VICHY!
Sai di cosa sto parlando? Di questo:
Si compone di 3 colori: il bianco come base, la sfumatura prescelta e poi il colore mescolato con il bianco.
Il vichy è un disegno ma anche un tessuto perché la stoffa è già tinta in questo modo nel momento della sua realizzazione.
Lo sapevi? Ora ti racconto tutto.
La Storia del vichy
Facciamo innanzitutto chiarezza: il “nome” originario del tipo di “disegno” che adesso definiamo vichy è gingham.
Questa parola arriva da un aggettivo in lingua malese, “Genggang” che significa “a strisce”.
Il tessuto liscio di cotone tinto o filato, denominato in italiano percalle, venne importato proprio dalla Malesia, durante il dominio di Elisabetta I, ed era inizialmente con una fantasia a strisce.
Dalla metà del XVII secolo, quando iniziò ad essere prodotto a Manchester per i “complementi d’arredo”, si cominciò a tesserlo anche a scacchi.
Prende il nome di “vichy” perché, nello stesso periodo, anche nella città di Vichy si cominciò a realizzare la medesima stoffa quadrettata che veniva definita anche cotone Zephir.
Vichy era un luogo vacanziero, molto amato da Napoleone III.
La fantasia “quadrettata” diffonde la sua popolarità grazie a quelle nobildonne che, per le loro passeggiate alle terme di Vichy, vestivano proprio i capi realizzati con questa trama, che avevano acquistato in vacanza.
A questo proposito che ne dici di queste mise ottocentesche?
Il vichy continua ad essere indossato anche nel Novecento, come dimostra questa pagina di una rivista dei primi anni del secolo.
La sua peculiarità è quella di non avere né un dritto né un rovescio, poiché le fibre che lo costituiscono, come dicevamo, sono già tinte “in capo” e, una volta confezionate, creano un elegante disegno sulla stoffa.
Cosa che rende questo tessuto particolarmente economico.
Quindi facilmente utilizzabile per “gli abiti da casa” come questi degli anni Venti.
Ed ecco perché il vichy viene particolarmente apprezzato nei periodi di ristrettezze, come quelli delle guerre.
Non è un caso, infatti, che il vichy diventi celebre proprio nel 1939, anno dell’inizio della Seconda Guerra Mondiale ma anche anno di uscita del film “Il mago di Oz“.
L’immagine di Judy Garland che, nei panni di Dorothy Gale, porta un vestito con disegno vichy/gingham divenne iconica.
“E come fai a parlare se non hai il cervello Spaventapasseri?”
“Ah non ne ho idea…ma c’è un mucchio di gente senza cervello che chiacchiera sempre. ”
Fu Adrian (Adrian Adolph Greenberg), il più famoso costumista del periodo, a decidere cosa “Dorothy” avrebbe indossato.
Un uomo capace di rendere memorabili i look delle attrici non per la loro “perfezione” ma in virtù della loro unicità, consapevole che quello che rende davvero memorabili è la “diversità”.
(ti parlo di lui in questa lezione del mio corso di Storia della Moda).
Adrian che, seguendo questo principio, fece indossare a Joan Crawford, la cui “particolarità” erano spalle piuttosto larghe, un abito con ampie “spalline”: di certo non sarebbe mai passata inosservata!
Altra “invenzione” di Adrian per il film “Il Mago di Oz” furono le famosissime “scarpette rosse”.
Nel libro da cui venne tratta la pellicola erano argento (per rifarsi al colore dei soldi, perché, non so se lo sai, “Il Mago di Oz” era in realtà inizialmente un’allegoria economica) e fu il costumista a trasformarle in rosse per farle spiccare nella “pellicola a colori” (la seconda ad essere prodotta in Technicolor a Hollywood)
Rendendole così “mitiche”.
Rimanendo in tema “cinematografico”, a cementare la fama del disegno vichy fu un look, indossato da Katherine Hepburn nel film “Scandalo a Filadelfia” del 1940 e ideato, ancora una volta, da Adrian.
