La carta è un materiale che mi ha sempre affascinata.
Sottile e impalpabile eppure in grado di durare secoli.
La carta è fragile e forte insieme e per questo molto femminile.
Sulla carta, per tantissimo tempo, sono stati scritti i nostri sogni, i nostri pensieri, anche le nostre evoluzioni.
Io, se devo prendere appunti o fissare dei concetti, preferisco scriverli ancora su un foglio di carta piuttosto che sul computer.
Allo stesso modo subisco il fascino delle pagine consumate di un libro che è stato letto molte volte, magari colorato di sottolineature e marchiato dalla piega delle orecchie fatte ad ogni lettura.
La carta ha origini lontanissime e tutte orientali, secondo gli esperti la carta fu prodotta la prima volta da un eunuco dell’imperatore cinese già nel 105.
E in Giappone, terra che amo moltissimo, è stato creato un tipo di carta chiamata washi 和紙, particolarmente resistente e in grado di durare moltissimo tempo, utilizzata nell’arte giapponese di piegare la carta, l’arte che tutti conosciamo con il nome di origami.
Piegando la carta, infatti, è possibile ottenere forme complesse e uniche, attraverso le quali raccontare il proprio concetto di bellezza.
Cosa che sa benissimo Stefania Giannici, anima di PaperOwl a cui ho deciso di dedicare la rubrica “I love Made in Italy” di questo mese.
Una giovane donna che intorno ai trent’anni ha deciso di lasciare la strada percorsa fino a quel momento e avventurarsi verso una nuova direzione, seguendo il desiderio di vivere delle sue opere in carta.
E sotto la protezione del gufo, suo animale guida e protagonista del nome del suo marchio, si è trasferita in una città magica e difficile come Venezia.
Una scelta controcorrente proprio come quella del gufo, che vive di notte quando tutti riposano.
La sua bottega è un posto luminoso e colorato, che ti racconta lo spirito creativo di chi la abita, fin dalle vetrine sempre molto belle e curate.
All’interno tutto evoca la poesia della carta. Dalle pareti agli allestimenti.
D’altra parte Stefania produce lei stessa la carta di cui sono composte le sue creazioni, quando non la acquista in giro per il mondo.
Una carta molto resistente con cui crea orecchini o collane indistruttibili (io ho un paio di suoi orecchini che insieme a me girano come trottole in valigie sempre piene e molto schiacciate e rimangono perfetti).
Con la carta tutto può essere ricreato, anche il Leone D’Oro di Venezia.
È sempre molto stimolante per me studiare con Stefania l’accessorio moda più adatto per la persona a cui sto facendo consulenza d’immagine, un dettaglio che si adatti al suo racconto per immagini o in grado completare l’outfit per un evento (rigorosamente senza percepire alcuna commissione).
Così, una volta scelta la carta e decisa la forma, un gioiello unico e personalizzato prende vita dalle sue sapienti mani.
Stefania lavora con cura delicata ed estro amoroso.
Caratteristiche fondamentali per un artigiano e che la hanno portata a vincere il premio Segalin 2015.
Ha un sorriso timido Stefania ma si illumina non appena parla di quello che fa, allora trasmette tutta la sua passione e la sua determinazione.
Leggi qui l’intervista che le ho fatto:
AT: Cosa significa la parola carta per te?
SG: La carta è innanzi tutto un’esperienza tattile: è un piacere per me anche solo toccarla per saggiarne la ruvidezza e la pesantezza. Per la maggior parte delle persone è solo un supporto su cui scrivere o stampare e fino a che non si soffermano a valutarne la differenza di mano, magari costretti dalla scelta delle partecipazioni di matrimonio, non hanno l’opportunità di rendersi conto di quanto due fogli apparentemente simili nascondano infinite differenze.
Ci si accorge subito, entrando nel mio atelier, che ho una passione per le carte giapponesi conosciute per le raffinatissime fantasie o per i colori vivaci delle nepalesi o per le carte prodotte da pezze di cotone, di lino e da materiali di riciclo altrettanto interessanti se lasciate al naturale. Quello che più mi soddisfa è il suo essere estremamente versatile, può essere lavorata con diverse tecniche e mi permette di dar libero sfogo alla creatività, forse anche perchè coinvolge molti dei miei sensi. Non prendetemi per folle persino l’odore della carta può catturare la mia attenzione.
