Probabilmente per deformazione professionale non sono mai stata attratta dall’acquisto on-line.
Secondo me per comprare si deve provare; per quanto si possa conoscere la propria taglia e si possa avere una visione abbastanza chiara della propria fisicità c’è sempre un margine di errore, spesso dovuto a pie illusioni o alla poca confidenza in sé, che rischia per esempio di non far aderire bene l’abito sul seno o invece di farlo aderire troppo in punti critici e scomodi.
Restia irriducibile anche per quanto riguarda gli accessori: per comprare si deve toccare. Per un completo innamoramento nei confronti dell’oggetto devo poter vedere l’effetto che fa il suo abbinamento con il mio corpo, toccarne la consistenza, accarezzarne la pelle o il metallo, misurarne le forme e le grandezze. Esattamente gli stessi criteri che uso nel valutare un uomo.
Tuttavia ho trovato due siti di shopping on-line che hanno davvero saputo stimolare la mia curiosità e invogliarmi all’acquisto: http://www.modcloth.com/ e http://www.ulaola.com/ .
Il primo è un sito americano che vende veramente di tutto, dagli abiti di cerimonia ai reggiseni, dalle scarpe a qualsiasi tipo di accessorio per la persona o la casa.
Lo stile generale e, a mio avviso, delizioso: retrò e romantico con proposte particolari e difficili da trovare in giro. Vi invito per esempio a guardare lo spazio dedicato alle borse o agli accessori per capelli.
Interessante la sezione “Be the Buyer” che consente alle clienti di provare per una volta l’esperienza di essere un buyer, di dare cioè un suggerimento all’ufficio acquisti dell’azienda attraverso un voto agli abiti degli stilisti emergenti presentati e che potrebbero entrare a far parte dell’assortimento.
Altra sezione degna di nota quella dedicata al Vintage che si sposa benissimo con il concetto generale del sito di proporre abiti fuori dagli usuali dettami della moda e delle tendenze ma da scegliere in base al proprio gusto e alla propria personalità.
E l’idea stessa dell’unicità dei pezzi proposti viene data anche dai divertenti nomi attribuiti ai differenti articoli: c’è l’abito “una ventata di aria fresca” e quello “che cosa sei? Una sirena?”, ci sono le borse “la mia tazza di the” o “marzapane giramondo”. Tutto personalizzato e sull’onda della customizzazione. Moda e pensieri non standardizzati per ritrovare sé stessi e uscire dalla crisi.
E problemi di crisi non ha la fondatrice Susan Gregg Koger; la sua viene definita una “favola del risparmio”. Partendo dalla vendita dei suoi acquisti personali ancora minorenne (per amore del gusto acquistava anche abiti e accessori di taglie diverse rispetto alla sua), con l’aiuto del compagno, è arrivata oggi ad avere 275 impiegati alle sue dipendenze.
Sulla stessa falsariga ideologica anche Ulaola, un sito italiano di recente nascita, che si definisce il primo marketplace Made in Italia dove artisti e designer possono comprare e vendere le proprie creazioni e consente lo scambio di articoli fatti a mano che spaziano dalla collana di perline intrecciate all’abito di sartoria realizzato dall’aspirante stilista che, in un mondo della moda chiuso e arroccato, può avere l’occasione di affacciarsi da un’originale e innovativa finestra da cui poter emergere.
Anche Ulaola ha in comune con il sito americano l’importanza tributata alla sezione Vintage, andando a sottolineare la tendenza all’importanza di proporre pezzi unici o particolari.
E se da una parte il “fatto a mano” si sposa benissimo con il concetto di “fatto su misura”, quella del Vintage si configura come una realtà di vendita e acquisto innovativa e giovane. Sebbene infatti questi due aggettivi sembrino proprio stonare con il concetto stesso di Vintage oggi il mercato del Vintage è proprio questo: un modo e un concetto di vendere e acquistare del tutto diverso da quello delle catene più note, basato sul riconoscimento del valore del pezzo, della sua unicità e della sua storicità. Ogni capo è in sé un racconto, il racconto della sua storia e della storia di chi lo ha posseduto prima di noi e sono proprio i più giovani a subire questo fascino. In un epoca in cui la tecnologia ha spazzato via le vecchie abitudini e il passato, ecco che invece i giovani vanno alla ricerca di quello che più manca nel loro mondo tutto nuovo e up to date (o come potremmo dire proprio usando lo slang giovanile “sul pezzo”) e lo fanno, come spesso accade con l’incipit delle trasformazioni sociologiche, usando uno dei mezzi più effimeri e allo stesso tempo più duraturi: la moda.
Mi raccomando non dimenticate di votarmi per il contest sul giornale Grazia.it cliccando sul cuoricino rosso accanto alla mia foto, il link diretto è http://blogger.grazia.it/blogger?id=417&thx=1 . Fatelo ogni giorno mi raccomando!!!! Grazie!!
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