camminare.
Perché è proprio così: da una parte ci sei tu con le tue idee, dall’altra c’è chi porterà le tue idee, le tue intuizioni e le tue passioni nella sua vita, trasformandole in un modo unico e facendole vivere e camminare davvero.
9) Lascia libera la TUA creatività!
Non ci sono limiti alla creatività se capisci come “metterla a terra”.
Te lo spiega lo stesso Ferragamo:
Una volta un buyer girava per Palazzo Spini Feroni cercando “qualcosa di nuovo”. Allora presi una zeppa e cominciai a scavare una parte del tacco con il coltello, riducendo ad un ombra le forme piene e sagomando le estremità finché non somigliò alla prua di una corazzata. Quando ebbi finito la zeppa era scomparsa ed era nato il “tacco scultura”. Un tacco così sottile che dava l’impressione che chi lo indossava camminasse sull’aria. Poco dopo Alfonso, il mio collaboratore più longevo, ritorno dalla pesca sull’Arno con un grosso pesce che aveva preso con un nuovo tipo di lenza fatta di nylon. “I pesci non la vedono” spiegò.
Era il materiale di cui avevo bisogno per dare l’ultimo tocco alla mia idea. Presi un lungo filo di nylon trasparente e lo attorcigliai intorno alla mia scarpa. Il risultato fu la scarpa invisibile con cui vinsi un premio Neiman Marcus.
Eccole:
Tutto ti può ispirare, lasciati stimolare da quello che hai intorno a te e fallo a modo tuo.
Il risultato sarà originale e migliore rispetto ad ogni copia.
10) Proteggi le tue idee
Ferragamo non copia nessuno, lui inventa.
Ecco perché viene copiato.
Ecco perché ci sta molto male quando questo succede; come ogni persona, e te lo posso dire con cognizione di causa purtroppo, che ha tirato fuori qualcosa “dalla sua mente e dal suo cuore” e soffre nel vedere che qualcun altro spaccia per suo quello che “è nato da dentro di te”.
Ecco perché ci tiene a proteggere le sue invenzioni e intuizioni.
Brevetta tutto Salvatore Ferragamo e questa sarà la sua fortuna.
E se ti copiano lo stesso?
Copieranno la forma ma non la sostanza che rende le tue idee e le tue creazioni autentiche e irripetibili. Non saranno in grado di replicare la tua essenza!
Perché potranno anche fingere di essere te ma non potranno mai diventare te.
Come avrebbe detto anche Coco Chanel (leggi qui per conoscere il parere di Madame sulle copie).
E come scrive Salvatore Ferragamo:
I calzolai del mondo intero si appropriano di quello che io posso offrire tranne che di una cosa.
L’essenza.
Appena esco con una nuova creazione qualcuno la ruba, anche se faccio brevettare i miei nuovi disegni per proteggermi il più possibile.
Usano i miei disegni, i miei modelli, le mie idee. D’altra parte chi è occupato a copiare il lavoro altrui non ha tempo di produrre cose originali per conto proprio.
Rubano però le cose effimere, ciò che l’anno prossimo sarà già passato di moda. E non considerano ciò che davvero è il valore del mio lavoro: l’essenza di quello che rende le mie scarpe uniche.
Ecco le 10 cose che ho imparato da Salvatore Ferragamo.
E che cerco di mettere in pratica ogni giorno nel mio lavoro di insegnante e consulente sui temi di moda e immagine.
Hanno ispirato anche te?
Avrei così tante altre cose da dirti su questo meraviglioso personaggio.
Potrei raccontarti, per esempio, di quando su una nave da crociera, diretti verso l’America per andare a ritirare l’importante premio Neiman Marcus, Christian Dior e Salvatore Ferragamo si incontrarono per la prima volta e, pur senza sapere nulla l’uno dell’altro, si ritrovarono ad avere capi e collezioni che avevano “qualcosa in comune” e potevano essere perfettamente abbinati.
“Non so come sia successo- disse Monsieur Dior- ma io ho creato i vestiti e lei le scarpe: sembrano fatti gli uni per gli altri”.
Eccoli insieme in questa foto:
Ma questa è un’altra storia!
Vorresti approfondirla?
Ti piacerebbe io ti raccontassi tante altre Storie di Moda?
Ti aspetto a questo corso!
L’ho pensato per te con passione, dedizione e competenza, come ho imparato a fare proprio da Salvatore Ferragamo (ti spiego tutto qui).
Usa, da oggi fino a domenica, il codice coupon FERRAGAMO da qui e avrai uno sconto sull’acquisto del corso.
Affrettati che martedì 29 iniziamo e i posti in classe sono quasi esauriti! (e se non riuscirai a frequentare le lezioni in diretta potrai sempre vedere le registrazioni).
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