Cosa fa una personal shopper?
Accompagna il cliente a fare shopping, facile no?
Non è proprio così, per questo, quando vengo contattata per il servizio di personal shopping live, le prime cose che spiego ai miei clienti sono:
- l’obiettivo della giornata insieme sarà quello di sperimentare e provare, non di spendere;
- imparerai come comprare, in modo consapevole e su misura del tuo budget, cose che ti valorizzano davvero, capirai come abbinarle ed indossarle con sicurezza e agio ma non è detto che acquisterai tutto quello che avremo provato durante il nostro incontro;
- non sarà mai una questione di marca ma sarà sempre una questione di racconto autentico.
Perché la consulenza funzioni davvero il mio focus non è lo shopping ma la formazione allo shopping.
Solo così l’esperienza diventerà davvero una esperienza formativa, utile nel lungo periodo e in grado di rendere autonomi i miei clienti con gli acquisti futuri.
Con questo metodo, però, fare la personal shopper non è facile e lo hanno sperimentato le partecipanti al mio corso su come diventare personal shopper .
Pia con il sorriso aperto, la voce ferma e il piglio risoluto di chi nella vita ne ha viste tante e che la rendono punto di riferimento per le clienti del negozio per cui lavora, quelle clienti che le chiedono come fare a “coprire ancora meglio i loro difetti” e che lei vorrebbe imparare a far splendere con i colori.
Erika con il suo stile estroso e definito, frutto di un lavoro di consapevolezza fatto su di sé che, negli anni, la ha portata ad abbandonare un modo di vestire tradizionale che non sentiva suo e che è riuscita a lasciare andare proprio come ha fatto con quei chili che le appesantivano i movimenti e il modo di pensare. Vorrebbe guidare altre donne a compiere un percorso di liberazione, proprio come ha fatto lei, ma sente che ha bisogno di formarsi, prima di cambiare totalmente lavoro.
Valeria con la sua dolcezza e il suo desiderio di rendere ancora più piacevole l’esperienza di chi entra nel suo negozio equosolidale. Le piacerebbe creare momenti di intimità e familiarità così da rendere il suo, non solo un punto di vendita ma anche un punto di relazione unico nel suo genere a Torino.
Federica con il suo entusiasmo e la sua voglia di continuare ad imparare ancora e ancora. Lei non si fa abbattere da nulla e il fiore che porta sempre in testa glielo ricorda e, oltre ad entrare in empatia con le sue clienti, vorrebbe definire quella professionalità che sente ancora un po’ acerba.
Ilaria con la sua eleganza e la consapevolezza di doversi distinguere in una piazza come Milano. Vorrebbe offrire alle clienti delle sue boutique una esperienza a tutto tondo e riuscire ad accompagnarle, con grazia e sicurezza, a provare anche capi fuori dalla loro confort zone, perché sicura della sua formazione.
Valentina con le speranze della sua giovane età e la curiosità attenta di apprendere cose nuove: lei ha mille scelte possibili davanti ma sente che aiutare le persone a lavorare sulla loro immagine è quello per cui è più portata. La affascinano le tendenze e i colori ma vorrebbe capire se c’è spazio anche per lei in questo mondo.
Silvia con i suoi gusti ben definiti e il suo senso dell’umorismo. Vorrebbe offrire di più in una piazza come Trento in cui sente mancare qualcosa e mostrare quel lato dolce e sensibile che rende tutte le scelte di assortimento così personali.
Claudia con la sua voglia di accompagnare una dimensione lavorativa che la soddisfa alla possibilità di sperimentare il suo lato creativo e la sua capacità di consigliare a tutto tondo coloro che le chiedono un consiglio sulla bigiotteria, che lei realizza, per valorizzare il loro viso e rendere i loro look più armoniosi.
Donne splendide che si sono messe in gioco e hanno sempre cercato di apprendere il più possibile.
Donne che hanno seguito con attenzione la parte di teoria dedicata a:
- imparare a raccontarsi e definire il proprio modo di fare consulenza così da farsi scegliere e lavorare al meglio;
- comprendere la storia e la terminologia di quello che è davvero la moda;
- capire come consigliare i capi di abbigliamento più giusti per il fisico dei clienti;
- individuare i colori più adatti a illuminare la bellezza delle persone che si rivolgono a loro;
- definire le metodologie di consulenza.
