Ho scoperto Tulimami grazie al suo profilo Instagram.
I colori delle sue creazioni sono stati la prima cosa che ho notato.
Colori molto presenti ma puliti, nitidi e vivaci ma mai eccessivi.
Portatori sani di freschezza, esaltata dal magico potere degli abbinamenti.
Mi è piaciuto questo profilo pieno di luce e poesia.
Così ho cliccato “segui” e ho saputo che dietro a Tulimami c’è Anna.
Una che ha il mio stesso nome e mi somiglia pure un po’ nell’approccio alla vita e al lavoro, rigoroso e sorridente insieme.
(aperta parentesi)
Io te lo dico, se mai ti venisse voglia di chiamare proprio Anna una figlia femmina.
Noi Anne siamo un po’ matte.
Forse per compensare un nome semplice e comune, che personalmente ho riscoperto solo di recente, ci avvolgiamo di mille sfumature e sfaccettature.
E non tutte queste sfumature sono brillanti, alcune sì però e, per quelle vale, quasi sempre, la pena di conoscerci.
(chiusa parentesi)
Da un po’ avevo il desiderio di acquistare qualcosa creato su misura per me da Anna/Tulimami.
Per testare con mano anche la qualità, oltre che la bellezza dei suoi prodotti.
Così da poterla presentare anche a te, in questa rubrica dedicata al Made in Italy, o durante una consulenza.
L’occasione è arrivata per festeggiare una ricorrenza romantica.
Prova superata a pieni voti: dettagli curatissimi e pieni di amore, a partire dal packaging.
Quindi sei pronto/a a conoscere Anna/Tulimami?
Chi è Anna e come è diventata Tulimami?
Anna è una persona complessa che ama le cose semplici e gentili, vive a Vicenza con un marito molto paziente, due bimbi allegri, un cane, un gatto e un camper. Ha un laboratorio dove dipinge, taglia il legno e cuce. Ama la letteratura, i film, la radio, il libero pensiero. Non ama la prepotenza, la maleducazione e chi si lamenta, ma non reagisce. Anna e Tulimami sono la stessa identica persona. Semplicemente, Tulimami è il mio nome d’arte, ma sono quello che faccio e faccio quello che sono. Il mio lavoro creativo è la mia passione, ma è anche la mia indole e il mio carattere.
Il tuo è un mondo colorato e creativo popolato da mini dolci abitanti, ma anche da forme dal design geometrico. Accontenti grandi e piccini?
Assolutamente sì! Il mio mondo segue due filoni che sono paralleli, ma si toccano sempre. Da un lato c’è la linea di bijoux dal design essenziale, dove predominano l’importanza delle forme, l’armonia dei colori e la libertà d’immaginazione (perchè ci vuole molta più immaginazione nel vedere un colibrì in alcuni triangoli che in un disegno fatto e finito). Questa linea è amatissima dalle “grandi”.
Dall’altro lato ci sono i biscù ed i pupazzi, che sono illustrazioni dolci e sognanti rese tridimensionali nel legno e nella stoffa, adatte ai bambini, ma soprattutto alla parte “bambina” di noi, quella che conserva la capacità di stupirsi e di sorridere. Mi è capitato di sentirmi dire che questi due filoni sembrano scollegati tra di loro, invece non è così, sono l’uno il completamento e l’ampliamento dell’altro e i punti d’incontro sono la ricerca della semplicità e dell’armonia e la capacità di vedere una storia oltre il segno grafico.
Chi sono i Biscù e perché si chiamano così?
I Biscù sono una piccola folla di animali gentili e un po’ buffi, sono una balena da sera ed un fenicottero vanitoso, una gattina dolcissima ed un coniglio hipster. Sono pipstrelli, cani, unicorni, farfalle… ce n’è per tutti i gusti, insomma! Sono bijoux che taglio dal legno e poi dipingo a mano, dando forma e vita a personaggi che inteneriscono e fanno sorridere. Si chiamano così perchè inizialmente li realizzavo usando una sostanza plastica, il polyshrink, che si cucina in forno e cucinando si restringe: erano come biscotti! (da qui il nome “biscù”). Nel corso del tempo però la mia ricerca mi ha portata a scegliere un materiale più nobile, caldo e durevole, così ho abbandonato la plastica e sono tornata al “mio” legno. Non li cucino più, ma il nome è rimasto.
Cosa significa per te creare con le mani e cosa ti piace del lavorare il legno?
Lavorare con le mani è una parte vitale di me, come respirare. Non sto mai ferma, nè con le mani nè con la mente. Quello che mi viene più naturale è vedere quello che non c’è, dare fiato e forma alle idee che mi vengono. E’ immaginare “come potrebbe diventare”. L’immaginazione non può restare un pensiero astratto, e il legno è l’elemento che mi permette di renderelo tangibile. Perchè lo posso tagliare della forma e della misura che voglio, lo posso dipingere come voglio, posso inserire altri elementi come dettagli di stoffa in un gioco che non finisce mai. Il legno non è una superficie finita come una tela e allo stesso tempo è assolutamente concreto. Io, il legno, lo amo proprio, perchè è un materiale vivo che prende ancora più vita attraverso le mie mani.
