Ma tu lo sai cosa è un outfit?
Se noi guardiamo nel dizionario, la parola outfit viene definita così: “l’insieme degli abiti e degli accessori indossati da una persona”.
Ci viene anche detto che la parola outfit in inglese è legata al concetto di “attrezzatura”, “corredo” ed “equipaggiamento”.
I nostri outfit sono il nostro equipaggiamento per affrontare ogni nuova giornata.
I nostri outfit sono l’attrezzattura che ci permette di andare per il mondo.
I nostri outfit sono il nostro corredo, sono la cornice di ogni movimento e ogni nostra azione.
Prima di partire da casa non possiamo fare a meno di dotarci di questo equipaggiamento, non possiamo fare a meno di prendere la nostra attrezzatura, non possiamo fare a meno di considerare il nostro corredo.
Ogni mattina, ci spogliamo del nostro equipaggiamento da notte e indossiamo quello da giorno. E lo facciamo quasi senza pensarci, in modo automatico e rituale, lo facciamo anche se non conosciamo la parola outfit, lo facciamo anche se il concetto di moda ci sembra qualcosa di distante da noi.
Il nostro equipaggiamento ci accompagnerà nel corso della giornata.
Il nostro equipaggiamento porterà con noi i bimbi a scuola, ci darà conforto nel momento in cui varcheremo la soglia della collega antipatica a cui dovremo chiedere un favore, ci farà sentire sexy a cena con il nostro partner, ci accompagnerà nelle serate sul divano davanti alla Tv.
Il nostro equipaggiamento ci consentirà di sentirci a nostro agio nella nostra giornata, oppure ci farà soffrire perché non è adatto alla nostra missione. Ci stringeranno le scarpe troppo strette, ci faranno sentire in imbarazzo le maglie che metteranno in evidenza le nostre curve, ci faranno sentire scontenti gli abiti che non ci somiglieranno e in cui non ci riconosceremo.
Il nostro equipaggiamento sarà composto da più elementi che indosseremo, seguendo una sequenza ben precisa: prima l’intimo, poi i pantaloni, dopo la maglia, sopra la giacca e infine gli accessori: collane, orecchini, cravatte etc. E, alla fine di tutto, le scarpe.
Ogni elemento avrà il suo peso. Ogni elemento sarà frutto di due scelte.
Compiamo la prima scelta quando decidiamo di acquistare quella gonna, quella camicia, quel cappello. Li osserviamo, li proviamo, investiamo del tempo e del denaro per portare a casa con noi ciò che andrà a costituire una parte del nostro equipaggiamento. La scelta potrà essere condizionata da molti fattori: quel capo ci serve perché senza la sua presenza sentiamo che il nostro corredo è sguarnito, quel capo ci piace e ci fa sentire belli, quel capo ci aiuta a nasconderci nelle sue forme larghe o nei suoi colori spenti etc.
La seconda scelta avviene quando decidiamo effettivamente di prendere dalla cassetta degli attrezzi, e cioè il nostro armadio, proprio quel pezzo. Decidiamo che quelli sono i pennelli giusti per dare l’ultimo tocco al quadro che abbiamo composto e che osserviamo allo specchio. Oppure, decidiamo invece di non usare qualcuno degli strumenti che abbiamo in dotazione perché pensiamo di non essere capaci di farlo.
Il nostro equipaggiamento, il nostro outfit sarà ogni giorno una somma di scelte, rappresenterà quindi di fatto la nostra capacità e la nostra possibilità di fare delle scelte.
Quante volte hai sentito parlare di outfit perfetto?
Perfetto come l’equipaggiamento che ci fa sentire a posto, che ci fa sentire vestiti bene.
Ma cosa vuol dire davvero essere vestiti bene? Andiamo ad esaminare i punti che ho descritto sopra.
L’outfit perfetto è quello che ci accompagna in ogni nostra giornata e ci fa sentire a nostro agio.
Considerato che il nostro equipaggiamento sta sempre con noi, si muove insieme al nostro corpo, è la pelle sopra alla nostra pelle, segue le nostre azioni, corre insieme a noi quando stiamo per perdere l’autobus, cammina insieme a noi verso la nostra felicità, perché mai non dovrebbe farci sentire comodi?
Outfit comodi?
