Questo è un blog fashion ma è anche il blog di una donna che, munita di una buona dose di follia, a 30 anni e in tempo di crisi ha lasciato una carriera sicura in azienda per reiventarsi una professione, partendo da sé, dalle sue passioni e dalle sue competenze.
Il mondo dei social network fino a un anno fa certo non mi era sconosciuto ma, da fruitrice occasionale (l’azienda non lascia molto tempo libero e io ero una buyer e con il social media marketing avevo poco a che fare),mi ci è voluto del tempo per capirne le dinamiche e riuscire ad usarne scientemente le possibilità e le capacità a livello professionale. E ancora molta strada devo percorrere.
Quindi ho deciso di fare uno strappo alla regola e parlavi di una tavola rotonda a cui ho assistito in occasione della Digital Week di Ca’ Foscari che avuto luogo a Venezia la scorsa settimana, dedicata proprio a queste tematiche. Io ho appreso molto e spero sarà utile anche a voi.
Ne(w)tworking, il futuro sarà collaborativo , questo il titolo scelto. Moderatrice Domitilla Ferrari, digital strategist e social networker, una persona che ha saputo capire le potenzialità della rete e dei social network in tempi non sospetti e che è stata una pioniera tra le bloggers italiane, aprendo il suo SEMERSSUAQ* nel 2003. La seguo da molto tempo e appena inizia a parlare mi colpisce una cosa che Twitter e Facebook di lei, di cui molto si sa, non possono dirti: ha una voce modulata e calda, provvista di un impercettibile accento napoletano, capace di renderla unica (non a caso faceva radio).
Una conferenza dai toni simili a quelli di una chiaccherata tra amici, con un linguaggio semplice e diretto, ma dai contenuti davvero elevati e molto interessanti.
Come nel caso dell’intervento di Francesca Parviero, Official LinkedIn EMEA Talent Partner, secondo cui la chiave per avere più possibilità di venire notati (su Linkedin e in generale su tutti i social network) è darsi un’ identità. Lavorare sul personal branding per farsi riconoscere, far percepire il proprio lavoro e acquisire credibilità.
Francesca fornisce anche indicazioni pratiche: mettere sempre la foto sul profilo di Linkedin poiché un profilo con foto viene visualizzato sette volte di più rispetto ad un profilo senza foto e compilare il proprio riepilogo prendendo a prestito le parole che gli altri usano parlando di noi.
Far capire chiaramente chi si è veramente risulta fondamentale così come personalizzare la comunicazione, usando magari un proprio tratto caratteristico. (E qui sono stata molto orgogliosa del mio logo con la mia faccina e il mio inseparabile caschetto).
Così come ha fatto Giuliana Abbate, Corporate Communications Manager – Italy&Greece at MasterCard, stupendo i colleghi con dei biglietti da visita biscotto, buonissimi e perfetti per farsi ricordare. D’altra parte la vena creativa di Giuliana è evidente anche guardando il suo look. Non potevo non immortalare i suoi splendidi e originali occhiali, perfetti per far risaltare la forma del suo viso, oltre che il suo carattere, acquistati qui a Venezia presso l’Ottica Urbani, un negozio che personalmente amo moltissimo, sicura garanzia di qualità e unicità.
Ci vuole costanza e dedizione per la creazione di una rete di contatti, che come sottolinea giustamente Domitilla, è necessario si ricordino di te, per essere utili. E non bisogna avere paura di perdere tempo, anche solo per aiutare qualcuno, consapevoli poi che quel tempo ritornerà indietro in termini di legami e appunto contatti utili.
Inoltre nessun contatto è da sottovalutare, come sa bene Paolo Privitera Founder and CEO di “Know Your Customers” che proprio da Venezia è arrivato fino a San Francisco e, sempre in viaggio, non dimentica mai di mantenersi connesso alla sua rete, spesso organizzando dei brunch o degli aperitivi con i suoi contatti in giro per il mondo, uno strumento attraverso il quale poter passare dalla relazione virtuale a quella reale. E’ lui a far capire la necessità di comunicare tenendo sempre in considerazione però, le diverse realtà culturali e i differenti modi di relazionarsi
L’intervento più divertente e allo stesso tempo più serio e personale è stato quello di Stefano Andreoli, creatore di Spinoza.it, un architetto prestato alla comicità, autore televisivo di Crozza e Geppi Cucciari solo per dirne alcuni, che tra una battuta e l’altra ricorda la necessità di sfruttare anche i momenti bui dell’esistenza, cercando di capitalizzare il proprio dolore attraverso un processo creativo. Parole sante.
E’ stato bello vedere un gruppo di trentenni motivati e positivi, in un Italia in cui a trent’anni non sei più giovane ma non sei considerato nemmeno abbastanza “grande”, rischiando spesso così di rimanere fuori dai giochi del mondo del lavoro.
Una ventata di ottimismo all’interno di una iniziativa interessante, quella della Digital Week, atta a rendere una città unica e stupenda, ma spesso dominata da logiche antiche e antiquate, come Venezia un po’ più social e contemporanea.
Usando il linguaggio dei social network riassumo il tutto con un “Mi piace”.
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Game-Mania dice
Che dire…le tue ottime doti di sintesi riepilogano bene i punti essenziali di questa “tavola rotonda”. Che però altro non sono che la natura stessa del social networking, ovvero lo stare in “compagnia”, sebbene virtuale, di coloro che ci circondano e che possono sempre essere veicoli pubblicitari al momento giusto. Il consiglio di non trascurarli e di coltivarli è relativamente superfluo, dato che lo stesso vale per gli amici. Diciamo che è una visione “imprenditoriale” dell’amicizia digitale, con tutti gli annessi e connessi, come quello di riportarla, ogni tanto, anche sul piano reale. E come tale non posso che semplificare il tutto in “USA i social network, AIUTA gratuitamente chi ne ha bisogno, e vedrai che AUTOMATICAMENTE la gente ti vorrà bene, si ricorderà di te e già che c’è, consiglierà inevitabilmente i tuoi servigi a chi potesse averne bisogno”. Insomma…lo scopo finale dell’i-Bacaro era l’i-Aperitivo finale in compagnia 😉
Enrico Rivasi dice
Salve Anna,
io ero presente all’evento e ti faccio i miei complimenti per aver riportato con la giusta carica quello che è stato detto durante l’incontro. Il mio augurio è che tante persone che non erano presenti possano leggere il tuo articolo e farne tesoro…in un momento come questo…certi spunti sono a dir poco utili.
Mi permetto di aggiungere che, a mio modo di vedere, bisogna sottolineare che il personal branding non vuol dire “vendere” la propria persona ma saper comunicare in maniera originale e far capire ( quanto è difficile!!!) agli altri chi si è e che talenti si può offrire…tutti ne hanno uno 🙂
Buona giornata
Enrico