Io porto gli occhiali.
Li porto dalla quarta elementare.
Senza occhiali o lenti a contatto sono super cecata: mi mancano più di 5 diottrie per occhio.
Il mio rapporto con gli occhiali è sempre stato un po’ controverso.
Nel mio diario segreto scrissi: ” caro diario, il dottore mi ha detto che dovrò mettere gli occhiali, ma così quando sarò grande avrò occhi perfetti e sarò bella”.
Beata innocenza!
Io sono nata del 1980 e ho iniziato a portare gli occhiali nel 1989.
Ricordiamo brevemente gli elementi che dominavano la scena fashion degli anni 90:
- il marsupio
- il mullet o almeno il codino dietro
- il body
- i leggings che al tempo avevano il nome di fuseaux o frusò (come li chiamava mia madre che si sa ha studiato francese con uno che le insegnava come fare i krapen), con comoda ghetta finale in cui infilare il piedino perché stessero bene bene tirati sul sedere
- i frisè ai capelli
- la salopette
- i pantaloni ciclista, meglio se fluo
- i pinocchietti
- la collana a collarino
- i pendenti a forma di ciuccio
Un mix davvero interessante.
Ad accompagnare il mio look, creato con questi irrinunciabili elementi, gli occhiali.
Grandi.
E con le lenti spesse
Io e mia sorella Alice avevamo coniato per questo tipo di occhiali il termine “bareggiani” dal nome dell’ottico Bareggi di Cittadella (non più in attività) dove i nostri genitori ci accompagnavano, ogni volta che le diottrie aumentavano.
Più o meno dal periodo in cui ho indossato i primi occhiali ho iniziato anche a prendere qualche chilo.
E a piacermi sempre di meno.
Mettici poi il codino, il marsupio, i pantaloni da ciclista, la collana con i ciucci e poi anche l’apparecchio.
Le altre mi sembravano tutte più carine di me.
E per sopperire alla mia insicurezza puntavo tutto sullo studio ed ero la classica ragazzina goffa e sapientona, presente in ogni film sui teenager che si rispetti.
(Fuga dalla scuola media, un grande classico ingiustamente dimenticato)
Quella occhialuta.
Quella che per darsi un tono si vestiva da grande con il solo risultato di sembrare una vecchia signora.
E amava sperimentare con forme e colori ma con risultati non sempre soddisfacenti (se ti stavi chiedendo cosa fossero i frisè ecco la risposta).
Nota di merito alla fotografa, mia madre, che mi scatto questa foto all’interno di una serie, preparata per impressionare un amico di penna che dopo averle ricevute stranamente non mi scrisse più.
A mia madre (e mia nonna), amatissime, va detto che devo anche il merito di avermi insegnato a non aver paura dei colori e del magico potere degli abbinamenti.
Il tempo passa, ci aiuta a dimenticare e aggiusta anche la nostra percezione di noi, mano a mano che il nostro fisico cambia in maniera naturale e grazie al fatto che acquisiamo una maggiore capacità di capire cosa ci valorizza.
Impariamo che la felicità è a colori.
Impariamo che sentirsi un cactus in un mondo di sassi può diventare proprio la nostra forza.
Impariamo a dare una immagine alle nostre emozioni.
E fioriamo!
Ma rimangono dei segni indelebili di quello che siamo stati.
Nel mio caso, come ti ho già raccontato, le smagliature.
Che mi aiutano, però, ad entrare in sintonia con i racconti e le storie delle persone in cerca di uno stile.
E mi fanno amare il lavoro di consulente d’immagine.
Ovviamente sono rimasti anche gli occhiali.
E ogni volta che mi guardo allo specchio, quando li indosso per un attimo, senza rendermene conto, rivedo quella ragazzina sfigata che si sentiva sempre un po’ impacciata.
E mi sento ancora come lei.
Insicura e bruttarella.
Quella ragazza che viveva nelle storie dei libri che divorava.
Si immedesimava in Joe di Piccole Donne ma in realtà era simile ad Amy, con la molletta sul naso di notte per renderlo alla francese.
Aveva come modello Simone de Beauvoir.
E sognava un ragazzo che fosse un misto tra Brandon di Beverly Hills, Mark Owen dei Take That (sì lo so quello basso) e Andrè di Lady Oscar.
Solo negli ultimi anni ho fatto davvero pace con quella ragazza.
Qualche anno fa non avrei mostrato le foto che ho pubblicato in questo post, nemmeno a fidanzati e cari amici.