Donne che hanno aderito con entusiasmo alla prova di una giornata sul campo.
Quando ho pensato a questo corso e mi sono sentita pronta per proporlo, come spiegavo qui, ho subito avuto chiaro in mente cosa volevo succedesse alla fine per le sue partecipanti: volevo che sperimentassero realmente la professione del personal shopper.
La teoria è molto bella ma poi?
Mi piaceva l’idea che persone che stavano valutando di iniziare una nuova professione e magari, come ho fatto io stessa e come racconto qui, di lasciare una situazione lavorativa buona e sicura per seguire i loro sogni, capissero veramente cosa vuol dire fare consulenza d’immagine, sperimentassero davvero una giornata da personal shopper.
Così, per completare la parte formativa in aula, ho organizzato un incontro di shopping vero e proprio.
Il corso si svolgeva a Venezia e questo consentiva di avere una piazza variegata nei negozi ma limitata negli spazi, così da permettermi di fare avanti e indietro, fisicamente e gambe in spalle, a monitorare gli appuntamenti shopping delle mie corsiste.
Ho reclutato delle “clienti cavie” con una call to action nel gruppo “La Posta dello Stile” e sulla mia pagina Facebook, ed è scattato presto l’overbooking.
E una domenica di metà Giugno, una volta terminate le lezioni, ci siamo dati appuntamento in uno dei luoghi più glamour della città: il Fondaco dei Tedeschi che ha gentilmente ospitato l’inizio del nostro shopping.
Un posto che val bene una visita anche solo per la vista splendida della città che si gode dalla sua terrazza.
Così, bevendo un caffè, abbiamo potuto fare le presentazioni.
E le personal shopper hanno potuto conoscere i “clienti”, disposti a mettersi in gioco ma con esigenze reali.
Fabiana che cercava un look per una festa in barca, Angela che voleva riscoprire la sua personalità, Maria Luisa che era curiosa di uscire dalle sue sicurezze, Michela che sognava di essere resa una principessa, Chiara che desiderava trovare i colori adatti al suo nuovo colore di capelli, Elisa che sperava da tanto di fare questa esperienza, Carlotta in cerca dello stile giusto per il suo cambio di lavoro, Ursula e la sua voglia di freschezza, Nicole speranzosa di trovare la gonna giusta, Sara e i suoi impegni professionali istituzionali, Anna e Nicola una coppia piena di personalità.
Clienti molto diversi tra loro e con differenti gradi di “difficoltà” che hanno messo alla prova davvero le aspiranti personal shopper.
Una volta create le coppie è iniziato lo shopping
e sono iniziati anche le domande e i dubbi:
Quale è il colore giusto per me?
Secondo te questa tuta mi dona, ma a me non piace.
Ho troppo seno, non posso indossare la collana.
Bello questo vestito, ma come lo abbino? E se poi una volta a casa non lo metto? Sarebbe meglio trovare qualcosa adesso.
Mmm, a me sembra che tutto quello che abbiamo provato mi ingrassi
Tu vuoi farmi provare questi pantaloni ma non so, a me piacciono di più quelli che mi sta mostrando la commessa
Sì devo avere un look più formale ma io non vorrei rinunciare al mio animo rock.
Ok la gonna ma poi che scarpe ci metto sotto?
Solo con la prova sul campo le mie corsiste hanno capito che davvero cosa significa fare il lavoro della personal shopper. Soltanto con la prova sul campo hanno realizzato fino in fondo e hanno potuto testare in prima persona:
Il valore dell’esperienza
La Primavera Chiara ha la pelle chiara con un sottotono di pesca, gli occhi trasparenti ed è valorizzata da tonalità luminose non troppo invadenti come glicine e blu cobalto.
La donna Triangolo Invertito ha le spalle più larghe rispetto ai fianchi e quindi adatte a lei le bluse con maniche ad aletta e le gonne svasate per creare l’effetto clessidra e bilanciare le armonie del corpo.
Per un viso tondo è consigliato giocare con forme geometriche sia per gli accessori (occhiali e orecchini) che con le scelte di pettinatura e trucco.
La seta è un tessuto cangiante e in grado di donare alle zone che necessitano volume.