Un completo composto da camicia bianca con fiocco a quadretti e gonna a balze sempre “quadrettata”.
Eccolo:
Un look che divenne indimenticabile anche perché messo sul cartellone pubblicitario del film.
Il vichy si adattava sia alla bellezza sofisticata dell’attrice che al suo carattere pratico e irriverente.
Anche un’ altra importantissima costumista, Edith Head – una delle mie “Rivoluzionarie della moda” preferite, scelse il vichy per un celebre “vestito di scena”.
Si trattava di una giacca dal taglio maschile con inserti “a quadretti”, indossata a Ingrid Bergman, nel film di Hitchcock “Notorious – L’amante perduta” del 1946.
Negli anni Cinquanta il vichy “esplode” e diventa “di moda”.
Molte attrici lo scelgono sia sul grande schermo che nella vita privata.
Come Brigitte Bardot che, nel 1959, sposa Jacques Charrier con un abito creato appositamente per lei dal couturier Jacques Estérel…
proprio “a quadratini” bianchi e rosa. Con tanto di marito abbinato!
Il tessuto/disegno vichy continua ad avere, in quel periodo, una doppia connotazione.
Da una parte viene utilizzato per l’uso domestico, grazie al suo aspetto robusto e al suo prezzo economico.
Adattandosi proprio a tutti i lavori!
Dall’altra diventa fonte di ispirazione per i fashion designer come Jacques Ouaki, fondatore di Tati, che crea il logo del suo brand utilizzando proprio uno schema vichy.
O Pierre Cardin che immagina un raffinato look con gonna vichy “vista Tour Eiffel”.
Persino il massimo couturier Christian Dior lo abbina ad un abito dall’eleganza sinuosa e dalle forme d’impatto.
Come far rivivere una fantasia che “le ragazze ribelli degli anni ’60” considerano “da signora” (come scrive la stessa Mary Quant nella sua autobiografia – ti parlo di lei in questa lezione del mio corso di Storia della Moda)?.
Con minigonne, collant chiari e colori “pop”:
Non a caso, uno dei look più iconici del periodo viene portato da Jane Birkin, prototipo della bellezza giovane, androgina e ribelle più in voga nel periodo.
Jane che, nel film “La Piscina” del 1969 , indossa un corto prendisole “quadrettato” mentre cerca di sedurre il “bel tenebroso” Alain Delon.
Il fascino del disegno vichy non ha mai conosciuto “flessioni”, grazie alla sua capacità di combinare “freschezza ed eleganza”.
Negli anni ’70 viene abbinato a gonne lunghe e capelli voluminosi.
Mentre negli anni ’80 si preferiscono “i quadratini” in tinte accese come il rosa carico.
Osserva questo outfit di Lady Diana, non è bellissima?
Negli anni ’90 il vichy diventa glamour, portato dalle super modelle come Claudia Schiffer e Linda Evangelista (la top model più pagata del periodo).
Rimanendo da allora sempre “in voga”.
Come indossare la fantasia vichy?
Un abito con fantasia vichy sarà super chic e si intonerà ad ogni stile.
Osa il “total color”, abbinando anche degli accessori sempre con lo stesso disegno.
Come, per esempio, un foulard che terrà in ordine i tuoi capelli e creerà un effetto bon-ton.
Oppure combinalo con elementi dal colore intenso, magari accessori tinti di un bel rosso vivido.
Un completo vichy, impreziosito di rosso, sarà l’ideale da portare pure al lavoro.
(trovi questo look in questo numero di PollyAnna)
Rosso potrebbe essere anche essere il colore del tuo abito vichy, da intonare a quello del rossetto che sfoggerai sulle tue labbra.
Osservane effetto sulla splendida Ingrid Bergman.
A cui potrai ispirarti nella tua quotidianità e anche in ufficio.
(trovi questo look in questo numero di PollyAnna)
Perché non declinare il vichy in blu e in azzurro? Come fa Brigitte Bardot in questa immagine dove sfoggia le immancabili ballerine che proprio a lei devono la loro nascita (ti racconto tutta la storia qui).
