Il made in Italy salverà la moda italiana: è una frase che ripeto spesso.
Fare le cose con cura, passione e consapevolezza in Italia è uno dei modi per riportare l’attenzione sul capo, sulla sua qualità, sulla sua unicità e l’unica maniera in cui, perché la moda è anche un grande business oltre che uno strumento di espressione potentissimo, si può incentivare il consumatore a mettere mano al portafoglio e spendere qualche euro in più.
Prima di lanciarmi nel favoloso mondo dei freelance, per molti anni ho lavorato in azienda e il mio mestiere era quello di comprare e in molti casi ideare vestiti e accessori che sarebbero poi finiti nei negozi del marchio per cui lavoravo.
Un mestiere bellissimo: quando ciò che io avevo studiato e pensato per i miei clienti veniva scelto da loro, portato a casa, fatto entrare nella vita quotidiana e anche nei loro ricordi era per me una soddisfazione infinita. Anche se non sempre il prodotto finale incontrava al 100% i miei gusti personali (un buon buyer deve pensare prima al target che a sé) e anche se non sempre la qualità era eccelsa.
Già perché molto spesso i pezzi “styled in Italy” da me erano poi “made in China” da persone in grado di copiare alla perfezione il mio disegno o in generale di seguire le mie indicazioni.
Dico sempre: se chiedi ad un italiano “di questa collana che adesso ha come ciondolo una stella riesci a farmene una versione con un fiore?” lui ti proporrà tre tipi di fiori diversi e ti stupirà con colori e forme e ti suggerirà anche di fare un ciondolo con una luna (perché magari ne ha di giacenti in magazzino), se lo scrivi invece ad un cinese la risposta sarà una faccia attonita fino al momento in cui tu non avrai mostrato un disegno o una foto esatta di come vuoi sia il fiore/ciondolo, non solo come forma ma anche come colori, meglio se addirittura con le misure adatte.
Questa conoscenza della differenza tra lo styled in Italy e il made in Italy fa parte del mio bagaglio e, uno dei servizi che mi viene richiesto più di frequente, è proprio quello di aiutare i clienti a trovare e spesso creare dei pezzi unici da abbinare ad un outfit, da regalare a qualcuno o semplicemente da avere nel loro armadio come tesori preziosi.
I clienti si fidano di me anche perché sanno, ma vale la pena ribadirlo una volta di più, che io non prendo alcuna commissione dagli artigiani/designer/ creatori/stylist (come preferiscono essere chiamati) proprio perché altrimenti si perderebbe il senso del mio servizio.
Non voglio mai che il cliente pensi che io ho scelto di suggerire di fare un paio di orecchini proprio in quel posto o da quel sito perché ne ho un tornaconto economico.
Io sono una consulente d’immagine e quindi se io suggerisco un capo è solo perché penso che quel capo sia in linea con lo stile, le esigenze e anche il budget della persona e sia in grado di valorizzarne forme e colori.
Per questo come personal shopper non mi faccio mai pagare dai negozi (sia piccoli che di marche conosciute) in cui accompagno i miei clienti a fare shopping o i cui articoli segnalo, attraverso l’assistenza allo shopping online, nei miei moodboard dedicati.
L’assistenza shopping online funziona benissimo con gli artigiani che spessissimo sono pronti e reattivi, oltre che creativi.
Così io sono felice perché attingo alla mia esperienza per implementare nel mio lavoro dinamiche che padroneggio, dando indicazioni su forme, colori e intenzioni a cui sto pensando, i creatori sono contenti perché possono sperimentare e dare vita a qualcosa di unico, il cliente è contento perché senza muoversi da casa ha la possibilità di ricevere qualcosa pensato e creato per lui/lei che non costa troppo, lo rappresenta e sa quando e come mettere (spesso per un evento speciale), in virtù dei miei suggerimenti di uso e utilizzo, visivamente rappresentati in un moodboard come questi:
Un tale meccanismo però prevede da parte di tutti fiducia e flessibilità.
Una fiducia che io ripongo e che mi torna anche indietro e, grazie alla quale, posso permettermi di citare chi voglio evitando l’effetto marchetta.
Non nascondo che spesso, per farsi conoscere e anche mettermi nelle condizioni di provare la bontà del loro prodotto in prima persona, qualcuno di questi creatori mi ha regalato qualche pezzo ma non avviene sempre e spesso sono io stessa che compro cerchietti, collane o vestiti per tastare con mano prima di consigliarli ai miei clienti.
Amo tutto quello che ha in sé una storia e questa mia passione per il fatto in Italia la trasmetto spesso: con la mia stessa immagine, ai miei corsi, quando parlo in pubblico, perfino in questo video in cui, uscendo di parecchio dalla mia confort zone di donna timida, pudica e ipercritica, ho lasciato mano libera a Be- Kind – Rewind di raccontarmi in poco più di 2 minuti, in questa bella prova di video storytelling.
E anche sui social network.
Posso vantarmi di aver fatto conoscere il marchio Lazzari, che vesto da molti anni e che riporta proprio sulle etichette dei capi “fatto con cura in Italia” parecchie delle persone che mi seguono in rete (e come sempre senza intascare alcuna commissione).
Così quando ho letto un post di Enrica Crivello sulla sensazione di sentirsi incanalati sempre sugli stessi binari e la voglia di fare qualcosa di nuovo (lei su Instagram consiglia un libro che ha trovato interessante ogni venerdì) ho pensato che mi piacerebbe raccontarvi di tutti coloro che mi contattano o che io contatto, che ancora ci credono alle cose fatte con le loro mani, con passione e conoscenza, qui in Italia e mantengono la fiducia nel consumatore e in chi apprezzerà, porterà con sé e farà entrare nella propria vita le loro creazioni.
Così ho deciso di inaugurare una nuova rubrica: ogni mese in I Love Made in Italy racconterò un marchio, una persona, un progetto di made in Italy (ovviamente di moda) che mi ha colpito particolarmente.
Ho già in mente un po’ di nomi ma questo post è anche un “venghino signori venghino”, scrivimi, raccontami di te, fammi scoprire il tuo mondo, spiegami perché hai deciso di intraprendere questa strada, a volte tortuosa e non sempre facile, e io sarò felice di leggere la tua storia e se e quando lo riterrò opportuno farla conoscere qui e ai miei clienti.
Pensando proprio al Made in Italy è nato anche il mio Made in Venice Tour, in cui ti porto a scoprire artigiane e creative veneziane.
La prossima data è il 16 dicembre 2017, vieni?
Noi ti aspettiamo!
cristina dice
Buonasera Anna, sono un’artigiana della provincia di Bergamo, faccio accessori e spolverini e gonne e…….dipende dai tessuti che trovo sul mío percorso! La mia ricerca, Il mio studio si concentrano soprattutto sulla praticita’, sulla “non taglia”, sulla libera interpretazione che ogni donna puo’ dare ai miel capi. Mia grande pecca: non sono brava nel descrivermi !
Facendo questo lavoro da diversi anni, ho una buona lista di clienti modaiolo di livello, ma volendo continuare a lavorare con le persone in maniera diretta ho bisogno di ampliare sempre di più il numero ( e la qualità!) dei mìei contatti.
Pensa sia possibile incontrarci in modo che io possa mostrarle ciò che faccio ed eventualmente iniziare una collaborazione?
Sperando di sentirla presto, grazie
Cristina
P.s.: sono una grande ammiratrice di Raptus & Rose, abbiamo anche delle clienti in comune!