Questo sarà un post un po’ diverso dal solito, sono infatti una delle partecipanti al contest indetto da Grazia.it :“Blogger we want you!“. Un’occasione per entrare a far parte della IT Family di Grazia, un giornale che da sempre leggo con interesse e attenzione, sia nella sua versione cartacea che on-line, proprio per la sua capacità di colpire nel segno le tendenze e adattarle, raccontandole alla donna moderna, una donna a tutto tondo in grado di non essere mai uguale a sé stessa, sorprendendo sempre con la sua “grazia” e la sua curiosità. Andate su http://www.grazia.it/moda o su http://www.grazia.it/sfilate e mi darete ragione.
Ho deciso quindi di raccontarvi, e un anche un po’ ricordarmi, i tanti “perché” ho deciso di fare della moda il mio lavoro, coniugandola in diverse forme e realizzazioni e infine di tenere questo blog.
Perché la moda può essere definita la prima arte decorativa del genere umano.
Perché la moda tramite l’abbigliamento e gli accessori tesse su di noi un racconto di quello che vogliamo apparire e di come vogliamo che questo accada.
Perchè racconta i mutamenti sociali, le evoluzioni, la vita. La moda è effimera, è apparentemente momentanea e per questo motivo riesce a catturare le intenzioni di cambiamento più facilmente e mutare sé stessa al mutare del periodo in cui si esprime.
Le stesse tendenze di questo inverno (che qui ho riassunto per voi qui: http://www.annaturcato.com/il-freddo-avanza-voglia-degli-outfit-invernali-ecco-tutte-le-tendenze-must-dell-autunnoinverno-20122013/ ) bene spiegano, per esempio, il momento storico e sociale che stiamo vivendo: se da una parte si cerca di essere moderate perché c’è la crisi e i nostri stessi portafogli ce lo ricordano ogni istante e quindi si è indotte ad optare per il nero, i tagli minimalisti e al massimo i colori pastello, dall’altra parte c’è la voglia di non arrendersi, di aspettarsi che in mezzo al grigiore torni a brillare la luce della speranza e ci si lascia tentare dalle applicazioni gioiello, dalla pelliccia e dal rosso.
Perché la moda è una passione che coltivo fin da bambina, quando ci mettevo la stessa attenzione e cura che si può impiegare in un’ operazione a cuore aperto, per scegliere quali orecchini farmi regalare da mia nonna al mercatino, in quanto era assolutamente necessario che stessero bene con tutti i miei vestiti e giocavo delle ore a “Gira la Moda”, inventandomi complessi abbinamenti di abiti, accessori e colori (ammorbando poi tutti con le mie creazioni,sfacciatamente alla ricerca di lodi sperticate, e chi se ne importava se erano insincere).
Perché mi piace rendere le cose belle, e esattamente con lo stesso entusiasmo con cui vestivo le Barbie, con vecchie pezze di stoffa gentilmente concesse da mia madre, inventando elaborati abiti tenuti insieme con le spille, amo e mi appassiona prendere una persona, donna o uomo che essa sia, e trasformarla in qualcosa di ancora più bello di quanto non appaia, andando ad esaltare i pregi del suo corpo e le luci della sua anima, e tutto questo attraverso stoffe, colori e forme, così come si costruisce una opera d’arte.
Perché come George Orwell penso che : potete avere in tasca tre mezzi pence ed essere privi di qualunque prospettiva al mondo, ma nel vostro vestito nuovo potete starvene sull’angolo della strada, sognando ad occhi aperti di essere Clark Gable o Greta Garbo.
Perché ho deciso di studiarla, di approfondirla e di farla mia con le sue chiavi, il suo linguaggio e le sue espressioni prima di farne il mio lavoro.
Perché mi piace giocare con la moda e capire quali sono i suoi progetti per il futuro e individuare dai piccoli segnali che mi lancia come si presenterà a me nell’inverno o l’estate successiva.
Perché la passione per la moda mi ha consentito di buttarmi a capofitto in questa nuova avventura che è frutto di una scommessa con me stessa che ogni giorno tento di vincere. Perché mi ha permesso di mettere da parte il realismo contaminato da una buone dose di pessimismo,che senza dubbio ho ereditato da quella gran donna di mia madre, e di decidere di fare il salto nel mondo dei lavoratori autonomi, avendo ben compreso che, di questi tempi, sulla paga sicura a fine mese non puoi più contare.
Perché sono curiosa come una scimmietta e in ogni settore, perchè adoro trovare nuove soluzioni, combinazioni, il regalo giusto per una persona, la torta che un’altra preferisce, il vino giusto per una serata. E’ tristemente stile “tutti insieme appassionatamente” ma devo ammettere che mi rende felice rendere felici gli altri, fosse anche solo per un momento e per un motivo poco edificante, morale e di spessore come l’aver trovato la giusta borsetta per la giusta serata.
Perché l’intuito e lo spirito di osservazione credo siano i miei maggiori pregi e spesso mi basta guardare una persona per avvertire cosa potrebbe piacerle e cosa no.
Perché mi affascina la gente, perché mi rivedo nel protagonista della novella pirandelliana “L’uomo dal fiore in bocca” che passava le serate ad osservare la gente dalle finestre e capire lo svolgersi di mille vite diverse dalla sua e interessanti per questo, anche se di difficile comprensione.
Perché mi entusiasma ogni giorno conoscere nuove persone, magari di altre nazionalità, da poter studiare, analizzare (ok mi limiterò un po’ o qualcuno potrebbe denunciarmi di stalking prima o poi) e da cui poter rimanere stregata; persone che seguiranno i miei consigli e indosseranno le cose che ho scelto per loro nel loro paese e si porteranno via con sé un po’ di me (ve lo ho detto mi basta veramente poco).
Perché scrivo da sempre, da quando il mio libro preferito era “Piccole Donne” della Alcott e mi lanciavo nella scrittura di novelle concepite con l’unico intento di emulare il suo successo in epoca moderna (mi basta poco ho sempre coltivato alte velleità).
Perché scrivere di me attraverso lo scrivere di moda è la soluzione migliore al compromesso tra la mia timidezza e la voglia di esprimermi.
Perché a parte il supporto morale della mia famiglia ogni cosa che sto facendo me la sto guadagnando senza conoscenze o facili ammanicamenti (che un giorno sì e uno no peraltro mi rammarico di non avere, perché mica si può essere ipocriti)
Perché è bello che i perché siano tanti e mi galvanizza e mi fa andare avanti sapere che le sfide e i sacrifici che sto affrontando ogni giorno mi consentono di fare esperienze emozionanti, così come la partecipazione a questo contest per poter comparire sulle pagine di quella che è da sempre una delle mie riviste preferite e della cui serietà mi fido (ed è per questo che partecipo, finora infatti per il ben noto realismo/pessimismo ho sempre diffidato di queste iniziative, spesso create ad hoc per far vincere amiche di…e blogger di dubbia capacità ed esperienza).
Se volete sostenermi in questa nuova “sfida”, potete farlo dedicandomi un voto ogni giorno.Vi basta andare su http://blogger.grazia.it/blogger?id=417 e cliccare sul cuoricino rosso accanto alla mia foto.
Grazie a tutti.
Game-Mania dice
Mi fai quasi dispiacere di non avere “passione” per la moda come la ho per il mio settore…