Quando crei pensi in bianco e nero o a colori?
Penso in tre modi: quasi tutto il tempo penso a colori. Mi danno energia e vitalità. Ma poi ho bisogno di pulizia e semplicità, perciò arriva il pensiero tutto bianco, che mi aiuta a mettere a fuoco l’essenziale. Infine arriva il bisogno di fare il vuoto mentale, non so se capita anche a te, il desiderio della calma del nulla: allora penso in nero, come quando è buio e ti addormenti.
Nell’abbigliamento uso il nero come base a cui abbinare colori anche molto accesi. D’inverno per esempio ho un vestito di lana completamente nero, che abbino con calze e scarpe viola, un colletto a crochet giallo sole e una grande spilla abbinata.
Come nasce il tuo processo creativo? È più difficile quando lavori su commissione?
Il mio processo creativo è in due fasi: quella istintiva e quella pratica.
Per primo arriva l’istinto, che paragonerei ad una specie di eruzione. L’idea rimane per un tempo variabile sotto la superficie, spesso a livello inconscio.
E poi, in pochissimo tempo, esplode tutta fuori. Non ho bisogno di pensare, ripensare, lasciar decantare e tornarci sopra molte volte, quando esplode è già lì, fatta e finita.
Per me l’intuito gioca un ruolo fondamentale, perciò mi fido assolutamente di ciò che mi dice: se sento che l’idea è buona, passo alla pratica.
Per la parte pratica, interviene il raziocinio: come dare forma a quest’idea? Faccio qualche bozzetto e analizzo in profondità quello che voglio trasmettere.
Non c’è nulla che non abbia un significato, nulla che è fatto “tanto per fare”, la mia è ricerca continua: di migliorare la mia tecnica, di trovare nuove forme, di sperimentare con i colori e soprattutto di trasmettere un messaggio e un’emozione.
Ho bisogno di incontrare le mie clienti, nel senso proprio di conoscerle ed ascoltarle (anche solo virtualmente), non per niente le chiamo “tuliamiche”, perchè con loro ci berrei il tè, il caffè e anche lo spritz!
Poi realizzo un campione.
Lo testo (spesso molto a lungo) e se, durante la fase di test, l’idea continua a sembrarmi buona e il mio manufatto supera “la prova qualità”, lo metto in produzione.
Lavorare su commissione ha dei pro e dei contro.
Un pro è che sapendo già cosa devo fare perchè non devo deciderlo io, so anche già che il cliente avrà quello che vuole. E’ molto stimolante trovare il punto di incontro tra il desiderio espresso dalla mia cliente e il come posso realizzarlo per lei.
Il contro è che i lavori su commissione mi tolgono una parte del divertimento, perchè sviluppare un’idea dal nulla è ciò che mi fa sentire di più il “friccicorino” nel mio lavoro. Perciò, ai lavori su commissione, affianco sempre lo sviluppo di mie idee: in questo modo posso ricevere e trasmettere il buono di entrambi i processi.
Ti ho fatto venire voglia di pensare, con Anna, alla coppia di Biscù perfetti per te e una persona speciale?
Io, se la avessi conosciuta prima, le avrei commissionato “gli sposini” da mettere sopra la torta nuziale (e considerato il tema del mio matrimonio sarebbero stati colorati con pois bianchi e rossi).
Ti è piaciuta questa storia? Leggi quelle di Erika, Marisa, Silvia, Maddalena, Stefania e Adriana.
Vuoi candidarti per farmi raccontare la tua storia in questa rubrica? Scrivimi e parlami di te, sono sempre felice di leggerti e sicuramente ti risponderò.
A proposito di Made in Italy, ti do una notizia in anteprima:
torno con il Made in Venice Tour.
Ti piacerebbe conoscere, insieme a me, la Venezia nascosta dello shopping consapevole e del “fatto con cura in Italia”? Vedi qui le prossime date e segnati per quella che preferisci.
I posti sono limitatissimi e, ricorda, se sei iscritto/a alla newsletter per te, come sempre, è previsto uno sconto speciale!
Valeria Piludu dice
Ciao, mi chiamo Valeria, seguo te e Anna Pozzan da tempo. Tulimami l’ho incontrata di persona e a breve comincerà un corso in cui lei sarà una delle mie insegnanti, è una persona davvero speciale, grintosa e unica. E’ un piacere seguirla, prendere spunto dalle sue idee e consigli, così come seguo te, Anna, il tuo modo di porti e di raccontare, la tua creatività e il tuo sorriso. Bellissimo leggere di incontri fra donne speciali,
A presto e buona giornata,
Valeria
Anna dice
Grazie mille, a presto e un abbraccio!