AT: Come è maturato questo amore?
SG: La passione per la carta nasce al tempo della mia infanzia: fare collage, seguire pazientemente le istruzioni del mio primo libro di origami, piega dopo piega erano i miei passatempi preferiti da bambina. Accompagnarmi in una cartoleria ben fornita di carte artgianali o in negozi come la Città del Sole che dedicava un intero settore dei libri all’origami e alla carta giapponese era il regalo più grande che mi si potesse fare.
AT: Raccontaci come sei arrivata a farne la tua professione.
SG: Si dice che nulla avvenga per caso eppure se si dovessero ripercorrere la mia formazione ufficiale sarebbe impossibile capire in che modo sia diventata un’artigiana. Le competenze collezionate sulla lavorazione della carta sono frutto di un percorso personalissimo portato avanti parallelamente agli studi. Un lento e meticoloso puzzle di corsi liberi, curiosità, sperimentazione, ricerca. Le opportunità di lavoro colte prima di scegliere la professione artigiana si sono rivelate importanti anche se estremamente eterogenee: fresca di studi in Scienze della Comunicazione ho avuto la fortuna di trovare impiego in uno dei settori che più trovavo coinvolgenti, quello dell’organizzazione di eventi. Ho lavorato per tre anni consecutivi all’interno del Festival di Cinema dedicato al genere melò, Schermi d’Amore. Successivamente ho trovato impiego nel settore turistico ed infine all’interno del Teatro Nuovo di Verona. Quest’ultima esperienza iniziava sotto i migliori auspici visto che mi permetteva di mettere a frutto le competenze precedentemente sviluppate, di coltivare la mia passione per il teatro, avendo ottenuto sin da subito un contratto a tempo indeterminato e un ruolo di relativa responsabilità. Sembra difficile capire il motivo che mi ha spinto a lasciare un posto così eppure è presto detto: a volte il prezzo da pagare per coltivare le proprie passioni è troppo alto. Oggi sono soddisfatta delle scelte che mi hanno condotta sino a qui e non rimpiango nessuna delle precedenti esperienze, nemmeno le negative. Sono certa della direzione presa e ho tanta voglia di continuare a crescere. Tanto che nell’ultimo periodo sto investendo molto anche nella comunicazione e ridefinendo, con l’aiuto di un professionista, l’immagine commerciale di Paper Owl, perchè sono convinta che sia uno degli aspetti da curare con attenzione quando si avvia e progetta un’attività e che ti permette di crescere.
AT: Tu lavori tantissimo con le creazioni personalizzate, raccontaci come avviene il processo creativo da quando incontri la cliente alla realizzazione dell’oggetto finale.
SG: Ogni cliente è una storia a sé, un vero e proprio incontro, fatto di ascolto, dialogo, empatia, sintonia. Personalizzare per me significa cercare di capire anche solo una piccolissima parte della personalità di chi mi sta davanti per metterla in luce attraverso l’oggetto creato. La primissima preoccupazione è quella di comprendere e soddisfare le richieste di chi ho di fronte ecco perché se il risultato finale non piace preferisco che la persona me lo trasmetta per correggere il tiro. A seconda dell’oggetto richiesto produco più di un modello, se possibile, tenendo in considerazione i desideri del committente e sintetizzandoli secondo il mio gusto e il mio personale giudizio sulla fisionomia di chi indosserà la creazione o le caratteristiche dell’ ambiente destinato.
Nel mese di Dicembre le creazioni di Stefania saranno protagoniste della mostra Fashion Design Made in Venice, organizzata da Gloria Beggiato all’ Oriental Bar del prestigioso Metropole Hotel in riva degli Schiavoni.
Ti anticipo anche che PaperOwl sarà incluso nelle tappe del Made in Venice Tour, se vuoi conoscere la sua magia di carta e magari farti consigliare dalla consulente d’immagine, che poi sono io, sul colore o la forma di un paio di orecchini o una collana, per la data di sabato 28 Novembre c’è ancora un posto (la data 12 Dicembre è sold out ma puoi provare a metterti in lista d’attesa).
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