Con le foto davanti e le spiegazioni teoriche tutto sembra chiaro, già quando si fanno le prime prove con le proprie compagne di corso iniziano i primi dubbi, una volta con il cliente è facile fare confusione.
I fianchi sono larghi ma c’è anche un po’ di pancetta: le consiglio un look da mela o da pera?
Il viso mi sembra tondeggiante ma il mento è anche un po’ appuntito, cosa le suggerisco per il trucco occhi?
Sarà una Inverno o una Estate?
Angela ama il rosa ma le donerà questa tonalità baby che sembra portare con tanto entusiasmo e sembra così adatta alla sua personalità?
Solo con l’esperienza si riesce a fare davvero tesoro della formazione fatta e solo, provando e riprovando, si possono raggiungere dei buoni risultati e capire che non c’è una verità assoluta a cui attingere ma che ogni caso fa a sé.
Anche per questo motivo dopo il corso prevedo sempre un periodo di tutoring, in cui mi rendo disponibile a seguire le mie corsiste alle prese con i loro primi clienti
Il valore dell’empatia
Quando sei una personal shopper accompagni qualcuno a fare shopping. Qualcuno di diverso da te, qualcuno che non hai mai incontrato prima, qualcuno che ha una storia magari lontana dalla tua. Qualcuno che ha una personalità, delle esigenze, uno stile di vita e anche dei pregiudizi. Qualcuno che facilmente non si piace o che, spesso, si aspetta da te una rivoluzione che non sa se è pronto a realizzare.
È un equilibrio delicato quello che si instaura e che inizia con la capacità della personal shopper di mettere a proprio agio la persona che ha di fronte. Ci vogliono garbo e dolcezza per instillare davvero dei cambiamenti, per suggerire degli esperimenti. E la bravura sta anche nel comprendere quando non tirare troppo la corda, accontentandosi intanto di lanciare un seme che, senza forzature, si è certi prima o poi fiorirà.
Così ha fatto Silvia, suggerendo ad Elisa di provare i pantaloncini corti per rendersi conto della bellezza delle sue gambe. Elisa i pantaloncini non li ha comprati ma sono sicura che questo sorriso è stato l’inizio verso un nuovo percorso di clemenza.
Così ha fatto Ilaria chiedendo a Maria Luisa di provare uno stile raffinato che si addice molto alla sua naturale eleganza, ma che lei non aveva mai considerato (guarda come si scruta attenta).
Solo in questo modo il cliente inizierà davvero a guardarsi in modo diverso, già dal giorno dopo l’incontro, e instaurerà un nuovo rapporto con i suoi abiti che diventeranno si suoi alleati, e ,solo in questo modo, la nuova relazione sarà duratura.
Il valore dell’unicità
L’approccio, come scrivevo anche qui spiegando perché amo il mio lavoro di consulente d’immagine, deve essere di estremo rispetto per il cliente e la sua unicità.
La personal shopper ha coltivato il suo gusto estetico negli anni e, anche se il fatto che ha gusto è uno dei motivi per cui è stata contattata, il suo obiettivo dovrà essere sempre quello di non sovrastare mai il cliente con il suo stile.
Il focus sarà sempre riuscire a trovare il racconto per immagini autentico e coerente al cliente, aiutando chi si è rivolto alla personal shopper, ad interpretare la moda con la sua personalità.
Conoscere, osservare, chiedere, abbracciare, accompagnare ed infine consigliare senza imporre: solo così si farà davvero la differenza, solo così i consigli e gli acquisti saranno davvero utili e utilizzati.
Solo così il cliente riuscirà a dire queste parole “non avrei mai immaginato di provare questo capo, di starci così bene, di sentirmi così comodo nel cambiamento e di immaginarmi già domani nella mia vita quotidiana accompagnato da un look nuovo e allo stesso tempo così simile a me”.
Così Carlotta è bellissima in questa tuta proposta da Erika, tuta che lei non avrebbe mai nemmeno provato, pensando che non le donasse: chic e pratica, allo stesso tempo, è adatta al suo nuovo lavoro di Visual Merchandiser freelance.
Il valore della sicurezza
La personal shopper è la guida del cliente.
Chi si affida alla personal shopper vuole fidarsi della personal shopper.