Mi sembra di vederli assumere questa posa:
Esiste una sorta di tabù che impedisce di abbinare comodità e stile e questo mi dispiace molto.
A mio avviso l’outfit perfetto è per sua stessa definizione comodo: potremo esprimere il nostro stile e la nostra personalità e sentirci pienamente noi stessi nel farlo solo se indosseremo qualcosa che ci fa sentire confortevoli, ci avvolge, ci procura del benessere ed è facile per noi da indossare.
Solo se i nostri vestiti ci saranno comodi, come diceva Madeleine Vionnet, di cui ti ho parlato qui, sorrideranno insieme a noi.
D’altra parte la comodità è un concetto soggettivo. C’è chi dalla giacca si sente costretto, chi invece ama indossare un capo che dia struttura e si intoni al suo carattere preciso. C’è chi chi si sente comoda con un tacco alto perché si percepisce in una pozione dominante, chi esprime tutta la sua sensualità e femminilità indossando un paio di scarpe basse e comode. E sta al consulente d’immagine capire cosa proporre ad ognuno sulla base delle sue esigenze.
Quello che è certo è che la bellezza di una donna e la sua femminilità, non si misurano con i centimetri dei suoi tacchi ma stanno nella capacità di accettare con clemenza la sua unicità, sfidando i pregiudizi.
La consulenza d’immagine serve ad aiutare persone imperfette a volersi bene, ad accettare e nobilitare questa imperfezione, fino a farla diventare uno strumento comunicativo anche professionale ed è per questo che amo il mio lavoro.
L’imperfezione è quello che ci rende noi stessi ed è anche quello che ci diversifica dagli altri, come racconta bene la storia di Chantelle Winnie Harlow di cui ti ho parlato qui.
Perché non sentirci comodi nella nostra imperfezione?
Il look perfetto ci permette di mettere in campo le nostre scelte e quindi la nostra personalità.
E la nostra non è mai una personalità perfetta, il nostro carattere e il nostro modo di essere sono costellati da tante piccole imperfezioni che ci rendono quello che siamo, che ci rendono unici.
Io amo le atmosfere romantiche, leggo Jane Austen ma ascolto i Kiss.
Io vorrei lo charme di Audrey Hepburn ma mi sento un po’ Sbirulino.
Io vorrei avere lo stile di Gianni Agnelli ma mi piace l’immagine scanzonata di Tom Sawyer.
Queste sono solo alcune delle frasi che mi sono sentita dire durante i miei corsi o ho letto nel questionario conoscitivo di inizio consulenza.
Molto spesso siamo preoccupati che, assecondando la nostra natura, possiamo uscire dal seminato, possiamo rischiare di non essere vestiti bene, possiamo rendere il nostro look meno perfetto. In realtà sono proprio le nostre contraddizioni e le nostre imperfezioni a creare il nostro stile.
Si parla molto degli outfit della premier Dame, Brigitte Macron. Il suo è uno stile imperfetto per moltissimi motivi. Porta spesso le minigonne e questo fa alzare il sopracciglio a chi ritiene che, dopo una certa età, sarebbe meglio coprire più parti del corpo possibili. Inoltre, il suo modo di vestirsi risulta spesso fuori luogo se comparato a quello delle sue compagne di avventura istituzionali, Melania Trump su tutte:
Eppure ogni volta che si guarda Brigitte Macron si prova la netta sensazione che lei nel suo stile si senta proprio comoda, che abbia scelto personalmente (a differenza di Melania), ogni parte del suo equipaggiamento e che ogni elemento del suo outfit parli di lei, della sua storia e della sua personalità. E in quelle gambe scoperte e quei pantaloni in pelle ci sia tutta la sfida di una donna che ha lasciato una vita comune per un compagno più giovane e molto in vista, ed è consapevole di essere nell’occhio della critica per questo motivo.
Mi piacerebbe sapere cosa ne pensa Iris Apfel, esperta di moda e icona di stile, di Brigitte Macron, lei per cui “è più importante essere felici che vestiti bene”.