Un top azzurro con la combinazione di vichy e ruches renderà speciale ogni tuo look, anche quello più pratico!
(trovi questo look in questo numero di PollyAnna)
Il rosa conferirà al vichy un allure sofisticata, sia in versione “abitino chic” che in un outfit con pantalone.
Indossa una blusa a quadretti rosa e bianchi con un paio di jeans bianchi e non dimenticare di completare la mise con degli orecchini con le perle: risulterai raffinata e leggera al tempo stesso.
(trovi questo look in questo numero di PollyAnna)
E se il vichy si colorasse di giallo?
Magari abbinato proprio al rosa.
(trovi questo look in questo numero di PollyAnna)
Fatti ispirare dalla raffinatissima Jaqueline Kennedy!
Osserviamo insieme la ricercatezza di questo completo con stoffa quadrettata bianca e gialla, dalla linea molto semplice, abbinato a dei gioielli in oro giallo, presenti ma non invadenti, e ad un cappello in paglia a larga tesa.
Inizia con un capo per prendere confidenza!
Con una gonna ampia sarà bellissimo fare la ruota in libertà e grazia!
Un paio di pantaloni ti consentiranno di sentirti chic ma anche “scanzonata”:
Otterrai un look sobrio ma anche particolare!
(trovi questo look in questo numero di PollyAnna)
Vorresti trasmettere sicurezza, senza risultare troppo “impostata”?
Una giacca con disegno vichy sarà quello che farà per te.
Portala” a pelle” come fa Lauren Bacall nella foto sotto, per un risultato ancora più sensuale.
Indossando un capospalla con questa fantasia sarai davvero affascinante.
E perché non pensare ad una camicetta vichy?
Hai le spalle minute e vorresti guadagnare volume sulla parte alta del tuo fisico?
Ecco il modello che farà per te, indossato dalla bellissima Audrey Hepburn: spalle gonfie, fantasia vichy e un bel fiocco centrale.
Vuoi prendere confidenza con il vichy piano piano?
Audrey ti ricorda che sono i dettagli a fare la differenza, come per esempio un paio di scarpette con disegno a quadretti che completeranno un look semplice ma d’effetto, come quelli che l’attrice sfoggia nel film “Colazione da Tiffany”.
(trovi questo look in questo numero di PollyAnna)
E se vichy fosse il costume?
Ci siamo: è ora di andare tutti al mare, porta con te il vichy!
Sarai elegantissima anche andando verso la spiaggia.
(trovi questo look in questo numero di PollyAnna)
Un costume a quadretti sarà delizioso, sia in versione intero:
(trovi questo look in questo numero di PollyAnna)
Che bikini:
(trovi questo look in questo numero di PollyAnna)
Anche colorato!
(trovi questo look in questo numero di PollyAnna)
Ps: ma tu la conosci la storia del costume? Te la svelo qui! E in questo articolo puoi leggere come è nato il bikini.
In ogni caso il vichy è l’ideale da mettere in valigia!
Io in vacanza ti immagino così:
E mentre pensi come comporre il tuo bagaglio fatti ispirare dalle icone di stile che hai ammirato in questo articolo.
Quale ti ha colpito particolarmente? Porta l’ispirazione in ferie con te!
Ti accompagnerà a creare un outfit scanzonato e chic come quello di Lady D.
(trovi questo look in questo numero di PollyAnna)
O a svelare la tua sensuale freschezza “fuori dalle righe”, come quella di Katharine Hepburn.
(trovi questo look in questo numero di PollyAnna)
A proposito di valigia: hai preparato la tua?
Sai già che andrai nel panico e che la riempirai troppo, dimenticandoti però quello che ti sarebbe servito davvero?
Ti aiuto io!
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Sarà bellissimo condividere con te un nuovo pezzo della mia vita e del mio lavoro.
Sono molto emozionata e non vedo l’ora.
E adesso: BUONE VACANZE!
Che la gioia e il colore siano con te!
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