E anche questo Sanremo, che devo dire mi è piaciuto più di altri, è finito e le pagelle di stile giungono alla conclusione.
Promossa a pieni voti Luciana Littizzetto.
Nella quarta serata passa dagli abiti di Nilla Pizzi e Caterina Caselli (peraltro io trovo stesse benissimo con la parrucca con il caschetto biondo) a un abito lungo con gilet colorato con lavorazione a centrino con perline, due completi tuxedo con pantalone capri e giacca con ruches sulla schiena e manica a tre quarti impreziosita da importanti applicazioni gioiello (prima in nero e poi in bianco) e un abito blu royal (che le fa appena appena difetto costringendo un po’ troppo il braccio sulla manica). Tutto Kristina Ti.
Ma è nell’ultima serata che dà il meglio di sé, scegliendo outfits che valorizzano il suo fisico, sono in linea con la sua personalità e sono adatti al tipo di serata.
Continua con il trend delle applicazioni gioiello e dell’effetto sparkling partendo con due minidress uno nero e rosso (con piume sulla gonna) e l’altro nero e grigio davvero molto belli (lo ammetto ho un fisico simile a quello di Luciana e me li sarei visti proprio bene addosso) e concludendo con abito lungo con spacco centrale e scollatura generosa sempre rosso e nero. Un plauso ad Albino D’Amato.
Unica nota di demerito va alla scelta in ogni serata dell calze nere contenitive e delle scarpe di Rizieri sempre uguali e sempre effetto dottor Scholl.
Tutto sommato promossa anche Malika Ayane sebbene scelga l’abito (sempre di Riva) meno bello per l’ultima sera. Peccato anche per la scelta imperitura del nero. Evidentemente con il nuovo colore (o forse fovremmo dire decolore) di capelli le sono sparite tutte le certezze di abbinamento cromatico e con il nero non si sbaglia mai. Giallo canarino dei capelli che ha anche motivato sicuramente lo sfoltimento selvaggio delle sopracciglia (altrimenti troppo scure) che proprio non si potevano guardare.
Rimandate (al prossimo Festival, si spera per loro) Chiara Galiazzo e Annalisa Scarrone.
La prima dopo due serate in cui non aveva certo brillato si riprende in quarta e in ultima serata abbandonando i pantaloni e osando il lungo, d’altra parte con la sua altezza se lo può davvero permettere, che le dona davvero e la avvolge nel modo giusto ristabilendo le proporzioni, dando risalto ai suoi punti forti, e facendomi finalmente riconoscere la mano di Alberta Ferretti, stilista da lai scelta in occasione della kermesse. Bella anche l’acconciatura che le dona molto di più del capello sciolto con riga in mezzo.
La seconda si salva solo per la scelta del tocco vintage, davvero perfetto per esaltare il suo tipo di bellezza, perseguita in tutti i dettagli, dagli accessori al trucco, e per l’acconciatura sfoggiata in occasione della quarta serata: una costruzione a metà tra principessa Leila e la Milk braid (la treccia da lattaia che va per la maggiore tra i trends della prossima stagione in fatto di capelli) semplicemente adorabile.
Bocciata Simona Molinari, il cui intento, lo abbiamo già detto era quello di non passare inosservata consapevole della visibilità del Festival e decisa a non lasciarsi sfuggire ogni occasione per far parlare di sé (d’altra parte come diceva Andy Warloh l’importante è che se ne parli) che raggiunge il picco massimo con l’ultima serata optando per un abito bronzo con un voile bianco messo lì a fare da decorazione inutile e ottenendo un effetto misto tra sirena spiaggiata e Campanellino dei poveri.
Promossa Maria Nazionale che rimane sempre sé stessa e, aderente al suo stile, lo porta con fierezza, eleganza e sicurezza.
Promossa anche Bianca Balti ma d’altra parte, come nel caso di Bar Rafaeli, il suo è un vincere facile. Belli, anche se dominati da un forte senso di dejavù, gli abiti di Dolce e Gabbana, il primo portato senza scarpe, ma improponibili gli orecchini chandelier decisamente troppo ingombranti che le impedivano i movimenti del collo e non mi è piaciuto il colore degradè dei capelli.
Tra gli uomini vincitori nello stile Marco Mengoni, vincitore reale del Festival, sempre in Ferragamo e Max Gazzè in Etro estroso fino in fondo con frac e giacca lunga.
Un “sufficiente” anche per il look Fabio Fazio sempre in Costume National senza infamia e senza lode.
Per questo Sanremo è tutto, ci rivediamo l’anno prossimo.
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