Ci ho fatto pace perché ho capito che quella ragazza rimarrà per sempre dentro di me.
E in fondo ne sono felice e orgogliosa.
Così ho fatto pace anche con la mia immagine occhialuta.
Gli occhiali sono un accessorio bellissimo e con cui rendere il proprio look unico grazie al magico potere degli abbinamenti.
Gli occhiali sono vicino al viso.
Illuminano il nostro volto valorizzandolo.
Con la loro forma e il loro colore.
I nostri occhiali parlano di noi.
Delle nostre scelte e della nostra personalità.
Io ne ho un paio di neri un po’ anni 50:
(prometto foto in location migliori ma ho dovuto cogliere l’attimo che mi ha fatto venire voglia di scattarmi una foto con gli occhiali)
da usare come base a cui abbinare i miei cerchietti dai colori accesi.
E ne ho appena ordinati anche un paio di rosa carico.
I’m a girly girl e negli anni 90, di cui sopra, il film “Bella in Rosa” ha lasciato un ricordo indelebile dentro di me.
E tu?
Cosa raccontano di te i tuoi occhiali?
È stato facile sceglierli?
Gli occhiali sono un accessorio che si diversifica dagli altri per queste caratteristiche:
-non possiamo decidere di toglierlo se non ci sentiamo a nostro agio, a meno di miopia bassissima
-è proprio lì sul nostro viso
-costa abbastanza ed è meglio evitare le soluzioni troppo low cost che potrebbero comprometterne la qualità
-ci accompagnerà, anche per il motivo di cui sopra, per molto tempo e in molte situazioni
Quindi prevede una scelta piuttosto ponderata.
Come fare?
Puoi partire dalla forma del tuo viso.
Per trovare la giusta montatura il segreto è seguire il bilanciamento armonico dei contrasti.
Se hai il viso rotondo prediligi forme rettangolari o quadrate.
Se invece il tuo viso è più squadrato meglio occhiali avvolgenti, tondeggianti e allungati.
Se la forma del tuo viso è lunga preferisci una montatura stretta e poco voluminosa che vada a “tagliare” otticamente il tuo volto.
Se hai il viso ovale e proporzionato meglio scegliere occhiali che vadano a seguire la naturale regolarità dei tuoi lineamenti.
Se il mento è appuntito e la fronte più ampia, se quindi hai il viso a cuore, opta per una montatura che allunghi la parte alta del volto, proporzionandola, come il modello cat’s eye.
(non riesci a capire quale sia la forma del tuo viso? Fatti aiutare da questo piccolo vademecum che ho preparato per Zalando).
Puoi anche fare del colore la discriminante per identificare l’occhiale giusto per te.
Preferiscili di un bel blu intenso se vuoi ispirare fiducia e sicurezza.
Osa con il rosso se vuoi dare una carica di energia e farti notare.
Indossali gialli se la tua caratteristica più importante è la capacità di stimolare il pensiero creativo.
(Ti piacerebbe conoscere il potere comunicativo dei colori e imparare ad usarlo? Iscriviti alla mia newsletter. Ogni mese ti racconto il significato di un colore e come inserirlo nel tuo racconto per immagini.
A questo proposito prova a porti questa domanda:
Che aspetto della tua personalità vorresti i tuoi occhiali comunicassero nei primi 60 secondi, quelli in cui si instaura la famosa prima impressione inconscia (che poi ci vogliono 4 successivi incontri per confutare)?
Come dicevo i tuoi occhiali sono sempre lì con te.
Possono diventare l’elemento chiave per permetterti di comunicarti al meglio e insegnare alla tua immagine a parlare di te.
Attenzione però che, perché questo funzioni, le basi sono la consapevolezza di chi sei davvero e la coerenza con il tuo modo di essere e di lavorare.
Come quando trovi la perfetta divisa da lavoro.
Per poter scegliere gli occhiali da vista giusti segui sempre la tua personalità.
Vesti pratico e funzionale ma dentro di te riposa una donna sobria quanto Beyoncé?
Metti un po’ di glitter o di colore sui tuoi occhiali per parlare di te e bilanciare il tuo modo di vestire.
Il classico completo pantalone è la tua coperta di Linus ma nell’animo ti senti un po’ Marilyn Monroe?
Questi gli occhiali giusti per te:
Solo così i tuoi occhiali potranno addirittura diventare il tuo tratto distintivo.
