Domenica ho parlato alla Festa della Rete di quanto contano immagine e stile in rete.
Arianna Chieli quest’anno ha portato a Rimini una parte del Fashion Camp e ha chiesto anche a me di tenere uno speech.
Ringrazio tutte le persone che sono venute ad ascoltarmi e sono arrivate puntuali nonostante fossero le 10 del mattino di domenica dopo i festeggiamenti la sera dopo i premi del MIA: avete riempito la sale e siete stati molto più numerosi di quanto pensassi e questo mi ha emozionata.
Grazie anche alla pedana altissima su cui ho parlato e che metteva davvero a proprio agio 😉
Ho raccontato di come le scelte di immagine e stile parlano di noi, anche in rete.
La moda infatti è un mezzo espressivo potentissimo anche se spesso usato in modo inconsapevole.
D’altra parte anche la rete è un medium ad ampissimo spettro che amplifica la visione di noi e quindi anche quello che mostriamo visivamente del nostro aspetto.
Siamo quindi sempre tutti più visibili ed è diffuso e accessibile non solo quello che noi stessi decidiamo di far vedere ma anche le interazioni che noi abbiamo con gli altri e soprattutto gli altri con noi.
In rete ci sono: le foto che pubblichiamo, le foto che ci fanno gli altri e lo sappiamo, le foto degli altri in cui compariamo senza saperlo, le foto che ci fanno gli altri mentre noi stiamo facendo delle foto ad altri ancora etc (un esempio è la foto di una parte di voi che ascoltate me, ci avevate pensato?).
Così può capitare che, come spiega sempre anche Domitilla Ferrari, io mi dia malato al lavoro un giorno e il mio capo, perché amico di amici in Facebook, veda foto di me taggato da ubriaco ad una festa la sera prima.
Chi sa se è successo anche a Marina Berlusconi dopo queste foto? 😉
O ancora che per la foto sbagliata sui profili social il responsabile delle risorse umane dell’azienda a cui ho mandato un curriculum vitae, dopo avermi cercato in Google mi scarti perché le mie foto gli fanno associare a me uno scarso senso di professionalità o suggeriscano qualcosa in contrasto con la professione per la quale mi sono candidato.
In pratica, quindi, l’effetto potenzialmente pregiudiziale della prima impressione è, nei rapporti in rete, ancora più potente.
Così sguardo sfuggente, occhiali da sole o anche una espressione volitiva nella foto profilo dei social dicono molto di noi, possono piacere o infastidire al primo impatto, finendo così con il creare una percezione ben precisa al primo impatto.
Ecco perché studiare una immagine, uno stile e un look non è una cosa futile e la coerenza delle informazioni che offriamo con il nostro approccio visivo è la nostra forza.
Coerenza che possiamo ottenere solo se davvero sentiamo quello che esprimiamo con la nostra immagine e se gli elementi scelti come nostro tratto distintivo sono ben rappresentativi di noi e del tipo di messaggio che intendiamo dare.
Il massimo è riuscire a fare come Margaret Thatcher: enfatizzare le caratteristiche del suo aspetto fisico che la rendevano poco votabile, come il fatto di essere la tipica signora inglese, e sottolineare i punti deboli fino a farne tratti distintivi e punti di forza.
Bisogna certo prestare attenzione ad una immagine troppo caratterizzata anche perché se si tratta di una maschera, qualcosa di giustapposto, è facile cadere in errore e contraddirsi, creando così un effetto distonico e straniante per il pubblico (specialmente se si decide di legare l’immagine privata a quella lavorativa).
Mi piace pensare che la tua immagine è quella giusta se piace anche ad un bambino di 8 anni: semplice, immediata e genuina.
Se vuoi vedere le mie slide guarda qui.
Ti sembrano più belle del solito? Merito del fatto che mi ha aiutata Cristiano Ferrari, perché la nostra immagine è da monitorare a tutto tondo e in tutte le espressioni di noi.
Infine, siccome tutto sommato ho fatto la fashion blogger al Fashion Camp, oggi mi fingo Olivia Palermo pure io e siccome in molte mi avete chiesto i dettagli del mio look, faccio una cosa insolita per me: l’elenco di quello che indossavo:
-Vestito corallo Max and Co della collezione nei negozi
– Scarpe corallo Pucci dell’anno scorso
– Stola Mariagrazia Panizzi, designer emiliana
– Collana Adriana Delfino, designer torinese
– Orecchini Venetian Dreams di Marisa Convento, designer veneziana
– Bracciale Lowe Holder, designer inglese, creato con tessuto vintage
– Fiore sui capelli H&M
[…] Ho cercato di essere coerente, come suggerisce Anna Turcato, scegliendo elementi che mi rappresentano. Amo le camicie con stampe e le spille perché con loro […]