Se mi segui lo sai, Iris è uno dei miei miti indiscussi. D’altra parte non potrebbe essere altrimenti di una donna che pronuncia queste parole:
Perché abbiamo così paura di essere osservati? Perché abbiamo così paura di essere noi stessi? Se la nostra immagine diventa uno strumento consapevole per raccontare chi siamo e i vestiti che indossiamo sono intonati alla nostra personalità e al nostro fisico, se la nostra immagine parla di noi, del meglio di noi e lo fa dalla prima impressione, non dovrebbe esserci alcun problema a venire osservati.
Il look di Iris non è perfetto, molte persone trovano ridondanti tutti i suoi accessori eppure per lei sono parte indissolubile del suo equipaggiamento. Ogni accessorio sottende una sua scelta, acquistando ogni accessorio ha ricordato a sé stessa chi lei è veramente, con tutte le sue imperfezioni e con tutte le sue unicità.
I suoi outfit sono imperfetti ma sono coerenti e autentici, proprio come lei e per questo sono pieni di stile.
Non ti sto consigliando di emulare Iris, ti suggerisco però di imparare da lei ad usare il magico potere degli accessori: non serve indossare 10 collane e 20 bracciali, basta che tu scelga un accessorio soltanto ma con attenzione e chiedendoti “perché sto acquistando e indossando proprio questa collana, perché penso che faccia parte di un equipaggiamento standard che mi porterà a vestirmi bene o perché va a costituire il mio corredo unico e personale, perché mi fa sentire bene e perché ogni volta che lo guardo mi ci riconosco, anche nella sua imperfezione?”
Io amo molto gli abbinamenti ma spesso mi diverto ad inserire nei miei look degli elementi inaspettati, che non sono dove dovrebbero essere e scompaginano le carte di una perfezione che non sento mia e che mi annoia.
Indossando una collana che non si abbinerà perfettamente ai colori del tuo look, anche il più bon ton degli outfit assumerà un tocco personale.
La tua collana sarà sicuramente notata ma tu potrai usarla per raccontare molto della tua personalità e dei tuoi obiettivi comunicativi in modo consapevole, spiegando per esempio con il giallo tutto il tuo spirito creativo.
E poi ti confido un segreto che racconto ai miei clienti e corsisti: l’occhio umano è facilmente ingannabile, se tu indosserai un elemento di un colore che non c’entra nulla con il look e a questo abbinerai un secondo elemento dello stesso colore, basta anche solo un dettaglio come lo smalto, chi ti osserverà percepirà armonia e personalità insieme.
Così come mi piace mescolare le fantasie abbinando i pois alle righe, i fiori alle geometrie.
D’altra parte “la cosa peggiore è essere vestita in modo noioso” diceva Diana Vreeland, redattrice capo prima di Haper’s Bazar e poi di Vogue (ti parlerò presto di questa donna straordinaria) e lei, per non annoiarsi e dare un certo non so che al suo look, si metteva il rossetto sui lobi delle orecchie e affermava che era meglio essere volgari che essere banali.
La stessa Coco Chanel, portata ad esempio di lusso e rigore insieme, iniziò a mostrare la sua predisposizione a creare moda proponendo qualcosa di imperfetto: pantaloni da uomo, maglie a righe, casacche ruvide e abitini neri da educanda che non corrispondevano certo al concetto di “dama ben vestita” fino a quel momento propugnato.
L’outfit, l’equipaggiamento è tuo e puoi gestirlo come ti pare, a tutte le età, proprio come fanno le signore di Advanced Style, avrebbe detto Elsa Schiaparelli, a mio avviso la prima consulente d’immagine, una donna che indossava cappelli a forma di scarpa e bottoni a forma di bocca (vedi le immagini qui).
Cosa è un outfit? È quell’insieme di elementi che raccontano il nostro stile e ci fanno sentire a nostro agio, anche con la nostra imperfezione.
A me piacciono gli outfit imperfetti, quelli in cui c’è qualcosa che stona, perché è quel qualcosa che stona a raccontarmi una storia preziosa, straordinaria e autentica.
E tu cosa ne pensi?
Sei in cerca di ispirazione per outfit quotidiani che ti facciano sentire comoda e con cui poter mostrare le tue scelte libere e la tua personalità? Segui i look che posto sul mio account Instagram e costruisci il “tuo outfit perfetto ma personale” con i suggerimenti di Polly Anna.
Hai voglia di confrontarti con me sui tuoi outfit imperfetti? Ti aspetto a questo corso.
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