Quando il cliente chiede: “come mi sta questo vestito?” si aspetta una risposta sicura. Non sono permessi tentennamenti; se si è in dubbio la cosa migliore è esporre questo dubbio e proporre subito una soluzione
In questo modo si sarà anche al riparo da una delle figure con cui la personal shopper ha il suo rapporto più difficile da gestire: la commessa.
La commessa sarà sempre presente e, specialmente se non c’è un accordo economico tra il negozio e la personal shopper (cosa che personalmente auspico e consiglio come ho scritto qui), potrebbe non avere sempre un atteggiamento positivo.
Ci vogliono esperienza e formazione per capire come farsi aiutare con l’assortimento, rispettando il lavoro altrui ma senza venire prevaricate ed evitando frasi come “non sono d’accordo con la personal shopper, io la cintura la metterei in modo diverso” rivolte alla cliente. Ci vuole sicurezza per farsi percepire professionale e complice allo stesso tempo.
Così Federica ha saputo assegnare due diverse tonalità di giallo a Fabiana e Sara, senza farsi influenzare dal personale di vendita, ma forte della formazione fatta al corso sui colori più giusti per le diverse tipologie cromatiche.
Il valore della creatività
Una delle difficoltà maggiori che hanno trovato coloro che, fino a quel momento, si erano mosse in un solo negozio, di proprietà o meno, è stata quella di confrontarsi con il giro presso più punti vendita alla ricerca di un look. È molto più comodo quando sai esattamente cosa hai esposto e cosa in magazzino e sei nel tuo territorio.
La personal shopper non sa se troverà un total look tutto nello stesso negozio. Durante il giro il cliente comprerà una blusa qui, un pantalone lì, una scarpa all’inizio della giornata e gli orecchini alla fine.
La personal shopper dovrà sempre avere in mente il cliente, i capi che questi gli ha raccontato avere già a casa e le prove fatte durante il giro.
Partire con le idee già chiare rispetto ai diversi assortimenti dei negozi aiuta (facendo prima una perlustrazione o controllando online) ma la personal shopper dovrà sempre essere creativa e riuscire a combinare elementi diversi in corso d’opera, così come ha fatto Valentina con Nicola, l’unico maschietto della giornata a cui va un mio ringraziamento speciale.
E se la cliente chiede un consiglio make-up? La personal shopper dovrà essere disponibile a fare un salto in profumeria, durante il suo tour.
Proprio per questo motivo, avevo chiesto l’intervento di una make up artist durante il corso: così Pia non ha avuto dubbi nel consigliare il rossetto giusto ad ognuna e ha mostrato a Ursula, a Michela e alla mamma di Michela, il metodo infallibile, che aveva appreso in aula, per trovare la tonalità più adatta alle proprie labbra.
Certo ci sono stati anche degli errori, degli impasse nella comunicazione e dei tentativi a vuoto, sui quali ci siamo confrontate insieme, ma mi ha resa molto fiera il fatto che, grazie alla formazione fatta con me, tutte le personal shopper abbiano saputo dare dei consigli mirati e si siano sentite sicure nel farlo.
Osserva per esempio l’uso corretto delle righe in questi due outfit.
Righe verticali slanceranno la figura di entrambe le bellissime “clienti” ma mentre per Chiara la stessa tipologia di riga accompagnerà anche il seno morbido armonizzandolo, Maria Luisa, invece, bilancerà la sua figura preferendo la versione orizzontale per il busto.
Quasi mi commuovo, così come mi commuovo a vedere i progressi delle mie allieve, durante gli webinar, nel gruppo su Facebook dedicato e nelle mail che mi inviano.
E imparo sempre tanto anche io mentre insegno.
Hai mai pensato di diventare personal shopper?
Ti piacerebbe accompagnare qualcuno nel viaggio verso il suo stile più autentico?
Ti aspetto a questo corso: puoi anche frequentare solo alcuni dei moduli previsti.
Ti è già sufficiente occuparti del tuo di stile?
Vieni a fare questa esperienza, contattami per una consulenza o aspetta di ricevere il prossimo articolo: ti parlerò di come abbinare i colori nella stagione autunnale per illuminare la tua bellezza e raccontare la tua personalità, ogni giorno (ecco qui e qui come avevo fatto gli anni scorsi).
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