Rendendo quello che di fatto è un difetto (di vista) e un tuo punto debole, un tuo pregio e punto di forza.
Aiutandoti quindi a sconfiggere il pregiudizio della bellezza.
E a definire visivamente il tuo personal brand, come scrivevo in questo articolo su PersonalBranding.
Portandoti ad esempio lui, i suoi denti e i suoi baffi “riparatori”:
Se ancora non hai sviluppato la consapevolezza necessaria
procedi per gradi.
Provati i modelli desiderati in negozio e fatti fotografare mentre li indossi, così da poter abituare il tuo sguardo e giudicare con calma oppure
inizia con gli occhiali da sole.
E fatti ispirare dai suggerimenti per trovare gli occhiali da sole di tendenza, più adatti a valorizzarti e con cui comunicare chi sei, che trovi in questa guida che ho preparato su richiesta di Zalando (che ringrazio sempre per la stima e la fiducia).
Anche io continuerò ad usare più le lenti degli occhiali da vista, anche perché ho gli occhi molto sensibili al sole.
A questo proposito non perderti sulla mia pagina Facebook o sul mio account Instagram #laragazzadelbattello e le sue avventure in Laguna.
Ti piacerebbe confrontarti con me sugli occhiali, da sole o da vista, perfetti per te?
Scrivimi, per chiedermi una consulenza o anche solo raccontarmi la tua esperienza.
Se al percorso di formazione personalizzata (che è il modo in cui lavoro come raccontano, facendomi arrossire, anche le persone che hanno lavorato con me) preferisci una occasione di gruppo, vieni al mio corso su come trovare il tuo stile e comunicare con moda e immagine, che puoi frequentare anche online.
Francesca dice
eh, niente, ti ho scoperta tardissimo e adesso sto “recuperando”… il primo commento non poteva che essere a questo post, in cui mi rivedo completamente (braccialetti coi ciucci, occhiali dalla seconda elementare, frisé, leggins, ciclisti e chi più ne ha più ne metta). Grazie per infondere autostima anche a una “sfigata” come me.
Buona giornata!
Francesca
Anna dice
Grazie a te! Un abbraccio e sono certa che non sei affatto una “sfigata”
Denise dice
Ciao, sono alla ricerca di un possibile nuova montatura e stavo valutando quella giusta.
Li porta da quando avevo quattro anni, passando dalla montatura tonda (oh dio no) a quella rettangolare.
Tempo fa avevo visto in un un negozio degli occhiali ottogonali, ma cercando nel web non li trovo (troppo stravaganti?).
Tenendo conto che ho un viso ovale, pallido, lineamenti poco pronunciati, occhi azzurri abbastanza piccoli e bocca sempre non tanto grande, e una fronte abbastanza importante che modello potrei scegliere?
Mi affido alla sua esperienza sensei U.U
Annerrima dice
Fantastica la foto con il marsupio, ne avevo uno identico!
Sono d’accordo con te sul fatto che bisogna imparare a valorizzare le proprie forme, anche quella del viso. E tornassi indietro farei fare un corso da te a Madre! 😀
Anna dice
Marsupio come stile di giovinezza! Puoi sempre mandare adesso!
Jessica dice
Quanto vorrei aver conosciuto prima il tuo blog!
Sono reduce dall’acquisto di una nuova montatura e in attesa che sia pronta mi stanno venendo n-mila dubbi! Ero (sono) in fissa col tartarugato, ma l’unica montatura di mio gradimento, in quanto a forma e dimensioni, aveva le stanghette blu scuro… e io che ho fatto? L’ho presa comunque! Ora mi faccio le paranoie perché ho tutte le scarpe nere. XD Sì vabbè, sono da ricovero.
Comunque ti capisco tantissimo, anche io porto gli occhiali dalla quarta elementare. Tra l’altro ero un maschiaccio, con una montatura alla Harry Potter, marsupio e tuta everywhere… Che dire, non mi si filava nessuno! Poi aggiungici la goffaggine e la timidezza, e il quadro da sfigata è completo!
Ora gli occhiali li porto soltanto al lavoro, perché fissare tutto il giorno il PC con le lenti a contatto mi distrugge gli occhi. Però non mi danno più fastidio come un tempo, anzi, alcuni giorni quasi (quasi!) mi piaccio.
Ti do assolutamente ragione nel dire che bisogna prendere i propri difetti e farne un punto di forza. In ogni caso, loro ci sono. O si impara a conviverci, o ci si rovina l’esistenza per niente. Meglio la prima, và.