Io credo che il look sia una espressione del sé sia per gli uomini che per le donne, senza distinzione di genere.
La moda, per sua natura registra l’umore dei tempi, e l’abbigliamento è parte integrante del nostro stare nel mondo.
Vestirsi è una scelta consapevole: una scelta di comunicazione per niente superficiale.
Se tu non fingi, non ti giustapponi qualcosa che non ti rappresenta, mostrare quello che sei attraverso il tuo look è segno di onestà e un grande atto comunicativo.
Se l’immagine è coerente con il messaggio che tu proponi non può che diventarne un rafforzativo.
L’onestà e la personalità non sempre pagano. E a volte anche un certo look è un segno di coraggio.
Essere sé stessi in ambienti dalle rigide regole di comportamento e quindi di stile (magari non dette) significa spesso diventare un outsider. E ci vuole molta forza per provarci, specie se sei donna.
Io credo che uomini e donne non siano uguali e che sia ipocrita affermare il contrario.
Siamo diversi e questa differenza, secondo me, va valorizzata e ammiro le donne che per forza non si sentano di doversi vestire in maniera mascolina, per sentirsi credibili.
Insegnando che, solo scimmiottandoli, puoi valere quanto gli uomini finisci con il perpetrare così inconsapevolmente ancora di più il messaggio che la donna è inferiore se non si fa crescere gli attributi.
Femminilità non significa mancanza di credibilità secondo me.
Così ho sempre apprezzato le scelte di stile di Marissa Mayer, donna che più in carriera non si può, ai vertici di un colosso come Yahoo e che, da ingegnere informatico, ha sempre dovuto fare i conti con un mondo mascolino e poco fashion; amo i suoi look non convenzionali, personali, fuori dagli schemi e che non hanno paura di mostrare il suo stile e la sua femminilità.
In occasione del giuramento del governo Renzi si è fatta una grande polemica sul fatto che, in merito alle ministre, si è parlato più del look che del loro cv.
Chi ha aderito alla polemica affermando che le ministre potevano pensare un po’ meno ai loro look non ha meno colpe di chi ha distinto i commenti e le considerazioni in base al genere, a mio avviso.
Certo ci sono luoghi e occasioni formali in cui è meglio aderire ad uno stilema di azione anche in merito al vestire e se Renzi o un ministro uomo fosse comparso con una camicia rosa e cravatta viola, si sarebbe parlato pure di quello, ma dal mio punto di vista ho apprezzato chi ha voluto rimanere sé stessa.
Uno dei pochi vantaggi di essere donna è proprio il poter giocare con i colori e le forme dei vestiti. Perché rinnegarlo?
Se mi avessero chiesto un consiglio magari non avrei scelto lillà, rosa salmone e blu elettrico per quella situazione d’uso ma ho rispettato queste scelte.
Sono per la libertà di espressione in ogni sua forma. Anche con il look. E con la non-omologazione hanno mandato un messaggio. Magari usassero la loro posizione per promuovere la moda made in Italy, una delle più grandi risorse del nostro paese. Quello vero però fatto di artigianato locale e pezzi unici al mondo.
E del cv si è parlato e polemizzato anche in merito alle donne, siamo in Italia non preoccupiamoci.
Inoltre fa sempre parte del sistema di interpretazione che ci hanno imposto e, che continua a venire utilizzato, concepire la moda come una cosa futile e “da donne”. Non è certo sempre stato così. Basti pensare agli abiti del Re Sole. E’ solo un modo per imporre ancora di più la distinzione di genere.
Estremizzo certo ma i problemi sulla differenza di genere sono altri. Stanno nelle abitudini sessiste, nella differenza di stipendio a parità di mansione, nei commenti sul posto di lavoro tipo “sei nervosa hai le tue cose o ti ha lasciato il fidanzato”. Stanno nel fatto che spesso in azienda l’alternativa al look da “uoma”, che consiste in giacca pantalone scuro e scarpa con tacco (accessori consentiti di solito solo le perle), è quella di virare sul porno-soft con scollature vertiginose o minigonne inguinali (senza calze ancora meglio) per essere vincenti.
Non certo nella libera espressione di sé usando un veicolo comunicativo come la moda.
Così come sono convinta che una certa accuratezza nel look dimostri una attenzione verso le cose e una non superficialità e che la sciatteria sia solo l’alibi di chi non è in grado di padroneggiare la moda come medium espressivo.
Voi che ne dite?
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